Da “Spostamenti”

[Pubblico alcuni testi tratti dal volume Spostamenti di Carlo Sperduti (Tic edizioni, 2024). Oltre ad essere autore, Sperduti è libraio, curatore della collana “glossa” per l’editore pièdimosca e editore lui stesso con la casa editrice déclic. La sua passaione sono le prose, le prose, le prose (brevi, brevissime,). a. i.]

di Carlo Sperduti

Colazione

È una soglia, coincide fortuitamente con una soglia, è di fatto entrambe le cose.

Il bar perde in media un membro del personale ogni ventotto giorni per sovrappensiero.

Non mancano tuttavia dettagliate istruzioni e otto settimane di addestramento al pensiero monofocale come da contratto standard punto 11.

Puoi vedere un cameriere allontanarsi dopo aver annotato la tua ordinazione su carta consunta. Puoi vederlo allontanarsi mentre pensi all’aggettivo consunta.

Scompare oltre il bancone oltre una porta oltre il bancone. Non ricompare. Il motivo: ha oltrepassato la soglia oltrepassando la soglia. È finito laddove ha spostato il pensiero. Non lo sapremo. Si dirigeva in cucina. E invece.

Si procede all’inserimento dell’annuncio sulle principali piattaforme: cercasi personale di sala.

Si convoca la squadra assorbente per fortificare la protezione e proteggere la fortificazione, limitare le perdite, contrarre la soglia, avversare la voglia: che ti prende andando a controllare mentre pensi al verbo esperire e nel bosco eterno corre a mezz’aria il pulviscolo di una paura che non ricordavi fino a un ordine fa e che ora non vedi arrivare a tutta velocità fra piccoli crolli di corteccia e altissimi tronchi cerebrali: ce l’hai già negli occhi e non la vedi, non la vedrai.

*

Ospiti

Mangi una cosa se ti ostacola. Per questo il cibo è il nemico. Un tuo sillogismo all’indietro. Ora però non vedi la cosa in terrazzo­. Il tuo cotone si è impigliato a mezz’aria. Hai tirato il filo e l’hai liberato da cosa? Esplori l’aria con le mani e percorri una superficie ruvida poi liscia poi puntuta poi in movimento. No, è una leggera espansione. Avvicini la bocca. Si addenta ma è infrangibile.

Entri ed esci di nuovo. Hai in mano il piatto di ceramica con cui non parli da giorni. Lo scagli contro il punto in cui dovrebbe esserci la cosa. Va in mille pezzi.

Per giorni inviti i tuoi amici ad assistere alla cosa, ad assisterti con la cosa. Arrivano in gruppi di due, tre, quattro. Li vedi parlottare tra loro, a volte. Cogli alcuni sguardi e componi congetture. Offri da bere senza sosta e stuzzichini. In generale ti sorridono e vestono bene. Ti fanno domande sulla casa con gergo immobiliare.

La cosa occupa metà del terrazzo, è chiaro che non si fermerà. Altri tre giorni ed è rimasto un solo accesso libero su quattro. Una sola uscita libera su quattro.

Afferri una porzione di frase da cui ricostruisci un senso: i tuoi amici ti stanno assecondando. Uno ostruisce l’entrata, l’uscita. Gli penetri la spalla destra coi denti, bloccandone i movimenti con le braccia. Riesce a liberarsi solo al terzo affondo, quando allenti la presa e dovrai pulire quel casino, gli altri sono dentro e stanno arrivando attratti dalle urla. Urla di dolore o di rabbia, ti colpisce con un pugno allo stomaco, ti mozza il fiato costringendoti a sputare il boccone e cadi a terra pulendo mentalmente quel casino. La finestra in fondo al terrazzo esplode. Sta entrando. Un’amica si fa avanti e mira alla faccia. Fai appena in tempo a interporre una mano tra i denti e il calcio. Se ne vanno di fretta parlando ad alta voce. Stavolta senti tutto. Hai quarantasei anni ed è la tua prima volta con una cosa che non vedi, cresce da fuori a dentro, fa male e dovrai pulire quel casino prima che blocchi per sempre l’entrata. L’uscita.

*

Buone maniere

Il primo episodio documentato risale al mese di ottobre del 2018: Maugeri saluta gli ultimi grammi di un arancino, in via Gisira, prima di ingerirli. Sono le 12:05.

Pranzava presto, conferma il suo compagno.

Nessun episodio degno di nota fino alla notte del 31 dicembre, occasione in cui Maugeri saluta ogni boato celebrativo. L’operazione copre alcune ore, inoltrandosi nella mattinata del primo gennaio. Il risultato è un’infiammazione alla gola della durata di una settimana.

Per alcuni giorni, Maugeri sembra condurre una vita ordinaria, ma nel pomeriggio del 17 gennaio 2019 si espone agli sguardi di numerosi testimoni su via Etnea: ne percorre un buon tratto salutando ogni passante, vetrina, cabina telefonica, striscia pedonale, cartello stradale, taxi, trenino, bicicletta, dissuasore, cacca di cane. Sviene appena oltre il cancello dell’Orto Botanico, salutando la grande palma alla sua destra. Riporta ferite di poco conto al viso e alle ginocchia.

