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Colonna (sonora) 2024

 

di

Claudio Loi

 

PLAYLIST 2024. 15 album da sentire ( e ascoltare )

15 album in rigoroso ordine alfabetico per ricordare il 2023 e affrontare le insidie del quotidiano con il piglio giusto. Perché la musica, quella giusta, è la migliore medicina che si possa trovare sul mercato. Buon ascolto!

Algiers. Shook (Matador)

Il quarto album della band è una conferma assoluta e un nuovo punto di partenza. Un disco che raccoglie i frutti della semina di questi anni e ci consegna una band difficile da inquadrare, sospesa tra umori post-punk, una forte componente black e una voce che non ha eguali. Tutte queste belle cose convivono in perfetto equilibrio e la rabbia che trapela da queste canzoni non e mai fine a sé stessa. Una band necessaria e imprescindibile.

https://algierstheband.bandcamp.com/album/shook

 

Altin Gün. Ask (Glitterbeat)

Ascoltare questa musica ci fa rimbalzare in un loop temporale che comprende la psichedelia degli anni Settanta, le lontane derive elettriche ed elettroniche tipiche della controcultura di quella che un tempo si chiamava mitteleuropa, i corrieri cosmici, la diaspora turca e un leggero senso di stordimento psicotropo. Sono turchi ma sono anche olandesi, sono fieri portatori sani di miti e leggende che furono ma sono anche figli di questi tempi e proiettati in un futuro incerto. È la musica giusta per capire il grande caos del pianeta, aprire la mente e stimolare i sensi.

https://altingun.bandcamp.com/album/a-k

 

Aphex Twin. Blackbox Life Recorder 21f (Warp)

Le ultime prove discografiche di Aphex Twin sono lontane nel tempo ma sono ancora dei parametri estetici su cui ragionare e queste poche tracce non spostano di molto la sua biografia. Ma è sempre emozionante capire cosa frulla nella testa di questo signore, entrare nel suo mondo frammentato, spezzato, confuso, nervoso e percepire un forte senso di angoscia e turbamento. La sua storia è stata raccontata in modo sublime da Valerio Mattioli e queste nuove composizioni potrebbero essere una buona scusa per andare a rileggere quelle pagine. E poi dalla Warp non arrivano mai cose scontate così come non lo è questa musica che ad ogni ascolto rilascia nuove sensazioni.

https://aphextwin.bandcamp.com/album/blackbox-life-recorder-21f-in-a-room7-f760

 

Bar Italia. Tracey Denim (Matador)

Sono di Londra, se la tirano da morire (e ne sono ben coscienti), sanno come ci si deve muovere tra i meccanismi dello showbiz, non fanno nulla di nuovo ma lo fanno benissimo. E poi con quella ragione sociale toccano le corde del nostro orgoglio italico così come succede anche con Italia 90 altra band dal nome piuttosto strano. Detto questo suonano freschi, citano bene le opere passato, hanno un suono piacevole e ben educato e sono lanciati verso un futuro radioso. Nel 2023 hanno addirittura pubblicato due album ma questo è quello che preferisco, quello che fa risaltare meglio la voce di Nina Cristante e il mixing di Marta Salogni (altra gloria italica in fuga dal belpaese).  Se siete alla ricerca di un bar nel quale soffocare le vostre angosce Bar Italia è il posto giusto.

https://baritalia.bandcamp.com/album/tracey-denim

 

C+C=Maxigross. Cosmic Res (Dischi Sotterranei)

Sono di Verona ma questo è un particolare di poco conto. La loro musica è tanto italiana quanto figlia di umori e sapori che arrivano da altre latitudini, non solo geografiche. Questo nuovo album ha il sapore agrodolce della perdita, di un amico caro che non c’è più almeno nella sua manifestazione terrena. Miles Cooper Seaton ci ha lasciati nel 2023 ed è difficile prenderne atto ma è anche giusto accettare il destino di essere umani. Conta invece che si potrà contare sulle sue idee, sulle sue intuizioni, sulla sua voglia di esplorare e quest’album è il giusto tributo a un artista che ha lasciato un grande patrimonio culturale. Loro sono forse più apprezzati fuori dalle nostre terre a conferma di un suono che va oltre l’appartenenza a un perimetro definito e diventa messaggio universale. Psichedelia di grana fine, testi molto accurati e incursioni elettroniche nella giusta proporzione e un incedere svagato e meditativo. Come sarebbe piaciuto a Miles.

