Publish or Perish

(Questo racconto contiene testi espliciti. Se ne sconsiglia la lettura a un pubblico non adulto, e a chiunque possa sentirsi offeso da temi e parole che riguardano la sessualità.)
di Alberto Comparini
L’autistico il comunista il giullare di corte il nipote dell’ordinario l’allievo scarso del barone il figlio dell’operaio rimasto bloccato al secondo piano dell’ascensore sociale l’inconsapevole arrivista il dottorando rampante (la formula non è mia, ma l’autore vuole rimanere anonimo): c’è posto per tutti, all’università, anche per me che sono apertamente di destra (ma non posso dirlo a nessuno, in pubblico), un po’ perché sono neurodivergente (secondo l’ultima diagnosi non richiesta), un po’ perché sono un provocatore (così ama ripetere la badante cieca di un mio ex compagno di corso), un po’ figlio un po’ zio un po’ fratello diciamo anche un po’ testa di cazzo (confermo), di certo non sono un intellettuale (professore associato a 35 anni: fortunato ignorante raccomandato) – sono quello che mi si crede, il mio padre spirituale in fin dei conti è Giovanni Giolitti, il GGG: troppo alto rispetto alla media nazionale, troppi capelli in un cimitero di stempiati anche se si iniziano a intravedere i segni del tempo lungo la linea frontoparietale, evitiamo di affrontare l’argomento spalle (ma non poteva giocare a basket, perché lavora all’università), non si capisce mai cosa penso davvero (balbetto, mi mangio le parole, bestemmio), quando scrivo, poi, non ne parliamo sono democratico finché serve un leader controverso, mi piace pensare di essere sempre necessario. Che dire: Giano Bifronte, fino alla morte.
L’altezza, sia chiaro, non è stata una scelta (mio padre è il vero GGG), non è stata nemmeno un vantaggio nella tarda adolescenza quando i vestiti non mi entravano zoppicavo vistosamente le ragazze non mi volevano succhiare il cazzo; ora che sono adulto (contratto a tempo indeterminato fino al 2058) mi sono identificato nella mia altezza americana (6’3 ¼’’, in italiano sono più basso) i vestiti mi entrano ma costano troppo le ragazze che vogliono succhiarmi il cazzo. È una questione di prezzi, così dicono quelle povere sventurate che le dimensioni non contano quando provano a regalarmi un momento di piacere aggrappandosi alla cintura dei miei pantaloni. Eppure, nonostante la loro esperienza di lunga durata (la mia educazione sessuale è cominciata piuttosto tardi osservando dietro una tendina semitrasparente le schiene nude di alcune ragazze vestite solo di un camice a quadretti e di una malattia terminale), l’operazione risulta più complessa del previsto: l’intreccio in pelle delle cinture di Andrea Morando permette di regolarne liberamente la chiusura ma la loro origine è bovina lei è una insopportabile radical chic di sinistra che invece di succhiarmi il cazzo mi attacca una pompa infinita sui diritti degli animali senza notare che la fibbia in metallo è d’argento che il modello della cintura è Made in Italy che la regola della elle era un’invenzione dei colleghi più bassi che si erano specializzati nei cazzi degli altri.
Il danno, comunque, è fatto, lei è intelligente ma parla troppo, tu per precauzione ti avvali del quinto emendamento anche se l’espressione è perfetto non rende pienamente giustizia a tutti gli sforzi fatti per venire in bocca all’ennesima ragazza conosciuta dopo gli atti di un convegno (ah shit, here we go again era il 2004 giocavi ancora alla Playstation). Che fatica, avrà scritto con malcelata ironia alle sue amiche nella chat di gruppo Girls4Ever c’era sicuramente anche sua sorella più grande che fa l’ingegnere meccanico a Dublino le avevi chiesto per cortesia di non diffondere la notizia, delle mie cicatrici parlo spesso e volentieri a degli estranei per strada a lezione nei saggi che scrivo di mattina per ottenere l’abilitazione scientifica di prima fascia (entro un anno bisogna pubblicare una nuova monografia), nel palazzo in cui ci siamo spogliati l’ultima volta ho una reputazione da difendere: tutti mi credono un casanova trentino.
Sono persone più che discrete i miei vicini di casa hanno un lavoro reale il classico nove diciassette dei figli degli animali domestici almeno una macchina per marito e moglie dello zio pervertito preferiscono non parlare delle amanti come i tuoi colleghi vogliono conoscere ogni dettaglio (la cementoplastica è una procedura utilizzata per rinforzare un osso colpito da un tumore, in questo modo si allevia il dolore associato alla lesione metastatica, si prevengono delle fratture invalidanti): di cosa stai parlando, dove sono gli amplessi il cigolio dei materassi (una doga era ancora rotta dall’ultima volta dei nostri incroci) le richieste più disparate la libreria sta in piedi per miracolo non posso sbatterti al muro altrimenti rischiamo di fare dei nuovi danni all’apparato muscolo-scheletrico degli arti inferiori (è nuovo questo corpo mi è costato tanto), al massimo ti posso prendere per i capelli sul divano il sesso durava poco appena ti toccavo venivi subito sto venendo non posso più venire qui non capisco perché stai fingendo a chi importa sapere quando sei venuta ancora a Trento si era fatto tardi devo andare al Santa Chiara l’orario delle visite è terminato da almeno un’ora il corridoio di via Lampi 14 era vuoto (lei aveva preso le scale, tu l’ascensore, per un attimo non vi siete incrociate), quella sera avevi toccato con mano i tagli che attraversavano il mio corpo compongono un disegno anomalo per le tue dita che cercavano di rendere meno anomalo l’imbarazzo del giorno dopo. Lo sapevi, lo sapevo cosa sarebbe successo.
