Due poesie per Gaza
di Marina Massenz
Gaza, dicembre 2024
I
Del rosso osso
Del rosso osso
senza più fiore fiore splendente
a celare fori
fuoriesce materia grigia
osso con buco.
Giardini grandi
per il piccolo andare
non toccherà fiore
chinandosi, è un istante
nel buio del tombino.
Fuoriescono liquami
si sentono richiami
di piccole mani.
II
Dai calamai del petto
Dai calamai del petto
si affacciano le gallerie del
tempo che pare disteso
e pure l’inquietudine non passa
che pare vuoto ma pure è tutto
pieno di pensieri su fare e non fare,
alla fine la decisione della parola
fiato ossidante su materiale
delicato e sottile.
Stirare la pelle stirare
stirare come una volta stiravo
camicie vestiti e pantaloni
alla finestra i ciclamini rimangono
col loro emergere da mazzi di foglie
si tirano su col gambo sottile dritto
e questi scoiattoli marroni dalle lunghe code
infestanti dei nostrani rossi viene lo stesso
la tenerezza del vedere e forse
la voglia infantile del prendere per sé
tenere inscatolare o ingabbiare
bambino che prende e vuole giocare
così del tempo passato e presente
sono la scatola che rotola via
ma dal futuro solo riflessi di fuoco
rumori assordanti crolli e strilli
e le ciabatte lasciate per via nella corsa
e la bambola e i veli e le tende.