Coralli
di Giuseppe Impastato
I miei occhi giacciono
in fondo al mare
nel cuore delle alghe
e dei coralli
(1977)
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di Giuseppe Impastato
I miei occhi giacciono
in fondo al mare
nel cuore delle alghe
e dei coralli
(1977)
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Eccomi di ritorno dallo Yorkshire, dove ho coronato l’antico sogno di visitare il Brontë Parsonage Museum (la canonica in cui vissero le sorelle Brontë, fiancheggiata da un plumbeo cimitero) ad Haworth, sotto la brughiera omonima. Ho osservato il divano su cui, appena trentenne, tirò gli ultimi Emily Brontë (“Cime Tempestose”), cui erano già morte la madre (di cancro), le sorelline Maria ed Elisabeth (11 e 10 anni) e il fratello oppiomane Branwell (31 anni). Emily aveva preso freddo, appunto, al funerale di Branwell. Ho visto la stanza riservata alle amatissime oche Adelaide e Vittoria e quella in cui dormiva Charlotte, la più longeva (morì a ben 39 anni). La terza sorella scrittrice, Anne Brontë, malata anch’essa, era stato invano, nel frattempo, portata al mare a Scarborough (ricordate la canzone di Simon & Gaefunkel?) dove era morta a 29 anni. La sua tomba è fuori la chiesa di St. Mary, sotto il castello di Scarborough. Ho visitato anche quella.
Peppino Impastato non c’entra nulla con Jane Eyre e con le sorelle Brontë, ma morì giovane anche lui. I suoi ingenui versi non sono entrati nella storia della letteratura (per inciso: il primo libro di poesie delle sorelle Brontë, pubblicato a pagamento, vendette solo due copie!), ma il suo ricordo di Peppinello Senzapaura, che immolò la propria giovinezza per combattere contro un terribile drago,
mi commuove nello stesso modo.
E ‘sti cazzi?
Che bello, ora finalmente potremo commentare le cose che ci sono su Nazione Indiana senza sentirci in dovere di cogliere l’occasione per schizzare fango su Moresco, Benedetti, Scarpa, Montanari eccetera. Che liberazione! Intravedo una nuova fase di obiettività in noi commentatori. Prima sembrava che tutto fosse un puro pretesto per parlar male di Moresco Benedetti Scarpa Montanari ecc., e ne facevano le spese i pezzi postati in home page degli incolpevoli autori che con i nomi suddetti non hanno nulla a che fare.
Bisognerebbe avere la decenza di non scriverle certe cose gentile Veronica… non a caso queste recriminazioni escono fuori sempre dopo…
“Un mare di gente
a flutti disordinati
s’è riversato nelle piazze,
nelle strade e nei sobborghi.
E’ tutto un gran vociare
che gela il sangue,
come uno scricchiolo di ossa rotte.
Non si può volere e pensare
nel frastuono assordante;
nell’odore di calca
c’è aria di festa”
Tuo padre giace a più di nove metri di profondità.
Le sue ossa sono diventate corallo;
I suoi occhi ora sono perle.
Non c’è in lui parte alcuna
che non si trasformi per opera del mare
In qualcosa di ricco e di meraviglioso
Le ninfe del mare di continuo suonano per lui:
Ding-dong.
William Shakespeare, 1611