Mattia Tarantino: «la coda dell’Ircocervo è una stella di cenere»
di Mattia Tarantino
L’ircocervo di Mattia Tarantino è il nuovo titolo delle Lepri, collana di scritture poetiche che curo insieme a Giuditta Chiaraluce all’interno del progetto Edizioni Volatili.
«Libri come laboratori, primi confronti, materie pensanti, montaggi e scavi attraverso la carta; libri senza profitto, in tiratura limitata, consegnati interamente agli autori e alle autrici, che ne gestiscono liberamente il transito (esoeditoria); libri evidenti nella loro invisibilità, indirizzati a chi saprà ospitarne l’implicita consegna; libri col solo intento di essere vigilie per una geografia del dopo-diluvio.»
Pubblico qui alcuni estratti in anteprima. Le partiture visive sono di Giuditta Chiaraluce.
La testa
La testa dell’Ircocervo è un piccolo e caldo esagono. Ai lati, un tempo, era inciso qualcosa. Pare dopo la terza nascita l’incisione sia svanita e ancora, tuttavia, capita appaia e abbagli, brilli. La calotta cranica è tatuata: qualcosa è impresso come un codice fosforescente, o l’orma di un antico animale. Nella testa dell’Ircocervo si inscrive la Storia, la Storia come intermittenza. Scricchiola, il cranio, e striscia e traballa, come stretto da uno spago di fortuna. Ruota di pochi gradi, si arresta, poi svanisce. Si nasconde, oppure, come un indizio tra la fine del collo e l’inizio di qualcos’altro. Riappare accecando.
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Le zampe anteriori
Le zampe anteriori dell’Ircocervo sono delle vagine colme di ventose. Risucchiano il terreno che dovrebbero calpestare, lo nascondono e rigettano come un’altra e inaccessibile dimensione, una fisica squassata. Capita si inumidiscano, e allora diventano mani.
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Le zampe posteriori
Le zampe posteriori dell’Ircocervo sono una geometria rosa e gommosa. Non zoccoli, alle estremità, ma bocche: senza estensione, tuttavia profondissime, dentate ai bordi, si annidano, tra le arcate e le gengive, gli incubi dei primi uomini. Ogni cosa assume consistenza, si addensa, poi sprofonda e riemerge, bruciacchiata, vibrando tra la coda e il mondo. La coda La coda dell’Ircocervo è una stella di cenere lunga un mondo e mezzo. Pelosa, trema e fa la muta all’inizio dell’estate. Capita cada, e cadendo una costellazione lontana, impenetrabile, collassi fragorosamente. Diventa spesso un corno, più raramente una cometa
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La coda
La coda dell’Ircocervo è una stella di cenere lunga un mondo e mezzo. Pelosa, trema e fa la muta all’inizio dell’estate. Capita cada, e cadendo una costellazione lontana, impenetrabile, collassi fragorosamente. Diventa spesso un corno, più raramente una cometa.