Dito medio

di Costantinos Hadzinikolaou

traduzione e nota di Elisabetta Garieri

 

Un breve testo del poeta, scrittore e giornalista Costantinos Hadzinikolaou sulla giornata storica del 28 febbraio, la più grande manifestazione vista ad Atene dai tempi della Dittatura dei Colonnelli (c’è chi dice anche dai giorni della liberazione dall’occupazione nazista). Altre manifestazioni si svolgevano in tutte le città della Grecia e in moltissime città del mondo dove vivono greci della diaspora, per un totale di un milione e mezzo di persone in piazza, per un paese che conta undici milioni di abitanti. A seguito del disastro ferroviario provocato dallo scontro frontale tra due treni due anni fa a Tembi, il governo di Mitsotakis ha letteralmente cercato di insabbiare le proprie responsabilità, ricoprendo di ghiaino la zona dell’incidente prima che venissero effettuati i necessari accertamenti. Con lo slogan «Non ho ossigeno», pronunciata da alcune vittime durante le telefonate ai soccorsi recentemente venute alla luce, la giornata è stata indetta per reclamare verità, giustizia, un sistema ferroviario pubblico e sicuro e le dimissioni del primo ministro Mitsotakis.

*

I’m on the pavement / Thinking about the government

A volte devi scrivere in fretta. Come se non ci fosse tempo. Il tempo non c’è.

Cos’è rimasto della manifestazione, giorni dopo? È rimasto tutto. Tutto sta ancora lì.

La gente strizzata nei vicoli del centro, neanche volesse raccogliere  le ossa insepolte, sparse nella terra dopo l’incidente, due anni fa.

I bambini che giocano nel parco dello Zappeìon fino allo scoppio delle prime molotov.

I celerini che risalgono viale Amalìas come un esercito di formiche. Lacrime che scorrono lungo le guance, fumo, odore di cenere. Uccelli che volano via dagli alberi, impauriti. Magnifico.

Devi scrivere in fretta. Al punto che non c’è più ragione di scrivere.

Una città malata? Venerdì la mia città era più in salute che mai.

Quello che ho visto su Instagram. Una lista.

Un ragazzo con una chitarra acustica, vestito démodé. I celerini che lo spingono con gli scudi: “Cosa sei, pakistano?”. Lui, imperterrito. Non una parola. E con chi dovrebbe parlare? Con gente senza una faccia? Soffia nella fisarmonica e sputa per terra. Dylan nel Paese dell’Idiozia. Io sto sul marciapiede. Penso al governo. Il governo pensa a me?

Una ragazza magra alza le braccia e mostra il dito medio all’autoblindo con il cannone ad acqua che staziona davanti all’hotel Gran Bretagna, in piazza Syntagma. Abiti neri, mascherina nera, capelli neri, unghie tinte di nero contro la pressione del getto d’acqua. Era vera o no la fotografia? E basta con questa storia. Nessuna immagine è vera.

La sera stessa, Ghiorgos riprende le cameriere del Gran Bretagna. Indossano le divise nere inamidate e raccolgono i cocci sulle scale, davanti all’ingresso dell’hotel. Chi raccoglierà i nostri?

Cos’altro?

Una molotov cade in mezzo alla calca aprendo un buco nella strada. Come un ciottolo  infuocato.

Poliziotti che impersonano manifestanti. Poliziotti travestiti da anarchici. Celerini che picchiano ragazzi. Uomini in moto che accostano greggi di manifestanti e li picchiano.

È andata alla grande, la polizia. Certo, avrebbe potuto fare di meglio. Ha provato ad allontanare la gente. A farci sparire. Noi e le nostre ossa. Ma è andata male. Le ossa stanno ancora lì. Nell’aria di Tembi.

A volte devi scrivere a sprazzi. Come se non riuscissi a condurre le parole all’ovile.

Tornando a casa, un furgone della polizia sputa fuori un plotone su viale Vassilèos Alexàndrou. Il plotone risale ansioso il viale. Si posiziona all’angolo dell’Hilton. Aspetta la gente che arriva correndo da via Righìllis.

Dal quartiere di Kolonàki si sentono provenire esplosioni. Visto che Exarchia è diventata Kolonàki, perché Kolonàki non dovrebbe diventare Exàrchia? Così, anche solo per un attimo. 

Su viale Michalopoùlou un signore, con un maglione di lana e gli occhiali, ha tirato fuori una videocamera MiniDV e riprende il caos. “Bella videocamera”, gli dico. Neanche si gira a guardarmi. Tramite la lente, guarda l’autoblindo con il cannone ad acqua che è sbucata dal lato della Pinacoteca Nazionale.

Non volevo scrivere questo articolo. Volevo fare un dito medio.

*

Articolo pubblicato sul magazine Athinorama il 5/3/2025

Kostandìnos Chatzinikolàou è autore del romanzo Iàkovos e della raccolta di poesie Woyzeck – Cielo Auschwitz. Scrive regolarmente per il magazine Athinorama e per il quotidiano Kathimerinì.

*

Foto di Victoras Andonopoulos: Un giovane musicista suona la chitarra durante gli scontri tra persone e polizia, ad Atene, il 28 febbraio 2025, il giorno dell’anniversario dei due anni dall’incidente ferroviario di Tembi.

 

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2 Commenti

  1. Si lotta per la democrazia in Grecia nel paese dove nacque il concetto di democrazia. Finalmente un paese in salute! Bisogna che in Italia si faccia lo stesso di fronte al fascismo imperante.

  2. Dopo aver letto questo bellissimo testo sulla manifestazione in Grecia ne ho trovato uno su un libro intitolato “Il braccio armato del potere. Storie e idee per conoscere la polizia italiana” di Michele di Giorgio uscito da poco. Nell’articolo dedicatogli si risale al movimento di carbonari dei poliziotti negli anni 70 che hanno dato vita al sindacato di polizia SIULP. Purtroppo gli stessi carbonari vedendo la deriva di estrema destra che ha preso il SIULP si sono dichiarati sconfitti. Bisogna fare delle battaglie affinche’ si riconoscano i diritti umani ai poliziotti, il rispetto della dignita’ di essere uomini che significa non pretendere da loro la durezza ingiustificata, il sadismo e via discorrendo. Stiliamo un decalogo dei poliziotti democratici, che devono assicurare i criminali alla giustizia e non contenere la folla infuriata perche’ e’ stata presa in giro dai poteri forti. Dobbiamo umanizzare i corpi di polizia piu’ che si puo’, bisogna raggiungere quei figli di lavoratori che hanno scelto di entrare in polizia perche’ non avevano lavoro. A quelli di Pasolini non siamo ancora riusciti a parlargli. Ma forse Pasolini non sapeva che c’erano tra di loro chi voleva una democrattizzazione dell’arma. La polizia riusci’ grazie alla creazione del sindacato a attuare una riforma che la decretava come forza pubblica civile e non militare. Questo pero’ fu l’unico successo ottenuto poiche’ la riforma da loro auspicata fu solo nominale e come ammettono loro stessi svuotata di senso.

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Andrea Inglese (1967) originario di Milano, vive nei pressi di Parigi. È uno scrittore e traduttore. È stato docente di filosofia e storia al liceo e ha insegnato per alcuni anni letteratura e lingua italiana all’Università di Paris III. Ora insegna in scuole d’architettura a Parigi e Versailles. Poesia Prove d’inconsistenza, in VI Quaderno italiano, Marcos y Marcos, 1998. Inventari, Zona 2001; finalista Premio Delfini 2001. La distrazione, Luca Sossella, 2008; premio Montano 2009. Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato, Italic Pequod, 2013. La grande anitra, Oèdipus, 2013. Un’autoantologia Poesie e prose 1998-2016, collana Autoriale, Dot.Com Press, 2017. Il rumore è il messaggio, Diaforia, 2023 (Premio Pagliarani 2024). Prose Prati, in Prosa in prosa, volume collettivo, Le Lettere, 2009; Tic edizioni, 2020. Quando Kubrick inventò la fantascienza. 4 capricci su 2001, Camera Verde, 2011. Commiato da Andromeda, Valigie Rosse, 2011 (Premio Ciampi, 2011). I miei pezzi, in Ex.it Materiali fuori contesto, volume collettivo, La Colornese – Tielleci, 2013. Ollivud, Prufrock spa, 2018. Stralunati, Italo Svevo, 2022. Storie di un secolo ulteriore, DeriveApprodi, 2024. Romanzi Parigi è un desiderio, Ponte Alle Grazie, 2016; finalista Premio Napoli 2017, Premio Bridge 2017. La vita adulta, Ponte Alle Grazie, 2021. Saggistica L’eroe segreto. Il personaggio nella modernità dalla confessione al solipsismo, Dipartimento di Linguistica e Letterature comparate, Università di Cassino, 2003. La confusione è ancella della menzogna, edizione digitale, Quintadicopertina, 2012. La civiltà idiota. Saggi militanti, Valigie Rosse, 2018. Con Paolo Giovannetti ha curato i volumi collettivi Teoria & poesia, Biblion, 2018 e Maestri Contro. Brioschi, Guglielmi, Rossi-Landi, Biblion, 2024. Traduzioni Jean-Jacques Viton, Il commento definitivo. Poesie 1984-2008, Metauro, 2009. È stato redattore delle riviste “Manocometa”, “Allegoria”, del sito GAMMM, della rivista e del sito “Alfabeta2”. È uno dei membri fondatori del blog Nazione Indiana e il curatore del progetto Descrizione del mondo (www.descrizionedelmondo.it), per un’installazione collettiva di testi, suoni & immagini.
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