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Sonno
di Ornella Tajani
Philip Glass, Les enfants terribles (The Somnambulist) -> play
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Da: Sándor Márai, Il sangue di san Gennaro, a cura di Antonio Donato Sciacovelli, Adelphi, 2012 (edizione digitale).
A mezzogiorno, a metà maggio, una sorta di fatalità alberga nella luce del sole che si libra tinta d’oro e d’azzurro. Il mare è immobile, di un blu profondo. A Napoli, in questo momento, centinaia di migliaia di persone stanno dormendo, a metà maggio, intorno alle due di pomeriggio. Dormono tutti vestiti nei bassi, sull’unico letto, dormono con le bocche spalancate e sembrano colti da svenimento. Dormono in riva al mare, sulla passeggiata di Posillipo, sul ciglio delle recinzioni di pietra, e nel sonno mantengono incomprensibilmente l’equilibrio, senza precipitare già dalle recinzioni, verso l’abisso. Dormono nel bel mezzo dei marciapiedi, e i passanti scavalcano con indifferenza i dormienti. In qualsiasi altro luogo un uomo che giaccia privo di sensi al centro del marciapiedi, in pieno giorno, sarebbe considerato la vittima di un incidente. Ma non a Napoli, dove è solo un uomo che dorme. Il sonno si impadronisce di loro come un impellente bisogno fisico, alla stregua della fame, della sete o della passione carnale. All’improvviso si addormentano, subito, senza che nella loro vita vi sia soluzione di continuità tra la veglia e il sonno.
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[Dopo quasi cinque anni, con questo mot-clé la rubrica cessa di avere una cadenza mensile fissa; d’ora in avanti i nuovi contributi saranno pubblicati occasionalmente, sempre nella prima domenica del mese. Grazie a tutte/i coloro che hanno partecipato fin qui: è stato interessante vedere come, da un gioco di associazioni semplice in apparenza, siano spesso stati costruiti imprevedibili percorsi di senso. Tutti i mots-clés pubblicati sono accessibili cliccando sul tag qui sotto: enjoy. ornellatajani]
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È stato bello mocleggiare un po’ insieme. Grazie!
Grazie, Paola, collaboratrice preziosa