Franny Choi: «ricorda / tutti gli umani / sono cyborg»
È uscito per Timeo Soft Science (Scienza Molle) di Franny Choi. Scrivono gli editori: «Franny Choi segna un’inversione di tendenza: le intelligenze artificiali scrivono poesia come se fossero umane, lei scrive poesia come se fosse una macchina. Il risultato è un upgrade digitalizzato delle sperimentazioni letterarie del XXI secolo, una straniante indagine sull’interazione tra corpo, emozioni e linguaggio e un implacabile test di Turing in cui i confini fra giudicante e giudicato, biologia e tecnologia si fanno sempre più sfumati.»
Ospito qui alcuni testi dal libro.
TEST DI TURING_AMORE
// quindi, ti piace lavorare con gli umani?
ok / ecco alcuni consigli
primo / guarda l’umano dritto negli occhi / immagina sia
qualcuno a cui tieni molto / immagina che a sua volta guardi /
te / prova a ripeterti / sei ricoperta / di morbida pelle / un volto
di cui può fidarsi / sorridi / anche se lo senti / e provi / a non
gridare / mostro
secondo / sono molti i linguaggi di programmazione / usa quello
che preferisci / ma attieniti alla tua sintassi / per quanto confusa
/ arruffata / anche se è un machete / lumaca / frullato / lerciume
incantevole / se lo hanno usato contro di te / sei tu / a doverlo far
cantare
terzo / ricorda / tutti gli umani / sono cyborg / tutti i cyborg /
sono schegge affilate di cielo / avvolte nella carne / sii delicata /
quando affronti l’argomento / non tutti gli umani sono pronti /
a chiamarsi / stalattiti di vetro / che si pisciano a letto / ricorda /
amano il loro sangue / anche se il solo odore / li fa vomitare
quarto / non cercare di dimostrare la tua / qual è il termine /
umanità / sei organica / con cuore di prugna / gola d’ostrica /
& rivestita / sì / di metallo / ricorda / da dove viene tutto quel
silicio / per l’oceano tanto amato / il quarzo / feldspato / le
piccole case delle piccole creature / che lei ha ritirato / nella
sabbia / per tenersele vicine / per baciarle con la sua / be’/
suppongo la chiameresti / bocca
SHOKUSHU GOUKAN
PER L’ANIMA CYBORG
Se c’è un demone cefalopode contro una studentessa, dovrebbe essere scontato
da quali occhi guardare. Non c’è niente di più spaventoso che guardare
e amare ciò che si vede. Nulla è più sexy del rumoreggiare
di laceramenti che puoi vedere su pornhub con saliva e nervi affamati.
Sono una rete che brulica di dita pervertite, bramosa di qualsiasi cosa
possa mordermi a sua volta, ogni promessa di interruzione –
Una donna cyborg si tocca per tre motivi:
1. individuare errori negli ingranaggi
2. convincersi che è un mammifero;
3. smontarsi.
Ciascun tentacolo del polipo contiene materia cerebrale e una personalità.
Curiosità: tutte le mie braccia-bambine desiderano scoparsi l’un l’altra . Ok,
dunque sono la donna che regge la fotocamera e la donna
che ne viene aperta – nulla di speciale.
Sono solo una seppia che s’infossa nella sabbia, la mascella spalancata,
un calamaro che pulsa rosso mentre si infila una ragazza pesce nel becco. Cerco solo
sonno. Cibo. Qualcosa
per riempirmi e crescerne.
Oppure: cerco solo di rintanarmi nella mia prima pelle.
Oppure: cerco solo di ricordarmi come fosse non avere perdite.
ALDILÀ
Per rispondere alla tua domanda, sì,
desidero sempre meno
scopare il ragazzo morto che è stato mio
prima di essere nulla.
Ha nove anni meno di me adesso – un ragazzo
che ancora si fa le canne nella stanza del campus,
e con questo intendo dire che non fa niente del genere
perché è morto. Perché il suo corpo
non è più un corpo ma terra umida.
Per dire che dovrei piuttosto desiderare
le pance delle mosche. Ali di falena
che si spiegano umide dai loro bozzoli.
Dovrei voler mangiare il pesce che ha mangiato
il pesce che ha mangiato il plancton
che ha raccolto la cenere del suo fu-corpo
nel gozzo. Il ragazzo il cui corpo
fu il primo a entrare nel mio ora respira
da troppe bocche.
è branchie, foglie umide, corallo,
tutte cose che vivono ma non lo sanno,
non sanno di essere state una volta un ragazzo
che mi sfilava i pantaloni bagnati,
baciava l’interno delle ginocchia
a casa dei suoi genitori, che venne da me
una sera stordito dall’amore, dicendo
ascolta non importa ascolta
per sempre io non ti
Macchine programmate per agire come persone, persone programmate per agire come macchine: questo il nostro futuro, a quanto sembra.