Da allora l’esistenza di Maugeri s’instrada rapidamente verso la reclusione.

Prende a salutare regolarmente, afferma il suo compagno, ogni cosa in ogni stanza, a ogni incontro, ma è la fase successiva la più complessa.

Da marzo ad agosto 2021 Maugeri rende oggetto di saluto, nell’ordine: le ore, le sensazioni, i dolori, le emozioni, i minuti, le temperature, i suoni, i ricordi, le parole altrui, le proprie, i secondi.

Questa frenetica attività ne sfibra il fisico al punto che, negli ultimi mesi, dorme diciotto ore al giorno. Saluta nelle restanti sei, ormai senza spostarsi dal letto. Si rammarica di non poter salutare le parole con cui saluta le parole.

Mantenere regolarmente idratato e nutrito il corpo di Maugeri diviene impossibile. Tuttavia non arriva a morire di fame o di sete. Si barrica nella sua stanza quando capisce che non potrebbe salutarsi i pensieri, cioè a dire i saluti. Dura una notte appena. Alle 5:12 del 6 novembre 2021, nel suo appartamento di via Transito, Maugeri toglie il saluto.

 *

Come un dovere

Un chilometro di statale: tredici case, un bar, un alimentari, un tabaccaio, una farmacia, una chiesa. Lo chiamano centro abitato. Sono tutti d’accordo con Franco.

Il fatto risale al 1987: un’alba d’autunno.

Il primo rintocco delle sette, nel ricordo collettivo, coprirà il colpo di pistola nella sesta casa a destra contando da nord. Per questo, il cadavere verrà scoperto molte ore dopo. La casa resterà vuota. Un lento diroccarsi tra sguardi stornati. Circoleranno battute sul tema delle campane a morto. Tutti le faranno, nessuno ne riderà. Continueranno a circolare, come un dovere.

Fino al 2001, nessun episodio degno di nota.

Nella notte tra il 20 e il 21 agosto di quell’anno, Franco si sveglierà appena dopo le sei e trenta, convinto che la campana delle sette debba coincidere con un altro colpo. Nei successivi venti minuti lo si vedrà correre in undici case. La campana delle sette, in questo modo, non porterà decessi. Ripeterà l’operazione ogni mattina.

Non ci si uccide dopo aver ricevuto una visita: una questione di forma.

Tre settimane dopo, sarà persuaso del fatto che ogni campana può essere fatale. Inizierà a visitare le case ogni ora, prima dei rintocchi. Diverrà estenuante.

Si organizzeranno dei turni. Ognuno farà in modo che tutti gli altri non si ammazzino. Col tempo, l’ingranaggio diverrà perfetto.

Nella primavera del 2018 una donna tenterà di acquistare la sesta casa a destra contando da nord. Glielo impediranno, fisicamente.

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Andrea Inglese (1967) originario di Milano, vive nei pressi di Parigi. È uno scrittore e traduttore. È stato docente di filosofia e storia al liceo e ha insegnato per alcuni anni letteratura e lingua italiana all’Università di Paris III. Ora insegna in scuole d’architettura a Parigi e Versailles. Poesia Prove d’inconsistenza, in VI Quaderno italiano, Marcos y Marcos, 1998. Inventari, Zona 2001; finalista Premio Delfini 2001. La distrazione, Luca Sossella, 2008; premio Montano 2009. Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato, Italic Pequod, 2013. La grande anitra, Oèdipus, 2013. Un’autoantologia Poesie e prose 1998-2016, collana Autoriale, Dot.Com Press, 2017. Il rumore è il messaggio, Diaforia, 2023. Prose Prati, in Prosa in prosa, volume collettivo, Le Lettere, 2009; Tic edizioni, 2020. Quando Kubrick inventò la fantascienza. 4 capricci su 2001, Camera Verde, 2011. Commiato da Andromeda, Valigie Rosse, 2011 (Premio Ciampi, 2011). I miei pezzi, in Ex.it Materiali fuori contesto, volume collettivo, La Colornese – Tielleci, 2013. Ollivud, Prufrock spa, 2018. Stralunati, Italo Svevo, 2022. Romanzi Parigi è un desiderio, Ponte Alle Grazie, 2016; finalista Premio Napoli 2017, Premio Bridge 2017. La vita adulta, Ponte Alle Grazie, 2021. Saggistica L’eroe segreto. Il personaggio nella modernità dalla confessione al solipsismo, Dipartimento di Linguistica e Letterature comparate, Università di Cassino, 2003. La confusione è ancella della menzogna, edizione digitale, Quintadicopertina, 2012. La civiltà idiota. Saggi militanti, Valigie Rosse, 2018. Con Paolo Giovannetti ha curato il volume collettivo Teoria & poesia, Biblion, 2018. Traduzioni Jean-Jacques Viton, Il commento definitivo. Poesie 1984-2008, Metauro, 2009. È stato redattore delle riviste “Manocometa”, “Allegoria”, del sito GAMMM, della rivista e del sito “Alfabeta2”. È uno dei membri fondatori del blog Nazione Indiana e il curatore del progetto Descrizione del mondo (www.descrizionedelmondo.it), per un’installazione collettiva di testi, suoni & immagini.
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