Articolo precedente
Articolo successivo

Da “Ogni cosa fuori posto”

Per Industria & Letteratura, collana di narrativa “L’invisibile” diretta da Martino Baldi, è oggi in libreria Ogni cosa fuori posto, un romanzo di Andrea Accardi

di Andrea Accardi 

Dal capitolo 3. Dentro il condominio

[…]

C’è adesso come un vuoto nella planimetria, un buco da cui passa l’aria fredda, e su quel niente di un interno al quinto piano converge e poi s’increspa tutta la pianta del condominio. Il corpo della ragazza (il salto, il volo) resta per aria come una parte che manca (nondimeno è lì in salotto, ricomposta, e l’appartamento intero la costeggia). La vita ordinaria è come sospesa, alcuni divagano per pena o imbarazzo, altri provano a dire puntualmente, a capire. “La causa, le ragioni…”, “Ma non c’è mai un perché soltanto”, “Qualcosa di simile al destino, le nascite, le morti…”, “La vita a un certo punto si stringe al collo”, “Nessuno ha potuto farci nulla”, “Chissà cos’ha visto, dov’è precipitata”, “Ma adesso si abbasserà il valore delle case”, “La catena invisibile del dolore”, “Se n’è andata liberamente, con il sorriso”, “Ma che cazzo ne sai”.

Stefano gira per l’appartamento mentre tutti stanno in salotto, e intravede la stanza di Roberta dalla porta semichiusa, semiaperta, le pareti dipinte di rosso (“Sembra il set di un film porno”), dentro ci trova Marta e le ragazze, guardano le foto appese e piangono. Stefano ricorda che sono stati anche amici quando uscivano tutti insieme al primo anno, c’è anche lui in una foto scattata qui in balcone, e i palazzi intorno un poco sfocati che sembrano guardarli come passanti stupiti. E gli piaceva pure, Roberta, ma non glielo ha detto mai tranne quella volta che lei ha finto che non si era capito ma si era capito eccome. C’è poi una foto di Roberta a quattro anni nuda sulla battigia che sorride con un sorriso smorfioso a qualcuno che la fotografa, è forse questo il passato degli altri, un sorriso di cui nessuno conosce il motivo. Oggi Stefano si sente come uno arrivato alla fine di una festa, anche se festa non è forse il termine più adatto. Sente di avere sprecato la giornata, e invece Roberta cos’ha voluto sprecare e perché.

Proseguendo per il corridoio, adesso ascolta i rumori del condominio, il respiro del palazzo, suoni di sciacquoni, di sedie spostate, colpi di tosse, perfino le molle di un letto (“qui sotto si muore e invece sopra… due cose opposte che incombono”), pensa che prima o dopo tutte le risate avranno torto, saranno smentite. Sogna il futuro come una cosa enorme, piena di buio, di perdita (“e forse ci si ammazza per questo, per giocare d’anticipo”), arriva alla fine del corridoio, di lato una stanza più piccola, una scrivania e un mappamondo, libri aperti forse per l’insonnia del padre che da oggi sarà peggio, come si sceglie una casa, come si sceglie il posto in cui impazzire?

“Ehi sei qui, andiamo, mi ha scritto quel coglione di mio padre, a Davide l’ho già detto”.  Stefano e Claudio sono sul pianerottolo ad aspettare l’ascensore, immersi in quell’odore consueto di cose umide rattrappite di nascosto che hanno tutti i pianerottoli davanti agli ascensori, e al sollievo di un odore conosciuto si aggiunge di colpo l’inquietudine di un problema irrisolto, di un odore che nasconde piuttosto un divieto. “Si vede con una colombiana, mia madre gli ha trovato dei vocali ridicoli con questa che parla e sembra l’imitazione di una prostituta, lui dice che fa l’estetista va beh”, “Ah cazzo mi dispiace”, “Che figura di merda che ci fa, che figura”. Dentro l’ascensore si pensa poi a cosa potrà esserci nella cavità del condominio, nel ventre della balena, monete come dentro una fontana, sigarette e sigari, forbici piatti lische guanti, mappamondi e dentiere, vasi da notte pettini lampadine, un mazzo di chiavi, qualcosa come un groviglio di peli e polvere e fili, e poi code di animali, pupille risvegliate dalla luce, dai rumori di superficie, oppure feti rifiutati e portati a compimento in un’acqua di sentina, in un fondo di gusci liquami detersivi, uomini del sottosuolo metà nani metà uccelli che spingono carrelli su rotaie, raccolgono i minerali di cui è fatto il condominio, spronati da diavoli felici simili a scimmie in costume che conoscono il buio di cui è fatto il macchinario, ma anche, degli uomini che vivono di sopra, il destino.

Stefano e Claudio raggiungono il cortile dietro il palazzo, che sembra una discarica di biciclette. Su un muretto che costeggia il cortile c’è una scritta fatta a mano con la vernice, ma la scritta è un poco storta, trema, dice posteggio e non ci crede neanche lei. “Ci vediamo a scuola e poi in piscina ma comunque ci scriviamo”. Poi fra loro passa come un orlo di significato, un bagliore che si spegne di colpo: che non c’è merito nella riuscita e non c’è colpa nella disfatta. E in quel momento entrambi sentono un verso già sentito mille volte, e anche quella mattina all’alba, quando la cosa era già avvenuta, si sarà comunque udito, come in tutte le albe che ricordiamo della vita, il verso singhiozzante e vicinissimo, quasi davvero dicesse qualcosa di umano agli umani, della tortora.