Provi a sdrammatizzare, i tuoi racconti li aveva letti da qualche parte in rete devo aver scritto qualcosa in cui volevi credere (alcune poesie in prosa, la morte di ML, i limiti della finzione) non è come sembra è la prima volta che mi succede (non l’ho mai fatto con nessuno, dicevi, lo dite tutte, te lo giuro), se vuoi possiamo riprovare in piedi, la posizione orizzontale per te è un atto performativo troppo intimo scoprire qualcosa di me prima di ingoiare il mio seme starai più comoda in camera da letto dovrebbe andare meglio le sollecitazioni a cui sono sottoposte le articolazioni delle ginocchia non sono da sottovalutare (il parquet è in legno massello), proviamo così in piedi per qualche minuto saremo lontani dal divano iniziamo a toccarci in un’altra stanza, dove sei finita dopo la seconda ondata o era la tua terza visita non mi ricordo più quando sei scomparsa durante un convegno di filosofia in Germania ero andato a farmi vedere da un oncologo di fama internazionale, a Bologna ti volevo solo parlare l’idea di per sé non era malvagia il nostro campo visivo era ancora verticale (le due torri in piazza Maggiore, Basket City, una stanza al secondo piano dell’Istituto Ortopedico Rizzoli).
Sul divano non era possibile evitare le tracce del mio passato (le cicatrici erano all’altezza delle tue pupille le mani sull’addome contratto la lingua immobile pronta a muoversi sul glande, mi fissavi), per te la questione era molto più semplice siamo qui insieme entrambi a tempo determinato tra tre anni finisce il tuo contratto prevede una piccola estensione a causa del Covid-19 può durare ancora fino al 2024 non sono sicuro di arrivarci spero che non sia un problema darci un tempo limitato capire velocemente chi siamo che cosa senti quando ti prendo per mano dove stiamo andando, di là in camera smettila di parlare perché non mi riempi la bocca col tuo cazzo, va bene, inizi a piegarti il movimento è perfetto, il mio ortopedico di Sondrio si chiama Alberto sarebbe molto soddisfatto della tua mobilità articolare, non hai problemi a ridurre l’angolo tra il tronco e le cosce sei bravissima come fai a muovere così bene le ginocchia si piegano senza problemi fino a raggiungere la superficie in legno ti fermi, il peso del tuo corpo viene trasferito dalle piante dei piedi alle ginocchia grazie all’aiuto degli avambracci riesci a mantenere intatto l’equilibrio intorno alle aree turgide del mio corpo non hai bisogno di distogliere il campo visivo questa volta deve rimanere verticale.
Quando vuoi puoi andare l’appartamento è a due passi dalla stazione non c’è bisogno di controllare l’ora sappiamo benissimo che ore sono, i rumori dei freni guidano la nostra percezione del tempo ogni ora passano regionali veloci treni austriaci anche i fischi del capotreno hanno un suono più aspro i tuoi desideri soffocati dalla mia erezione, sono nudo sei nuda chi siamo in questo momento a chi stai mostrando il tuo seno, le tue amiche dicono che sono un inconsapevole arrivista i verbali dei commissari di I e II fascia (Padova Verona Venezia Roma) mi chiamano giullare di corte per come parlo e scrivo (sai il ricorso a Torino) assomiglio di più al figlio dell’operaio rimasto bloccato al secondo piano dell’ascensore sociale, te l’avevo detto prima sul divano quando volevi evitare a ogni costo di toccare il mio passato.
Era inutile insistere non sarebbe cambiato nulla stando in piedi si prolunga solamente il dolore alle giunture elastiche, allora spingi più forte fammi capire perché sei convinta di essere più importante del dolore, fermati siamo troppo vicini, la tua bocca si stringe intorno alla curvatura dorsale del mio cazzo alzi nuovamente gli occhi non devi abbassare lo sguardo, le tue amiche ti avevano avvertito, mantieni il contatto visivo così finisce prima, se continui a guardarmi io posso venire vorrei venire da te purtroppo non mi hai ancora dato il tuo indirizzo, questa sera mi hai chiesto di venire su di te vuoi sentire l’attrito dinamico dei corpi la trasformazione dell’energia cinetica in calore un po’ di cardio il Plank orizzontale qualche caloria di troppo da bruciare dopo cena il tuo piacere che invade il mio liquido seminale, ci siamo: lo sperma scivola lentamente sulle piccole labbra come nei film americani il tuo compito è finito, prendi fiato, seduta a terra per sbaglio incroci di nuovo le mie cicatrici cheloidi sono il mio passato, domani mattina sarà più semplice salutarsi alla fermata dell’autobus.