Roberta Sireno: «dissolvere è una nuova pratica della carne»
poesie inedite di Roberta Sireno
le arterie si raggrumano, le ossa dilatano
scivola l’incavo che inghiotte:
l’impero non è luce, ma fame, spettro
*
dissolvere è una nuova pratica della carne
dove non si è verticali e nemmeno orizzontali
c’è solo il corvo che sparisce
dietro la finestra
dietro il monte
e su per le croci rimane qualche
presagio
*
il bisogno subacqueo si chiude, il verbo
si atrofizza: assorbe larve e ramoscelli
di bava, l’alba si dirama incerta
è visione forse d’oltremare, punto
d’attrazione e poi nient’altro che
collasso, spostamenti su traiettorie di fuga:
i pesci scivolano sulla lingua liquefatta
*
allora si ritorna alle vertebre in flessione, alla notte
crepuscolare che piega l’angolo
ed estremizza l’allungamento infiammatorio:
il tendine si spezza ad ogni ricerca si sente
nella torsione gli organi, i visceri, le pelvi e la marea
sommergere: nel singhiozzo del mondo
nessuna parola è pronunciata
*
è il vuoto del tempo la staticità delle cose l’immobilità
del paesaggio: la ripetizione l’ossessione
delle sillabe e di ciò che non muta: il vuoto
del tempo che apre
il ciclo toglie il respiro schiaccia la mente schiaccia
il petto toglie il respiro toglie il moto – lei
mossa dal mare lei nel moto sordo
*
trovare una parola, renderla carne
carne che non è vetro ma
soffio di narici, uno srotolamento
dell’anca, una fessura
e poi il monte, la nebbia intorno a dire
gli interstizi in cui qualcosa
si nasconde – la tenda che è
vento che muove, una domanda
scavata nel buio della stanza
*
trasmette luce differente, acqua
buia di montagna, occhio
fossile nel tatto che riprende
nella vocale che s’articola e cede
all’impatto della visione: largo
campo di foglie e poi
solo vento
*
rimani come piccola
perla, segno –
che riaffiora, memoria
di me e te
in una zolla di neve
*
la marea ritorna a se stessa in un chiuso bozzolo dove non traspira aria
tra le coste si incastra l’epidermide, tra frana e frana le rocce
rovesciano trasportando tronchi, rami, sassi e uccelli
morti, le bisce sono spacciate sulla strada con il sangue
strizzato e si trova un collo mozzato di anatra. Lo scheletro è lunare –
si rimane con una finestra aperta, la bocca agitata i denti mordenti
in uno spasimo di fuoco si lancia il lenzuolo alla distesa
ancestrale aspettando il richiamo dei boschi ma –
la casa non si muove, sta ancora sul dirupo e sotto i cervi
in un forte bramito d’amore, tutt’intorno i vicini che dormono:
qualche volta una luce s’accende da lontano, qualcuno grida
tutto il resto è notte, notte profonda
Biografia
Roberta Sireno (Modena, 1987) laureata in Italianistica all’Università di Bologna, è autrice di Fabbriche di vetro (Raffaelli, 2011) e senza governo (Raffaelli, 2016). Riceve il primo premio al ‘Certamen’ (Centro di Poesia Contemporanea di Bologna, 2009) e il primo premio al concorso di poesia ‘Dentro che fuori piove’ (Università di Bologna, 2013). Suoi scritti sono su «Poetarum Silva», «blanc de ta nuque», «Golden blog», «La macchina sognante», «Poesia del nostro tempo», «Interno Poesia». Principali rassegne: RicercaBO (Bologna, 2012), Teatro Valdoca con Mariangela Gualtieri (Cesena, 2013-2023), Cabudanne de sos poetas (Seneghe, 2014), Poesia Festival (Modena, 2019). Nel 2018 è prima classificata al premio nazionale ‘Anna Osti’ di Costa di Rovigo, e nel 2019 è prima classificata al premio ‘Montano’ di Anterem Rivista di Ricerca Letteraria. È tra le curatrici della rassegna Una come lei. Incontri e pratiche di poesia (2018-2023, Biblioteca / Centro delle Donne di Bologna). È presente in varie antologie di poesia e prosa e nel manuale scolastico di letteratura italiana Se tu segui tua stella (Edizioni Scolastiche Mondadori). Alcuni suoi testi sonostati tradotti in arabo sul blog VersiMigratori. Dal 2011 si dedica alle pratiche yoga, ottenendo nel 2022 l’abilitazione all’insegnamento (YogaAlliance e CSEN h.760), e nel 2023 il titolo di Master universitario di I livello in Yoga Studies presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia.