Non si può essere troppo seri
di Renzo Paris
Nei titoli dei romanzi di Paolo Marati si avvertono allusioni ad altri titoli. In Il giorno in cui Lorenzo morì (Ponte Sisto, 2018) il titolo alluso era Quando morì Jonathan, dello scrittore francese Tony Duvert. Nel romanzo appena uscito dalle Edizioni Il Foglio: Non si può essere troppo seri, Marati cita il verso di Arthur Rimbaud: “Non si è seri quando si hanno diciassette anni”. La protagonista Patrizia Mariani è una studentessa sedicenne del quinto ginnasio di un liceo della Capitale. A diciassette anni, frequenta il primo liceo. Il romanzo si svolge tra le vacanze a Lavinio con la madre vedova e l’appartamento di Roma nord, con le amiche del cuore: Anna e Letizia, e diversi ragazzi come Lollo e Nicola che finirà col licenziare bruscamente. Patrizia non è come loro, non beve, non fuma, non si droga, è astemia. Per distogliersi dal lutto di suo padre, si immerge nello studio, evitando anche i discorsi politici del collettivo. Gli anni del suo diario sono il 1981 e il 1982, quando gli anni Settanta sembrano finiti, nonostante gli strascichi. Legge Thomas Mann, Tozzi. Va con le amiche alle feste, in pizzeria, sempre ragionando sui suoi amori impulsivi e fallimentari. Il suo chiodo fisso è il professor Bellomo, che veste di nero e sembra a quelli del collettivo un fascista , anzi un vero e proprio Hitler. Ma Bellomo è in lutto per la moglie e i figli perduti durante un incidente automobilistico. La madre di Patrizia diventa dolce con lei quando le presenta il suo nuovo amore, disposta a lasciarla sola quando se ne va in gita con lui. Così Nicola tenta di farle perdere la verginità, dimostrandosi il fascista che è. La sua amica Letizia la ama e le scrive del lesbismo come liberazione dall’uomo. Lollo, il suo grande amore muore di infarto in Belgio dove si era trasferito con la sua famiglia. La paura della solitudine e il ricordo di suo padre la spingono nell’ultima vacanza a Lavinio a frequentare un altro ragazzo. Paolo Marati è bravo nel seguire passo passo lo stato confusionale della sua protagonista, anche perché è un professore di liceo e di ragazze “secchione” come Patrizia deve averne incontrate diverse. Ho letto altri romanzi in cui i protagonisti, anche ventenni, sono indifferenti alla politica, presi dalle loro tragedie famigliari, ambientati proprio negli anni Ottanta-Novanta. Il mondo stava cambiando con il ritorno a casa dei giovani. Certo non è bella la vita dei diciassettenni con droghe o no, e noi lettori adulti faremmo bene a prestare loro attenzione, senza etichettarli, come se fossero tutti uguali. Marati, con questo romanzo diventa il cantore della gioventù di Roma nord. E noi vorremmo sapere oggi che ne è della sua studiosa Patrizia.