Una lettera di Biagio Cepollaro su Sonetti e specchi a Orfeo di Luciano Mazziotta
di Biagio Cepollaro
Caro Luciano,
finalmente è arrivato il momento di incontrare il tuo libro. Bisognava attendere il momento giusto. Un libro da leggere si va a collocare nelle pieghe dei giorni di una vita (sempre imprevedibili) e occorre trovare la piega giusta, l’intervallo tra una piega e un’altra. Qualche considerazione sul tuo Sonetti e specchi a Orfeo da R. M. Rilke (Valigie Rosse 2023, euro 13).
Da subito colpito per l’operazione che una volta si sarebbe detta “sperimentale” ad indicare una modalità non usuale di intendere il testo poetico. E questa sperimentazione iperletteraria operata nel corpo – è il caso di dire – di un poeta ormai classico e “poetico” per eccellenza, ai limiti dell’edulcorato, come Rilke. Il poeta dello schermo. Operazione di ecfrasi da scrittura a scrittura, ma anche di amplificazione in senso retorico, di gemmazione e partenogenesi in senso biologico e soprattutto documento apocalittico. Sperimentazione: la scrittura non origina dalla narrazione dell’io né dalla sua decostruzione ma da un’altra scrittura che opera per distruzione dei contorni e dei contesti, simbolisticamente. La pratica simbolista è scontornare lasciando la polisemia dell’elemento scontornato.
Apocalissi di che? Apocalisse come Disgregazione e Ritorno all’utero (della scrittura, perduto il volto della madre e perduto anche il Padre)
Iperletteratura per annidamento, ricerca di protezione per poter proliferare ma senza uscire, annidandosi, incistandosi. Si intuisce il crollo e la via di salvezza, il rifugiarsi dentro la grotta del passato, prima della nascita. Strategia di evitamento della frontalità della scrittura e dissipazione del referente per annebbiamento, sviamento, quasi gaslighting (presente già nel modello) nei confronti del lettore e del primo lettore, di sé stesso.
Della possibilità per la scrittura di uscire fuori verso il mondo, di riprendersi la sua salute che è la nominazione, il lavoro allegorico che intrecci il dettaglio con la storia condivisa. Decostruzione invece e detournement: deriva di frammenti di senso galleggianti dopo il venir meno di ogni struttura abitabile. Simulazione della logica: cause e conseguenze, paragoni e sentenze inutilizzabili, non orientanti, bussola perduta. Continuo rimescolio delle carte. Attualizzazione e arcaismo: evitamento e salto della coordinata temporale, vita intrauterina dopo il “collasso della storia”. Scrittura della crisi che diventa crisi della scrittura (e della funzione autoriale) senza mettere piede nel mondo, intollerabile, letteralmente impossibile. Si spera fase transitoria, transito evolutivo, passaggio della metamorfosi. E per sua natura la precarietà dell’esperimento lascia presagire altri successivi e indipendenti consolidamenti.
Un abbraccio, Biagio