Mots-clés__Casa
Casa
di Paola Ivaldi
Giorgio Gaber, C’è solo la strada -> play
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Da: Insetti senza frontiere di Guido Ceronetti, Adelphi (2009), pag. 36.
E la casa è galera a vita, pensa dunque che vita! Condiziona il pensare. Offre all’angelo della morte indirizzi sicuri. Attira il crimine, la rissa, il lutto. Gente impazzisce per brama di bagni e cucine. La coppia giovane ci fa naufragio. La Fuga è dappertutto, ma la sua impossibilità culmina in tortura mentale. La casa ti abbranca e ti tiene. La odii, la faresti esplodere quando si svuota d’amore. Ma bisogna odiarle sempre, e mai cercarle, mai desiderarle, queste dannate case.
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[Mots-clés è una rubrica mensile a cura di Ornella Tajani. La prima domenica del mese Nazione Indiana pubblicherà un collage di un brano musicale + una fotografia o video (estratto di film, ecc.) + un breve testo in versi o in prosa, accomunati da una parola o da un’espressione chiave.
La rubrica è aperta ai contributi dei lettori di NI; coloro che volessero inviare proposte possono farlo scrivendo a: ornellatajani@hotmail.it Tutti i materiali devono essere editi; non si accettano materiali inediti né opera dell’autore o dell’autrice proponenti.]
La rubrica è aperta ai contributi dei lettori di NI; coloro che volessero inviare proposte possono farlo scrivendo a: ornellatajani@hotmail.it Tutti i materiali devono essere editi; non si accettano materiali inediti né opera dell’autore o dell’autrice proponenti.]
Disprezzo queste parole. La casa è il nido. Vivo in quella costruita da mio padre. Anche se ho le sbarre alle finestre, la amo più di ogni altra cosa. Qui ho scritto e amato tanto, questo basta.
Non c’è nulla che sia inciso su tavole della legge, sono sempre e solo punti di vista e prospettive; per alcuni la casa è nido e rifugio, per altri è dorata prigione, per altri ancora gabbia dalle sbarre invisibili. Perché disprezzare chi non la pensa come noi? Meglio sarebbe accogliere con benevolenza le parole anche quando ci pare che stonino con i colori del nostro intimo sentire.
Lei ha ragione e mi scuso. Il fatto è che per primo il disprezzo verso il concetto di casa l’ho percepito tra le sue righe. Sicuramente mi sono sbagliata.