Articolo precedente
Articolo successivo

Duo da camera (6)

immagine854201.jpg
Di Andrea Inglese

Noi due assieme non abbiamo bisogno
di sogni, né di saghe, leggende, riti,
strumenti ad arco, non abbiamo
bisogno di smalti, stucchi, porcellane,
è nitido il motivo a spirale
dei nostri polpastrelli, il foro
uditivo sormontato da una conchiglia
di carne, che sfiorata con mani
o punta di lingua irradia
ovunque la febbre, il tremore,
il precipizio del sangue, è limpido,

abbagliante il senso dei nostri
organi, è chiaro l’uso del fiato,
della saliva, del dito, delle ombre
che passano nello sguardo, è sicura,
sedativa la profondità dei varchi,
delle gallerie, delle pieghe, è buona
la superficie, la punta, la tinta
dei risvolti, la stoffa e la fodera
delle carni. Su questo altare
la bibbia sono le nostre parole
roche, sfuggite per sbaglio, le nenie
dementi. Qui le divinità, tutte,
tacciono, si spengono attònite,
imparano da noi, spasmo per spasmo,
i nutrimenti terrestri.

*

Il mondo forse si dispiace
della nostra limata noncuranza,
oblivione di fosse comuni, carcasse
di case, pestilenze, bocche rapinate
di voce: i viventi segreti fossili
dell’assoluta ingiustizia. Non
di loro possiamo spogliarci,
ma degli altri, laboriosi, chini
sulle pareti della tana: i doppi
vetri, le galosce, il freezer, la porta
blindata, il cinema domestico
via cavo, dove tutto è ancora
più solido e lindo, più onesto
e resiste ai sismi, agli spifferi,
ai sibili strani. La nostra stanza
è battuta da tanti venti che ancora
non abbiamo censito. Agli angoli
a bufera sfogata troviamo
ingranchiti, strapazzati i nostri
corpi stupiti.

*

Dove siamo? Quasi scomparsi
dal mondo, erbe di frontiera,
fuochi estenuati di cantiere…
Quale labile contorno ci tiene?
Così sparsi, sfuocati, animali
senza recinto, gabbia, territorio…
Quale fiaba di lusso dissolve
intorno a noi la pletora di spazi
taglienti e duri, i massi, le pianure,
i molossi di cemento, i favi umani?

Il suolo non ci serve ora che siamo
centro, pianeta, sostanza assidua
di mani che curano gli antichi
dolori: mio medicamento soffia
nella mia bocca la penicillina,
fammi tisane, impacchi
con la tua saliva, addormentami,
celami nel cavo fra le tue gambe,
nell’arco del tuo braccio calami,
nel profumo acre, e seppelliscimi.

(Fine)

(da Inventari, Zona, 2001)

(immagine: Balthus)

Print Friendly, PDF & Email

articoli correlati

“Tales from the Loop”: una tragedia non riconosciuta

di Lorenzo Graziani
Qualsiasi sia la piattaforma, la regola aurea che orienta la scelta è sempre la stessa: se sei in dubbio, scegli fantascienza. Non è infallibile, ma sicuramente rodata: mi conosco abbastanza bene da sapere che preferisco un mediocre show di fantascienza a un mediocre show di qualsiasi altro tipo. Mi piace pensare che sia perché la fantascienza è il genere più speculativo e vicino alla filosofia...

“Sì”#3 Lettura a più voci

di Laura Di Corcia
È un libro, in fondo, sul desiderio; un libro che pare costituito da risposte, più che da domande. Un libro di esercizi di centratura. Ma anche un libro che mira a un’ecologia della mente e della scrittura "Sì" di Alessandro Broggi...

Da “80 fiori”

di Louis Zukofsky
Traduzione di Rita Florit. Prima traduzione italiana del più "teorico" degli oggettivisti americani.

“Si”#2 Lettura a più voci

di Renata Morresi
Un'altra voce, un'altra lettura del lavoro di Alessandro Broggi, a partire da "Sì"

“Si” #1 Lettura a più voci

di Andrea Accardi
e di Leonardo Canella
leggono "Sì" di Alessandro Broggi. Un progetto di lettura a più voci e secondo approcci anche molto diversi di un libro difficilmente classificabile.

V.C.B.*

di Giancarlo Busso 
Il cortile della cascina era in catrame. Il catrame in estate è diventato un problema, ma questo non accadeva quaranta anni fa. Arrivavano camion pieni di bestiame dalla Francia, alcuni camion avevano milioni di chilometri percorsi e potevano ancora percorrere il periplo della terra, tante volte quante era necessario per ritornare qui nel cortile di catrame.
andrea inglese
andrea inglese
Andrea Inglese (1967) originario di Milano, vive nei pressi di Parigi. È uno scrittore e traduttore. È stato docente di filosofia e storia al liceo e ha insegnato per alcuni anni letteratura e lingua italiana all’Università di Paris III. Ora insegna in scuole d’architettura a Parigi e Versailles. Poesia Prove d’inconsistenza, in VI Quaderno italiano, Marcos y Marcos, 1998. Inventari, Zona 2001; finalista Premio Delfini 2001. La distrazione, Luca Sossella, 2008; premio Montano 2009. Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato, Italic Pequod, 2013. La grande anitra, Oèdipus, 2013. Un’autoantologia Poesie e prose 1998-2016, collana Autoriale, Dot.Com Press, 2017. Il rumore è il messaggio, Diaforia, 2023. Prose Prati, in Prosa in prosa, volume collettivo, Le Lettere, 2009; Tic edizioni, 2020. Quando Kubrick inventò la fantascienza. 4 capricci su 2001, Camera Verde, 2011. Commiato da Andromeda, Valigie Rosse, 2011 (Premio Ciampi, 2011). I miei pezzi, in Ex.it Materiali fuori contesto, volume collettivo, La Colornese – Tielleci, 2013. Ollivud, Prufrock spa, 2018. Stralunati, Italo Svevo, 2022. Romanzi Parigi è un desiderio, Ponte Alle Grazie, 2016; finalista Premio Napoli 2017, Premio Bridge 2017. La vita adulta, Ponte Alle Grazie, 2021. Saggistica L’eroe segreto. Il personaggio nella modernità dalla confessione al solipsismo, Dipartimento di Linguistica e Letterature comparate, Università di Cassino, 2003. La confusione è ancella della menzogna, edizione digitale, Quintadicopertina, 2012. La civiltà idiota. Saggi militanti, Valigie Rosse, 2018. Con Paolo Giovannetti ha curato il volume collettivo Teoria & poesia, Biblion, 2018. Traduzioni Jean-Jacques Viton, Il commento definitivo. Poesie 1984-2008, Metauro, 2009. È stato redattore delle riviste “Manocometa”, “Allegoria”, del sito GAMMM, della rivista e del sito “Alfabeta2”. È uno dei membri fondatori del blog Nazione Indiana e il curatore del progetto Descrizione del mondo (www.descrizionedelmondo.it), per un’installazione collettiva di testi, suoni & immagini.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: