Carol Ann Duffy: «sono molto vicini a noi, i morti»
di Carol Ann Duffy
È uscito per Crocetti Elegie di Carol Ann Duffy. Ospito qui alcuni estratti dal libro.
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E poi cosa
Poi con le loro mani spezzavano il pane
salutavano soffocavano telefonavano colpivano cucivano
Poi con le loro mani stanche si lasciavano cadere
su un tavolo tenendosi la testa
Poi con mani gioiose ne afferravano altre
o fugaci accarezzavano la carne in un letto accogliente
Poi con le loro mani sulla vanga
seppellivano i morti.
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Racconto d’inverno
Racconta di come lei stia bene tra queste braccia;
il battito del suo cuore sul mio, sinonimo;
il mondo un piccolo spazio; lenito
ogni dolore; inspira, espira,
l’amore al posto della morte, speranza,
al dolore carne al posto della pietra; il mio verso – Oh
è calda! – incantesimo, benedizione, preghiera,
sortilegio; fuori dal sogno, fuori dal tempo;
presagio di incantesimi detti, giardino al posto della tomba
per farle una ghirlanda sopra questi vermi,
violette, primule, aquilegie;
si sveglia, si muove, sollecitata dal suo nome.
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I morti
Sono molto vicini a noi, i morti;
noi nei tassì, loro nei carri funebri,
aspettando il cambio di luce.
Gli diamo la precedenza.
Così vicini a noi, sconosciuti in televisione;
morti di inedia, terremoto, guerra,
kamikaze, tsunami. Ne contiamo parecchi.
I morti famosi – doppio glamour –
compriamo la loro musica, i film, le memorie.
Oh! Elizabeth Taylor nel ruolo di Cleopatra
splendido technicolor.
A Venezia, vediamo i morti
trasportati verso l’isola del cimitero al di là della laguna.
Fluttuiamo con le gondole lungo i canali verdi ù
e non moriamo.