https://ccmaxigross.bandcamp.com/album/cosmic-res

 

Fire! Orchestra. Echoes (Rune Grammofon)

Mats Gustafsson chi ha abituati a cose sempre fuori dal comune e in questo frangente riesce persino a stupire sé stesso. Ha coinvolto quarantatré musicisti per oltre due ore di musica che va oltre quanto già avevamo appreso dalle sue lezioni. Si respira aria di sperimentazione tosta, di libertà creativa controllata e disciplinata, di qualcosa che parte dal jazz e approda verso lidi che profumano di post-rock, di avant-jazz, di free forms, di ambient, di avanguardie di questo e dell’altro secolo. Un’opera monstre che non possiamo permetterci di ignorare e sottovalutare. Operazioni come queste se ne sentono poche e hanno bisogno di tutte le nostre cure e attenzioni.

https://fireorchestra.bandcamp.com/album/echoes

 

Iosonouncane. Qui noi cadiamo verso il fondo gelido (Concerti 2021-22) (Tanca)

Quello che vale per Gustafsson vale anche per Jacopo Incani nel quale ritroviamo la stessa voglia di sfidare le leggi del conosciuto e proporre opzioni estetiche sempre fuori margine. Il nuovo disco è una raccolta di brani registrati dal vivo negli ultimi anni ma non è il classico album live che da sempre ha caratterizzato la scena rock e si palesava come una sorta di “il meglio di…”. Qui è tutto diverso e pensato in altre direzioni: la maggior parte dei brani sono inediti e quelli già editi hanno nuove sembianze. Il disco raccoglie tre anni di concerti in giro per l’Europa con formazioni diverse ma con lo stesso respiro e con la solita e ostinata ricerca di qualcosa di sempre inedito con un suono che ormai è riconoscibile e certo. Si respira ancora qualcosa della Sardegna ma è tutto più sfumato e filtrato da correnti elettriche che devastano e destrutturano. Un suono possente e imperioso caratterizzato dalle macchine, una lunga e solenne marcia verso non si sa dove e forse non è questo l’importante. Quello che conta è la manifestazione di un artista che non si accontenta e continua a sfidare le leggi della musica e della vita.

https://www.deezer.com/it/album/510910521

 

Daniela Pes. Spira (Tanca)

Una delle più belle sorprese di questo 2023 non a caso ospitata nella stessa Tanca di Iosonouncane. Daniela Pes è rimasta in silenzio per un bel po’ di tempo e si capisce perché. Aveva bisogno della giusta concentrazione per capire da che parte andare, trovare le persone giuste e il giusto mood. È giusto così se credi in quello che fai e lo vuoi far diventare parte integrante della tua vita e Spira è la migliore risposta a tutti i nostri dubbi. Al disco è seguita una lunga serie di concerti e persino il prestigioso riconoscimento della Targa Tenco come miglior Opera Prima a conferma di un lavoro che va oltre le migliori aspettative. Una voce fuori dal coro di indiscutibile valore assecondata da una produzione attenta e responsabile, una lingua nuova che si fa accompagnare da umori elettronici mai invadenti o fuori misura. Si re/spira da queste parti la gelida brezza del maestrale e si trova conforto in una tanca che è ormai un approdo certificato.

https://trovarobato.bandcamp.com/album/spira

 

PJ Harvey. I Inside the Old Year Dying (Partisan)

Una delle poche certezze nella nostra vita di discopati impenitenti. Difficile trovare punti deboli in una carriera iniziata alla fine degli anni Ottanta e costellata di perle di inestimabile valore. E allora dobbiamo arrenderci alla sua grazia e riconoscere che ci si trova di fronte a un artista fuori dal comune e anche questa nuova uscita assurge a livelli che pochi artisti si possono permettere. Tutto questo fatto con poche semplici mosse: gli amici di sempre, una produzione non troppo invadente che privilegia la presa diretta per preservare la sacralità dell’esecuzione, un maniacale lavoro sulla lingua e poco altro: solo un infinito e smisurato talento e un continuo impegno ad arrivare all’essenza delle cose, abbandonare il superfluo e sdraiarsi in attesa che il tempo faccia la sua parte come quel ramoscello della copertina levigato dalla vita che passa. Poco altro da aggiungere se non lasciarsi stordire da questa magia che profuma di infinito.

https://pjharvey.bandcamp.com/album/i-inside-the-old-year-dying

 

Rozi Plain. Prize (Memphis Industries)

Ancora una voce che arriva dalle brume inglesi e che all’anagrafe è registrata come Rosalind Leyden. Il suo nuovo album è passato quasi inosservato da queste parti e invece merita più di un ascolto distratto. Composizioni sono fragili racconti di vita quotidiana, stanze segrete dove riporre segreti e paure ancestrali. Pochi ingredienti, quelli giusti e ben calibrati, minime sfumature di suono e suffumigi elettronici che aiutano a respirare meglio. Tutto appare sfumato, delicato e leggero, una sorta di minimalismo che parte dalle pieghe dell’anima e si disperde come incenso nell’ambiente. Se si dà uno sguardo alle tante collaborazioni presenti in questo disco ecco che tutto prende altre forme e si apprezza ancor di più il valore di quest’opera. Un ascolto che è paragonabile a quello che si prova quando ci si immerge una pozza di acqua calda e osservare le stelle sopra e dentro di noi.

https://roziplain.bandcamp.com/album/prize

 

Sleaford Mods. UK Grim (Rough Trade)

Ogni nuovo lavoro degli Sleaford aggiunge qualcosa di nuovo a un format che solo in apparenza è sempre uguale a sé stesso. La formula è quella consolidata e ben sedimentata con Simon Parfrement impegnato a costruire un tappetto di suoni e rumori, di beat accattivanti, rimandi a piè di pagina sempre in funzione della voce di Jason Williamson che è quando di più punk sia dato da ascoltare negli ultimi anni. Ma questa volta la coppia che appariva chiusa e inossidabile si apre a nuovi amici e conoscenti e allora è un vero piacere verificare come l’aprirsi all’altro aggiunge sempre qualcosa di nuovo. God save the Sleafords.

https://sleafordmods.bandcamp.com/album/uk-grim

 

Squid. O Monolith (Warp)

Un disco che spiazza nella sua imperscrutabile appartenenza a tutto e a nulla. I dischi precedenti lasciavano intuire una vocazione al caos e all’anarchia stilistica ma con questo nuovo lavoro si è andati molto oltre. Il monolite che rimanda a odissee spaziali è stato divelto, frantumato, sbriciolato in miriadi di nuove ontologie sonore. Si respira da queste parti il buo profumo del post punk appena sfornato che subito viene superato da gelide correnti di new prog, di math rock insolente, dal jazz più catastrofico e da una spavalda attitudine alla provocazione. Forse è solo punk sotto nuove forme o forse è solo Squid che in questo momento sono unici è inimitabili. Anche da se stessi.

https://squiduk.bandcamp.com/album/o-monolith

 

The Gaslamp Killer meets The Heliocentrics. Legna (Cuss)

Vederli dal vivo è gioia pura. Si retrocede a uno stato di primitiva euforia trasportati dai ritmi e dalle soluzioni armoniche proposte dalla migliore sezione ritmica del pianeta. Malcom Catto e soci sono gli artefici di un progetto sempre aperto e in progress e ogni collaborazione si spinge nel trovare il beat giusto per ridefinire i termini della questione. Terzomondismo senza sconti, afrofuturismo, funky di quello buono e passione che trasuda da ogni colpo di bacchetta. Ma affiora anche il motorik di krautiana memoria, certe epifanie di freak jazz e una infinita voglia di essere felici semplicemente percuotendo le pelli dei tamburi. Come quella scimmia del caro Kubrick.

https://thegaslampkiller.bandcamp.com/album/the-gaslamp-killer-meets-the-heliocentrics-legna

 

Yalla Miku. Yalla Miku (Bongo Joe)

Se passate a Ginevra fate un salto alla sede della Bongo Joe che si trova in un’isoletta nella parte finale del grande lago. Un tempo questa era una zona industriale poi la città ha cambiato aspetto e questi spazi sono stati messi a disposizione e riconvertiti in luoghi di aggregazione, sale per concerti, centri sociali. In uno di questi isolotti si trova proprio la sede della Bongo Joe con un enorme negozio di dischi, uno spazio sociale, un bar, una terrazza esterna nella quale spesso è possibile assistere a concerti e performance varie. Poi è arrivata la Bongo Joe Records il cui catalogo è decisamente cool e pieno di belle cose che vanno dalla sperimentazione post accademica della Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp a cose più legate ai suoni del mondo. Una delle cose più interessanti proposte da Bongo Joe  in questo 2023è il disco degli Yalla Miku che raccoglie musicisti in fuga dal proprio mondo e che in questo spazio hanno trovato rifugio e possibilità di espressione. Un disco di ritmi e suoni senza patria che guarda avanti cercando di smaltire le scorie di un universo in forte crisi.

 

https://yallamiku.bandcamp.com/album/yalla-miku

 

 

Yo La Tengo. The Stupid World (Matador)

Difficile parlare di questa band senza cadere nelle banali considerazioni che si fanno di fronte ad artisti che il tempo non scalfisce e non turba. Bisognerebbe chiedere a loro come si fa a essere sempre in tiro dopo quasi 40 anni di onorata carriera, a essere sempre sul pezzo, a non ripetersi e soprattutto a far sembrare tutto molto semplice e naturale. Forse è l’aria di Hoboken o qualche medicina magica che noi non conosciamo. Non è dato sapere ma di certo questa musica fa bene al corpo, all’anima e in qualche modo ci tiene vivi e più felici. Fossi un medico prescriverei una dose giornaliera di Yo La Tengo a tutti i miei pazienti.

https://yolatengo.bandcamp.com/album/this-stupid-world

 

 

 

 

 

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3 Commenti

  1. Grazie per la playlist, Francesco! Confesso di conoscere e ascoltare, tra questi artisti, PJ Harvey.
    Hai voglia che la musica d’arte sia la miglior medicina..
    “La musica cura i solchi della nostra anima perché ci dà un punto di accesso immediato alla nostra essenza” (Ezio Bosso, 28.3.2018)

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Sono musicista, quando si studia un brano si considera che anche il silenzio, la pausa sia musica. Compositori come Beethoven ne hanno fatto uso per sorprendere, catturare, ritardare le emozioni del pubblico, il silenzio parte della bellezza. Il silenzio qui però non è la bellezza. Il silenzio che c’è qui, da più di dieci mesi, è anti musicale, è solo vuoto.
francesco forlani
francesco forlani
Vivo e lavoro a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman . Attualmente direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Spettacoli teatrali: Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet, Miss Take. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Métromorphoses, Autoreverse, Blu di Prussia, Manifesto del Comunista Dandy, Le Chat Noir, Manhattan Experiment, 1997 Fuga da New York, edizioni La Camera Verde, Chiunque cerca chiunque, Il peso del Ciao, Parigi, senza passare dal via, Il manifesto del comunista dandy, Peli, Penultimi, Par-delà la forêt. , L'estate corsa   Traduttore dal francese, L'insegnamento dell'ignoranza di Jean-Claude Michéa, Immediatamente di Dominique De Roux
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