SINOSSI

Un medico arriva in una cittadina per prendere servizio, ma di notte si perde e la esplora suo malgrado. La mattina dopo si diffonde la notizia del suicidio di una ragazza, e intorno a questo trauma finiscono per articolarsi le storie dei protagonisti e le loro ricerche insoddisfatte. Un personaggio misterioso arrivato da fuori attira l’attenzione di tre giovani amici e compagni di scuola. Nel frattempo lo stesso medico è sulle tracce di un cane infetto, un professore non riesce a instaurare un dialogo con i suoi allievi, un ragazzo all’estero cerca e non trova dove abitare. Questi fili finiranno per unirsi, mentre in gioco sembrano esserci, per tutti, alcuni fantasmi della mente che deformano la realtà.

Print Friendly, PDF & Email

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

articoli correlati

Wirz

di Maria La Tela
Quando fu il nostro turno ci alzammo da terra. Eravamo rimasti seduti a guardare le ragazze che ballavano con le magliette arrotolate sotto l’elastico del reggiseno per scoprire l’ombelico.

Le precarie e i precari dell’università in piazza il 29 novembre

Comunicato stampa 29 Novembre Contro tagli e precarietà, blocchiamo l'Università! – L'Assemblea Precaria Universitaria di Pisa scende in piazza contro...

“Tales from the Loop”: una tragedia non riconosciuta

di Lorenzo Graziani
Qualsiasi sia la piattaforma, la regola aurea che orienta la scelta è sempre la stessa: se sei in dubbio, scegli fantascienza. Non è infallibile, ma sicuramente rodata: mi conosco abbastanza bene da sapere che preferisco un mediocre show di fantascienza a un mediocre show di qualsiasi altro tipo.

“Sì”#3 Lettura a più voci

di Laura Di Corcia
È un libro, in fondo, sul desiderio; un libro che pare costituito da risposte, più che da domande. Un libro di esercizi di centratura. Ma anche un libro che mira a un’ecologia della mente e della scrittura "Sì" di Alessandro Broggi...

Da “80 fiori”

di Louis Zukofsky
Traduzione di Rita Florit. Prima traduzione italiana del più "teorico" degli oggettivisti americani.

“Si”#2 Lettura a più voci

di Renata Morresi
Un'altra voce, un'altra lettura del lavoro di Alessandro Broggi, a partire da "Sì"
andrea inglese
andrea inglese
Andrea Inglese (1967) originario di Milano, vive nei pressi di Parigi. È uno scrittore e traduttore. È stato docente di filosofia e storia al liceo e ha insegnato per alcuni anni letteratura e lingua italiana all’Università di Paris III. Ora insegna in scuole d’architettura a Parigi e Versailles. Poesia Prove d’inconsistenza, in VI Quaderno italiano, Marcos y Marcos, 1998. Inventari, Zona 2001; finalista Premio Delfini 2001. La distrazione, Luca Sossella, 2008; premio Montano 2009. Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato, Italic Pequod, 2013. La grande anitra, Oèdipus, 2013. Un’autoantologia Poesie e prose 1998-2016, collana Autoriale, Dot.Com Press, 2017. Il rumore è il messaggio, Diaforia, 2023. Prose Prati, in Prosa in prosa, volume collettivo, Le Lettere, 2009; Tic edizioni, 2020. Quando Kubrick inventò la fantascienza. 4 capricci su 2001, Camera Verde, 2011. Commiato da Andromeda, Valigie Rosse, 2011 (Premio Ciampi, 2011). I miei pezzi, in Ex.it Materiali fuori contesto, volume collettivo, La Colornese – Tielleci, 2013. Ollivud, Prufrock spa, 2018. Stralunati, Italo Svevo, 2022. Romanzi Parigi è un desiderio, Ponte Alle Grazie, 2016; finalista Premio Napoli 2017, Premio Bridge 2017. La vita adulta, Ponte Alle Grazie, 2021. Saggistica L’eroe segreto. Il personaggio nella modernità dalla confessione al solipsismo, Dipartimento di Linguistica e Letterature comparate, Università di Cassino, 2003. La confusione è ancella della menzogna, edizione digitale, Quintadicopertina, 2012. La civiltà idiota. Saggi militanti, Valigie Rosse, 2018. Con Paolo Giovannetti ha curato il volume collettivo Teoria & poesia, Biblion, 2018. Traduzioni Jean-Jacques Viton, Il commento definitivo. Poesie 1984-2008, Metauro, 2009. È stato redattore delle riviste “Manocometa”, “Allegoria”, del sito GAMMM, della rivista e del sito “Alfabeta2”. È uno dei membri fondatori del blog Nazione Indiana e il curatore del progetto Descrizione del mondo (www.descrizionedelmondo.it), per un’installazione collettiva di testi, suoni & immagini.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: