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Les nouveaux réalistes: Yuri Sassetti

KZN

di

Yuri Sassetti

Il mio CD era OF-3 Cosimi, che rispondeva agli ordini del DGEUMS OF-10 Aresti. Alla SRCC c’erano COMAMFL OF-8 Lucca, quel giorno in VTC con OF-8 Gutierrez della SPAF per discutere della NFZ su MOW, quelli della R&D e OR-4 Falco dell’UGCT. Io ero un semplice VFP1: mi occupavo delle PEC, delle RT e degli SI, sia Ca.1 sia Ca.2, e redigevo i SB.

Mi ero arruolato l’anno prima ma, nonostante al TEEP avessi facilmente imparato ad usare tutti i TOPFAS, specie l’MG34, non mi piaceva uccidere, sebbene a volte lo ritenessi necessario. O forse ho iniziato a crederlo dopo aver sentito le parole di OR-6 Furlan: «Un uomo mezzo morto può ancora spararvi in testa e farvi saltare le cervella.» È da quel giorno che, quando OF-3 Cosimi mi spedisce in un WG o mi ordina di difendere l’OB, conficcò almeno due 7.92×57 mm Mauser del mio VMG27 nella testa dei nemici caduti all’interno della AOO.

Era febbraio e fuori dalla SRCC facevano -28 °C, la giusta temperatura per quel Cocito di ZAD. Due giorni prima eravamo stati costretti ad attivare una TBMD perché la SRCC era diventata il TO della RVSN CCCP. Alla fine, dopo due ore di Asslt, il loro CINC, un uomo che era stato insignito della Zhukov l’anno prima per il CASEVAC del suo CO, aveva ritirato le truppe. OF-3 Cosimi mi ordinò di redigere il SITREP: 13 KIA, 35 WIA, 7 DWRIA; gli RS-24 Yars non sono progettati per fare del bene.

Nonostante le temperature fossero proibitive pure per le ELINT (da venti minuti il SQS chiedeva di inserire il SBC), dentro la SRCC tutti lavoravamo in silenzio. Era un’atmosfera irreale, soffocante, la stessa di quando OF-3 Cosimi mi aggregò al 1° RGS per un CSS. Il TO era JKT, il che significava indossare AMW, essere pronti a un CW e non perdere mai di vista l’A/G. A JKT non si scende mai sotto i 33 °C, quindi il BICES ci informava costantemente della presenza di fonti d’acqua potabile. Avevamo percorso 17 Km senza vedere l’ombra di un TKR e iniziavamo a dubitare delle informazioni dell’OB. Il silenzio di quel luogo sfondava i timpani. Ancora oggi non saprei dire se per l’afa o per quella calma irreale, ma ricordo che VFP1 Nirboni di colpo puntò il suo MG34 e fece fuoco. Di ritorno all’OB, mi fu ordinato di redigere un BU per annunciare la morte di OR-6 Furlan. Da quel giorno, ho paura del silenzio.

Senza neanche   accorgermene,   avevo   preso   a   battere   in   maniera compulsiva l’indice sul tavolo. Non mi ero reso conto che OF-3 Cosimi si fosse avvicinato alla mia postazione, quindi mi rizzai goffamente sull’attenti. «Il NAD dall’HQ ci ha mandato questo OPLAN. Prepara il GFE, è una CIMIC. Il TO è KZN. Guiderò io le truppe dentro l’AOO.» disse OF-3 Cosimi. Con un eccesso di impudenza, replicai che a KZN la gente muore per il CW. «In guerra, la gente muore e basta,» fu la sua laconica risposta. Aveva ragione.

Così ci dirigemmo verso KZN passando per le MSR. A OF-3 Cosimi era stato assegnato il Plt più piccolo: 10 VFP1 e 4 VFP4; quattordici uomini che avevano abbandonato le proprie famiglie per una guerra di cui sapevano ben poco. Alle OB non arrivano giornali, nelle SRCC la situazione non migliora di molto, così i VFP1, come me, e i VFP4 prendono semplicemente ordini da OF- 3, come Cosimi, o OR-7 o OR-8 che apprendono le notizie da OF-8 in VTC. Al TEEP te lo insegnano fin da subito: in guerra non ci si fanno domande, si agisce e basta. Ed è per questo che scoppiano le guerre.

Marciare per la steppa non è più facile di farlo nella giungla. Quelle vaste e brulle praterie non ti esporranno alle imboscate dei TKR o alle spire di un anaconda, ma -28 °C ti congelano gli ingranaggi dell’MG34 e ti appannano l’M40. Senza contare quei fottuti IED sepolti sotto terra. OF-3 Cosimi percepisce il nostro disappunto e ci promette un SO dal DGEUMS OF-10 Aresti se completeremo l’OPLAN in tre ore. Questo al TEEP non te lo insegnano, ma lo impari comunque: nessuno mette a rischio la propria vita gratuitamente. E, a giudicare dai sorrisi di quei VFP1 e VFP4, miei compagni di sventura, anche la vita umana ha un prezzo.

Dall’OB giunse la notizia che KZN distava ormai solo 3 Km. Nonostante i DPI, non mi sentivo più le mani. Inoltre, da qualche minuto, ero stato colto da una fortissima emicrania, che mi aveva costretto a gettare l’M40 a terra. Avevo freddo, ero stanco e indolenzito, e volevo soltanto tornare alla SRCC a mandare PEC, RT e SI. Provai a scrostare il ghiaccio dal mio MG34, ma fu inutile. Mi tornarono alla mente le parole di OR-6 Furlan, ma continuavo a pensare insistentemente al fatto che non fossi fatto per uccidere, che non volessi uccidere, neanche se a volte era necessario, neanche se un uomo mezzo morto poteva farmi saltare in aria le cervella. Ero circondato da VFP1 e VFP4 che avevano abbandonato le loro famiglie per una guerra di cui sapevano ben poco, ma era bastato che OF-3 Cosimi promettesse un SO per imprimere sul loro volto un sorriso ebete. Cosa ci facevo là, in mezzo alla steppa, a 3 Km da KZN, in mezzo a questa gente?

Un fischio mi trafisse le orecchie, poi il silenzio. Non sopporto più il silenzio, da quando VFP1 Nirboni puntò l’MG34 alla testa di OR-6 Furlan e mi fu ordinato di scriverlo sul BU. Ho paura del silenzio, il silenzio soffoca. Ma non riuscivo più a sentire. Vedevo i VFP1, i VFP4 e OF-3 Cosimi marciare verso KZN insieme a me, ma non li sentivo più. Non sentivo il sibilo del vento gelido che mi graffiava il volto scoperto dopo aver gettato via l’M40, non sentivo le comunicazioni dall’OB, non sentivo più niente. Sentivo però l’MG34 più leggero, come se avessi tra le mani, ora tornate a muoversi, l’M1911 che avevo usato al TEEP. Senza neanche accorgermene, puntai e feci fuoco.

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Sono musicista, quando si studia un brano si considera che anche il silenzio, la pausa sia musica. Compositori come Beethoven ne hanno fatto uso per sorprendere, catturare, ritardare le emozioni del pubblico, il silenzio parte della bellezza. Il silenzio qui però non è la bellezza. Il silenzio che c’è qui, da più di dieci mesi, è anti musicale, è solo vuoto.
francesco forlani
francesco forlani
Vivo e lavoro a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman . Attualmente direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Spettacoli teatrali: Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet, Miss Take. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Métromorphoses, Autoreverse, Blu di Prussia, Manifesto del Comunista Dandy, Le Chat Noir, Manhattan Experiment, 1997 Fuga da New York, edizioni La Camera Verde, Chiunque cerca chiunque, Il peso del Ciao, Parigi, senza passare dal via, Il manifesto del comunista dandy, Peli, Penultimi, Par-delà la forêt. , L'estate corsa   Traduttore dal francese, L'insegnamento dell'ignoranza di Jean-Claude Michéa, Immediatamente di Dominique De Roux
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