La Crew
di Federica Frascogna
All’uscita della metro siamo di fronte al cantiere, al di là dei lavori in corso c’è il Colosseo. Passa un’auto dei carabinieri. Piegata a novanta gradi, stendo il cartone in terra. Noi trasformiamo gli imballaggi che la gente butta in pavimento. Novo, occhiali da sole e scarpe sfondate, allinea bottiglie vuote. Lombo, stazza da pesi massimi e collana formata da denti, schiarisce la gola. Cafunè è in ritardo, oggi è l’ultima possibilità di fare cappello prima della Baia Domitia jam. Gli mando un messaggio in chat:
– Dove ti sei infrattato, negro?
– Sono arrivato, Goma!
Pronti a strusciare le mani l’uno dell’altro, pugno contro pugno e pugno sul cuore, ma la mano di Cafuné stringe quella di Tecla. Appoggio le mani sui fianchi e sollevo il labbro superiore mostrando i denti. La stronza si è fatta il bagno nel profumo. Tecla abbraccia Cafuné.
Cafuné annuisce, Io e Tecla andiamo a vivere insieme.
Novo e Lombo, in coro, Yayoboy!
A braccia incrociate guardo Cafuné, batto la mano sullo sterno, Vivi dove ti pare ma arriva puntuale ai nostri show!
Cafuné tende il braccio verso di me, Easy, la mia parte di soldi è per l’affitto a Torpigna.
Guardo Tecla, Pensi solo ai soldi. Lo show deve cominciare!
Tecla si unisce al pubblico davanti a noi.
Con un dito chiudo una narice, Quella sta pisciando nel nostro posto e ci spruzza il profumo sopra.
Lombo volta il capo a destra e a sinistra, Fotte sega, Goma, c’è un botto di gente! Vai col funk!
Novo solleva il mento, Love Peace Unity and Havin’ fun!
Love Peace Unity and Havin’ fun! Lo ripetiamo dai tempi degli allenamenti sotto alle Poste. Ci siamo sudati il rispetto di chi c’era prima di noi nella scena, ci siamo fatti il culo quadrato. Stare sul territorio concrete quando non si hanno conoscenze fa male, i vecchi ci spiegavano qualche tecnica solo quando si accorgevano che sbattevamo la testa e tornavamo il giorno dopo ancora insanguinati. Per continuare a migliorare ci siamo fatti tutta l’Italia in pullman. Adesso i ragazzini si allenano in palestra con i materassi poi si sparano le pose facendo i video con il tre piedi per strada. I vecchi fanno i giudici ai contest supportati dagli sponsor, contenti che possono aggiungere un’esperienza sulla bio.
Cafuné prepara i flowerstick, intinge gli stoppini nella paraffina. Chiude il contenitore, si allontana e scarica il combustibile sull’asfalto, fa un arco col braccio lucido di sudore. Puzza a bestia, sposta i dreadlock dalla fronte, Cazzo! Mi sono scordato il cappello!
Tiro fuori dallo zaino un cappello da pescatore, Negro rincoglionito.
Appoggio il cappello in terra, a un paio di metri dal cartone.
Cafuné mi guarda fare riscaldamento: seduta a gambe aperte, il pantaloncino agli inguini, le tette verso il cartone, la carne aumenta sui fianchi. Cafunè lecca le labbra, Goma! Il sesso è passato di moda!
Fletto il busto a destra e a sinistra, Ti piacerebbe…
Lombo coinvolge il pubblico chiedendo una parola per dare inizio al flow, fa beatbox: la sua voce crea i suoni degli strumenti. Mentre è Lombo a fare musica, Novo usa il marker per un bubble style sulla cassetta della frutta. Urlo, It’s my turn!
Dalle radici della Capoeira in footwork le mani prendono il posto dei piedi, versavice, il Six Step evolve in Zulu Spin, accovacciata, giro su me stessa, passo alla power move Corona, giro sulla testa, concludo con il Chair Freeze, in equilibrio sul braccio ad angolo retto. Cafuné fa ruotare sopra di sé le bolas, catene con la spugna incendiata. Applausi. Ci inchiniamo mano nella mano.
Lombo indica il cappello, Se lo spettacolo vi è piaciuto, potete dare un contributo!
Centododici euro più il rame dei tirchi che si svuotano le tasche. Strusciamo le mani l’uno dell’altra, pugno contro pungo e battiamo il pugno sul cuore.
Tecla si avvicina di fronte a noi, dal lato nostro del cappello, ha girato un video dello show col cellulare. Si posiziona dietro a Cafunè che riceve complimenti e strette di mano dal pubblico.
Tecla guarda Novo, Candidati al progetto del comune: fare murales per colorare le periferie. #Spacciare arte e non droga! Ho i contatti.
Novo abbassa gli occhiali da sole, Una tag legale?! Io faccio graffiti e sono il king…cazzo
Tecla alza le mani, Sarà il comune a pagare le spese.
Sudata fradicia, vicino alla cassa, mi tolgo la canotta, Noi non siamo in vendita.
Cafuné guarda la mia schiena lucida mentre saluta l’ultimo fan, un bambino.
Tecla tira fuori dalla borsa una maglietta, Goma! Puro cotone, realizzata all’uncinetto, dalle immigrate del laboratorio. Indossarla è politica!
Mi volto indietro, appoggio la maglietta ricamata sulla cassa che pompa i Sly & The Family Stone.
Tecla stringe il braccio di Cafuné, Domani ho il laboratorio in associazione, ma devo esserci al festival!
Lombo gratta la testa, La vedo male…
Io sollevo le sopracciglia mi avvicino a Lombo, Si chiama jam.
Tecla lascia le chiavi della sua auto sopra alla cassa, C’è il pieno per Baia Domizia. Vi raggiungo in treno venerdì.
Lombo, Cafunè e Novo incastrano gli zaini e gli attrezzi nella macchina di Tecla. Io apro la portiera davanti e quella dietro, mi metto in mezzo ben nascosta, abbasso il pantaloncino, mi accovaccio e lo mantengo ben lontano dalla fregna. Piscio nella bottiglia di vetro.
Sento il rumore del cofano che si chiude. Schizzo le scarpe. Blocco il flusso di pipì. Mi rivesto.
Cafunè sale al posto guida, Lombo accanto a lui, io rovescio la bottiglia bollente sulla ruota posteriore dell’auto mentre Novo sale dietro dalla parte opposta. Metto la bottiglia bagnata e puzzolente nello zaino.
Percorriamo la via Appia, ci sono quattro puttane sotto gli ombrelloni, due algerine e due bulgare sedute sui materassi che la gente butta all’angolo. Guida Cafuné. Mi guarda dallo specchietto con l’Arbre magique, Tu quanto prendi, Goma?
Seduta dietro, accanto a Novo che dorme, ho la vescica ancora piena, Ti piacerebbe…
Lombo, accanto a Cafuné, mette la collana di denti nel portaoggetti, Che rottura di coglioni.
Nella pineta di Baia Domizia il toy fotocamera al collo e spalle curve ci indica dove parcheggiare, Condividete dalla vostra pagina artista un video che presenti il gruppo con l’hashtag #baiadomiziajam.
Scrollo la canotta per pulirmi, Non ce ne fotte dei profili, veniamo meglio di faccia!
Stiamo per battere i pugni, ma Cafuné, distratto dal cellulare, scrive in chat a Tecla: – Sono arrivato.
Il toy curvo, Che battle fate? Breaking, MCing o Writing?
Lombo e Novo in coro, Facciamo fire show!
Il toy sospira, Mettetevi all’angolo dei gazebo food, c’è il pezzo di strada con l’asfalto.
Andiamo in spiaggia libera. Uno sputo rispetto allo spazio che si sono presi i lidi. Non abbiamo i costumi. Mi spoglio, faccio il bagno in mutande e top. Cafuné si allontana per rimedia un pallone mezzo sgonfio, Goma c’hai le ginocchia raschiate, sei piena di calli sui piedi.
Uscita dall’acqua mi abbasso a novanta gradi, con la schiena dritta, pompo dalla cassa le tracce di Bahamadia, Female Powa! Mi seggo sulla sabbia.
Lombo e Novo ciucciano birre dopo i passaggi a pallone, in coro, Yayoboy!
Mi alzo di scatto, Ho visto un pescatore! Cafuné puzza a bestia, mi segue.
Il vecchio con la barba bianca ha la rete azzurra piena di pesci che ballano affogati nella plastica intatta con dei pezzi di plastica in bocca.
Saltello, Posso?
Il pescatore annuisce, prendo la rete. Cafuné si posiziona di fronte a me. Tiriamo, ognuno dalla propria parte all’unisono. Impanata di sabbia lascio per un attimo, mi volto, così Cafunè vede il culo. Il negro tira talmente forte che la rete gli arriva sulla testa. Cafuné bagna i dreadlock a mare, tira giù la testa poi la lancia verso l’alto, scrollando l’acqua.
Io rido, Ti sei deciso!
Cafuné strizza i dreadlock, Goma! Non ce la faccio più ad averti davanti agli occhi!
Il pescatore ci dà un secchiello di telline, Fatele spurgare nell’acqua.
Nell’area parcheggio della jam, dove restiamo a dormire, facciamo le croci con le unghie sui morsi di zanzara. Di fronte alla macchina c’è il lago, è circondato da una staccionata di legno che lo separa dai pini. Sistemiamo l’unica tenda che abbiamo sul prato.
Sfrego le mani, La gente poco fresh e molto social di questo festival c’ha gli aghi di pino nel culo!
Lombo sbadiglia, Me ne sbatto, creiamoci un profilo artista, solo per sparare dissing.
Starnutisco, La presa per culo è una trappola, ci resti sotto.
Novo apre le braccia, Ma è gratis! Facciamo vedere solo le cose che ci fanno comodo.
Guardo la macchina di Tecla, Troppa comodità vi sta infettando. Io e Cafuné in macchina e voi in tenda ok? Così Lombo sta più largo.
Cafuné vuole restare al posto di guida, gli mollo un cazzotto sulla spalla, Mettiti dietro!
Cafuné, La smetti di fare la puttana? Qua c’è l’aria calda!
Mi arrampico sul sedile, Ci vado io, fratello!
Cafuné porta tutti e due i sedili attaccati al cruscotto, facendo casino, Non mi chiamare fratello!
Il seggiolino del guidatore urta il clacson che suona. Salto, cacata sotto. Cafuné ride. Inarco la schiena. Stesa, mi abbraccio da sola, sfrego le mani sulle braccia.
Cafuné incrocia le gambe, La golden age è finita!
Guardo la nuca piena di dreadlock, Ci alleniamo talmente tanto da andare sempre di freestyle. Con la fotta dell’esibizione esce qualcosa di ancora più bello, Non ci serve la moda, fratello!
Venerdì. Fuori al gazebo, ci sediamo alla tavola di legno con la mozzarella e il secchiello di telline. Cafunè è andato in stazione.
Novo succhia telline, Dura Cafunè a prendere Tecla! Staranno scopando…
Lombo rolla un joint. Mi guarda che non mangio, Ma che c’hai, sorella?
Io con le mani sulla fronte, Niente.
Il ragazzo fotocamera ci porta del liquore offerto dalla jam.
Cafuné ci raggiunge, è davanti alla tavola mano nella mano con Tecla.
Mangio le unghie.
Tecla sorride, Lombo che ne dici di fare visual merchandising per il rap!?
Lombo gratta la testa.
Sputo le unghie sul tavolo, Lui è Master of Cerimonies.
Tecla fa roteare la mano libera, Si tratta di strategie per farvi entrare in altri contesti, così non avrete più bisogno del cappello, sarete retribuiti!
Mi alzo in piedi, Che cazzo c’entra con noi?
Tecla mostra la spalla sulla quale ha fatto tatuare il nome Cafunè, Goma sei limitata alla breakdance. Fai un ingresso dal pubblico, format accattivante.
Ho mal di pancia, metto il dito medio vicino alle labbra, Si dice breaking, bboying, bgirling! Breakdance è merda di commercio!
Cafunè si tocca le labbra con il dito medio della mano libera.
Tecla, Dovresti essere aperta alla contaminazione. Non devi spogliarti, bensì promuovere cultura e rispetto dei diritti dei migranti.
Mi avvicino sotto il naso di Tecla, Pussy a fiorellini, preferisco andare in galera che farmela con una stronza.
Lombo evita la rissa: mi prende in braccio, ha la canna in bocca, cade la cenere sulla maglietta, si buca sulle tette, Goma scalci manco stessi facendo un Monkey Swing, fotte sega, non prenderla sul personale.
Novo ride, Ah, ah! Battaglia nel fango, sorella! Dai, pensa al bene della crew.
Cafuné sposta i dreadlock dalla fronte.
Il nostro spazio è nell’angolo, c’è un bel passaggio di persone attirate dagli odori di fritto dal gazebo. Love, Peace, Unity having fun!
Sto tra il pubblico, faccio ginga: in piedi con apertura e chiusura braccia. Le mani urtano la spalla di Tecla, che è in prima fila. Le monete tintinnano nel cappello da pescatore. Cafunè si inginocchia, mantenendo in movimento le bolas, crea un cerchio di fuoco.
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
S’intrecciano le catene e il fuoco attacca i capelli, Cafuné urla.
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
Il fuoco delle bolas ha preso i dread! I dreadlock vanno a fuoco!
Tecla corre verso di noi. Novo e Lombo spengono la cassa, non troviamo la maglietta in cotone che Cafuné di solito prepara, inumidita, sulla cassa, per spegnere il fuoco. Se l’è dimenticata! Negro rincoglionito!
Urlo a Tecla, Togliti la maglietta!
Tecla sfila la maglietta all’uncinetto, la mette in testa a Cafuné. Le fiamme si spengono.
Tecla in reggiseno di pizzo, Respira, Cafuné!
Io stringo i pugni in mezzo al fumo.
***
Anno nuovo, 01/01/2020. Cafuné vive con Tecla, insegna Capoeira all’associazione “Rete migrante”, ha avuto un’ustione al cuoio capelluto, non vedrà mai più il fuoco. Lombo lavora di notte come buttafuori nei locali. Novo fa murales per il progetto del comune.
Al Colosseo c’è un botto di gente a capodanno. Metto il cappello da pescatore in testa, poggio il cellulare in terra, senza cassa solo io sento i Cymande. Vado al bar. Orchestra di Vienna alla tv e tintinnare di bicchieri.
Prendo un pacchetto di patatine. L’uomo alla cassa mi guarda da capo a piedi. Voglio andare via ma ho sete. Mi avvicino alla cassa, guardo a destra e a sinistra.
L’uomo sistema gli occhiali sul naso, sorride, ha un incisivo spezzato, Di cosa hai bisogno? Penso a tutto io.
Voglio andare via ma ho sete. Mi tocco il naso, Acqua naturale.
L’uomo alla cassa guarda a sinistra, urla al ragazzo nero, Prendi dell’acqua!
Il garzone si china verso il frigo, dietro il bancone. Porge l’acqua all’uomo, che passa la bottiglia di plastica a me.
Io apro lo zaino.
L’uomo sorride, tocca i capelli medio lunghi neri e grigi, mi fa l’occhiolino, Sono centododici euro.
Io indietreggio, Allora me ne vado.
Esco mettendo acqua e patatine nello zaino. Corro.
Il ragazzo nero mi segue.
Mi tira la spalla, Ci dev’essere stato un problema. Puoi tornare?
Io mi volto e cammino affianco al ragazzo, Devo aver capito male.
Alla cassa del bar guardo l’uomo, sospiro, Pensavo mi stessi offrendo da bere.
Il garzone mette il dito medio sul labbro superiore, torna dietro al bancone.
Io guardo a terra, Del resto quant’era? Per un euro e dodici centesimi.
L’uomo alla cassa annuisce, Sto lavorando! Prima di tutto il rispetto per chi lavora!
Io piango e tremo.
Io piango e tremo.
Un bambino mi indica la vecchia accanto a lui, con gli occhi color rame porta il cellulare all’orecchio.
Arriva la macchina dei carabinieri al Colosseo.
Il carabiniere ha le mani sui fianchi, Come ti chiami?
Tiro su col naso, mento, Mi chiamo Tecla.
Il carabiniere pretende la carta d’identità, Ce l’hai il fidanzato? Chiamalo altrimenti, se non collabori, devi venire con me.
Guardo a terra, Faccio show, non ho niente, cosa c’è di male?
Il carabiniere indica il mio zaino, Lo sai benissimo. Si dice artista di strada e loro fanno spettacoli, tu invece stai piangendo. Sei drogata? Devi venire in caserma.
Ingoio saliva. Cerco la vecchia con gli occhi di rame, sono stupida, come se potessi far parlare lei con il carabiniere. Il telegiornale, dallo schermo in alto a destra del bar, interrompe il concerto di capodanno e manda in onda la notizia di un virus letale in Cina.
La vecchia beve liquore al bancone.
Foto di Pete Linforth da Pixabay