Articolo precedente
Articolo successivo

Un esperimento di fabbrica-laboratorio sociale: GKN

di Roberta Salardi

Seconda parte del Cammino dell’acqua (la prima parte è uscita il 19 luglio, g.m.)

Da un certo punto in poi il Cammino dell’acqua dell’associazione culturale Repubblica nomade si trasforma in una marcia di solidarietà alla GKN di Campi Bisenzio. Il percorso attraverso le terre romagnole e toscane che furono alluvionate nella primavera e nell’autunno 2023, fra il 16 e il 29 giugno di quest’anno non è mai stato una flânerie anzi il contrario, per motivi organizzativi e d’impulso attivista; diventa comunque decisamente più arduo sull’appennino tosco-emiliano, soprattutto per motivi climatici. Un sorprendente nubifragio contrassegnato da allarme meteo si abbatte anche sui camminanti, ma non impedisce la continuazione a un drappello dei più determinati. Passata la burrasca, in prossimità dell’arrivo, il gruppo si ricompatta e si amplia. Vi si aggiungono altre e altri solidali con la lotta degli occupanti e si arriva davanti ai cancelli la mattina del 29 giugno.

Dal 18 maggio gli ex operai avevano iniziato una tendata di protesta sotto la Regione, in quanto da sei mesi erano stati lasciati senza stipendio né ammortizzatori sociali, sempre in attesa di risposte chiare a domande semplici. La tendata è poi durata 35 giorni con 13 giorni di sciopero della fame. In tutti questi anni ai lavoratori non sono mancate la forza di volontà, l’inventiva, la determinazione. Ben presto, a breve distanza da quel 9 luglio 2021, da quando tutti i 500 lavoratori GKN si ritrovarono licenziati dal fondo britannico Melrose con un semplice sms, insieme con ingegneri ed economisti solidali si iniziò a pensare a un piano di reindustrializzazione dal basso: così leggiamo nel libro di Valentina Baronti (una degli attivisti di supporto esterno), La fabbrica dei sogni, che ripercorre con chiarezza le varie tappe di un percorso complesso e accidentato. Si cercò di allargare l’orizzonte e di coinvolgere nella lotta il maggior numero di soggetti possibile. Questa era una pratica già nota agli operai molto sindacalizzati della fabbrica ex Fiat (il colosso GKN aveva rilevato il complesso dalla Fiat negli anni ’90, un colosso aveva inglobato un altro colosso); in seguito continuò a essere utilizzata e incrementata con sempre nuove trovate, per l’esigenza di tener viva l’attenzione su una questione anno dopo anno mai risolta. Un’intera comunità “ora è chiamata a farsi intelligenza collettiva, per uscire dal calcolo solito con cui si chiudono le fabbriche: un ammortizzatore sociale che serve solo a coprire, con soldi pubblici, la fuga della multinazionale o del fondo finanziario, la nomina di un advisor che deve trovare un reindustrializzatore, che però non arriverà mai e piano piano la vertenza si spegne, i lavoratori si licenziano alla spicciolata, lo stabilimento si svuota e rimane uno scheletro industriale su cui avviare una speculazione edilizia”: osserva Valentina Baronti (cit., pag 40). Del resto, si trova scritto poco più avanti, “quando ti compra un fondo finanziario, lo sai che prima o poi chiudi. Comprano per ristrutturare, dicono loro, che in realtà vuol dire licenziare e poi rivendere, guadagnando in borsa”. GKN fu acquistata dal fondo Melrose nel 2018; non si dovette attendere molto perché si concretizzasse ciò che un po’ si temeva fin dall’inizio. Diverse volte, fra il 2021 e la fine del 2023, i giornali cantarono vittoria annunciando una svolta decisiva a favore dei lavoratori, ma le speranze vennero puntualmente frustrate. Si rispose cercando di lanciare la palla sempre più lontano: fu organizzato, anche con l’apporto di sindacati e associazioni straniere, un Festival di letteratura working class a inizio aprile 2023, cui perfino il regista Ken Loach fece pervenire un forte messaggio di sostegno; nello stesso anno si promosse una consultazione popolare e si raccolsero 17000 firme che esprimevano il desiderio di una fabbrica pubblica e aperta alla società. Tanti giovani di diverse associazioni, fra cui Fridays for future, manifestano per un nuovo tipo di fabbrica che vuole avviare una produzione sostenibile. Scrive un autore fra i partecipanti al Festival di letteratura working class: “Siamo le seconde generazioni della classe operaia. Spesso siamo i primi in famiglia che sono andati all’università. Scriviamo sulle spalle dei nostri vecchi, a volte con un inquietante senso di colpa, pensando ai sacrifici che hanno fatto per farci studiare. Non di rado con le nostre scritture cerchiamo una sorta di giustizia poetica che possa in qualche modo compensare tardivamente la durezza della vita dei nostri genitori.” (Alberto Prunetti, Non è un pranzo di gala. Indagine sulla letteratura working class). Giustizia sociale e giustizia climatica che diventano giustizia poetica… una bella sintesi di tutto ciò che si vorrebbe nello slogan Abbiamo fame di un mondo nuovo… Si forma e si estende sempre più quel progetto di “fabbrica socialmente integrata” di cui parlano i volantini e che si propone come tema centrale anche alla festa-ricorrenza del 12 luglio 2024 a Firenze. Intanto si progettano e si cominciano a costruire prototipi di pannelli solari e cargo bike, biciclette per il trasporto ecosostenibile.

Da varie iniziative nel 2023 erano nate la società operaia di mutuo soccorso Insorgiamo e la cooperativa Gff per avviare la nuova attività produttiva e la raccolta fondi, poi confluita nella campagna di azionariato popolare. Con questi atti era stato possibile fornire un aiuto concreto a lavoratrici e lavoratori, rimasti senza stipendio e senza ammortizzatori per lunghi periodi, ma anche costituire una prima base di capitale sociale per la neonata cooperativa, indispensabile per avviare la nuova impresa industriale; inoltre scrivere una proposta di legge regionale per la costituzione di consorzi industriali atti a sostenere la riconversione delle aziende in crisi.

Nella conversione ecologica dal basso di un’azienda, scrive Paola Imperatore nel saggio L’era della giustizia climatica, ci si domanda in primo luogo di cosa abbiamo bisogno noi, noi come lavoratori, come famiglie dei lavoratori, come esseri umani che vivono in quest’ambiente in cui è situata la fabbrica. Nel caso esemplare di GKN, si richiede il commissariamento di QF (nuovo nome della ex GKN) e la creazione di un consorzio pubblico per promuovere un’industria sostenibile che non abbia un impatto così grave da causare gli ingenti danni e i morti dell’alluvione 2023, per esempio. Nella piana di Campi Bisenzio, più in generale della provincia di Firenze, nulla sarebbe meno indicato di nuovi supermercati o dell’allargamento di un aeroporto, quella cementificazione a tutto spiano che è generalmente il primo obiettivo degli amministratori locali.

Ma in questi giorni si parla di tutt’altro. Proprio il 29 giugno, quando arriviamo alla fine del Cammino dell’acqua a Campi Bisenzio, leggiamo sul “Tirreno” che il Tribunale di Firenze ha dato ragione al Collettivo di fabbrica e torto a QF per “comportamento antisindacale”. QF dovrà attivare gli ammortizzatori sociali e pagare gli stipendi sospesi da gennaio. La Regione Toscana approva la decisione del tribunale e invita l’azienda a rispettare l’iter previsto dalla legge. Altrimenti il governo dovrà valutare il commissariamento di QF. Il commissariamento e una fabbrica “socialmente integrata” è proprio ciò che si desidera per il futuro. I lavoratori levano le tende del dissenso a Firenze ma non dichiarano finita, per il momento, l’agitazione, invitando tutti al grande evento del 12 luglio, in un’altra piazza fiorentina, piazza Poggi, in occasione della ricorrenza dell’inizio della protesta tre anni fa: una festa estiva con tanta musica, divertimento, discussioni e riflessioni.

Si riprende fiato per continuare.

Fa piacere condividere questa frase di Goffredo Fofi tratta da un articolo del Manifesto del 6 luglio 2024: “… il capitale ha vinto su tutti i fronti o quasi, e però il lavoro, il mondo dei lavoratori, non è mai stato sconfitto del tutto” (“Con la lotta GKN ritorna il sole”).

 

Libri (attinenti o sconfinanti) citati durante il Cammino dell’acqua

Valentina Baronti, La fabbrica dei sogni, ed. Alegre, Roma 2024

Marco D’Eramo, Il selfie del mondo. Indagine sull’età del turismo, Feltrinelli, Milano 2017

Nancy Fraser, Capitalismo cannibale. Come il sistema sta divorando la democrazia, il nostro senso di comunità e il pianeta, Laterza, Bari 2023

Silvia Giagnoni, GKN diaries, Fandango, Roma 2023

Amitav Ghosh, La grande cecità. Il cambiamento climatico e l’impensabile, Neri Pozza, Milano 2016

Paola Imperatore, Territori in lotta. Capitalismo globale e giustizia ambientale nell’era della crisi climatica, Meltemi, Milano 2023

Paola Imperatore, Emanuele Leonardi, L’era della giustizia climatica. Prospettive politiche per una transizione ecologica dal basso, Orthotes, Napoli 2023

Serge Latouche, Breve trattato sulla decrescita serena, Bollati Boringhieri, Torino 2008

Bruno Latour, La sfida di Gaia. Il nuovo regime climatico, Meltemi, Milano 2020

Alessandro Leogrande, Uomini e caporali. Viaggio tra i nuovi schiavi nelle campagne del Sud, Feltrinelli, Milano 2016

Antonio Moresco, Repubblica nomade, Effigie 2016

Walter Orioli, Passo dopo passo. Perché camminare ci aiuta a pensare e vivere meglio, Sonda 2022

Paolo Pileri, L’intelligenza del suolo. Piccolo atlante per salvare dal cemento l’ecosistema più fragile, Altreconomia, Milano 2022

Leonardo Poli, Eugenio Dal Pane, Fatti accaduti in Romagna, Itaca, Castel bolognese, 2023

Alberto Prunetti, Non è un pranzo di gala. Indagine sulla letteratura working class, Minimum fax, Roma 2022

Guido Viale, Vita e morte dell’automobile, Bollati Boringhieri, Torino 2007

(foto di Maria Luisa Guidi)

Print Friendly, PDF & Email

2 Commenti

  1. Buongiorno, se posso permettermi aggiungerei alla esaustiva bibliografia anche un saggio che ritengo importante ” La ricapitalizzazione GKN come giacenza. ereditaria delle rivoluzioni industriali”, di Emilio Nordi e Maurizio Battiglia, Editori Riuniti, Roma, 2018. Considero basilare questo testo per comprendere l’evoluzione del mercato automobilistico.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

articoli correlati

Le rovine di La Chiusa

di Giorgio Mascitelli
In questo romanzo dominano le rovine, le discariche abusive, le costruzioni fatiscenti e per l’appunto i cimiteri di macchine: esse sono una forma di allegoria della condizione storica del presente

Buchi

di Serena Barsottelli
La sensazione che provava non era simile ai brividi. Eppure spesso tremava. Non si trattava neppure dell'umidità, quel freddo capace di filtrare sotto il primo strato di pelle e poi sciogliersi nei cunicoli tra nervi e vene.

Il quinto incomodo

di Tommaso Meldolesi
Con Marco, Oscar e Gigi ci troviamo ogni settimana a cena il mercoledì sera, a turno a casa dell’uno o dell’altro. Da quando abbiamo lasciato le nostre mogli, abbiamo preso quest’abitudine che ormai si è consolidata negli anni. E nessuno di noi quattro saprebbe farne a meno.

Lingua letteraria e lingua dell’uso

di Gualberto Alvino
La ricostruzione di un dibattito storico del Novecento, che ha però anche un interesse attuale, su lingua letteraria e lingua dell'uso

Persone che hanno nomi di morti

di Lorenzo Barberis
Qual era il nome di quel pesce corazzato del Devoniano? Quello che chiesi a mia madre per il compleanno, quello per cui piansi quando mi rispose che era estinto da duecentosessantacinque milioni di anni?

Costeggiando un terreno franoso

di Roberta Salardi
Turismo di prossimità, agroecologia, visita solidale a realtà alternative e a una fabbrica occupata… il cammino di quest’anno di Repubblica nomade si preannuncia particolarmente denso di eventi e significati.
Giorgio Mascitelli
Giorgio Mascitelli
Giorgio Mascitelli ha pubblicato due romanzi Nel silenzio delle merci (1996) e L’arte della capriola (1999), e le raccolte di racconti Catastrofi d’assestamento (2011) e Notturno buffo ( 2017) oltre a numerosi articoli e racconti su varie riviste letterarie e culturali. Un racconto è apparso su volume autonomo con il titolo Piove sempre sul bagnato (2008). Nel 2006 ha vinto al Napoli Comicon il premio Micheluzzi per la migliore sceneggiatura per il libro a fumetti Una lacrima sul viso con disegni di Lorenzo Sartori. E’ stato redattore di alfapiù, supplemento in rete di Alfabeta2, e attualmente del blog letterario nazioneindiana.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: