Kundera par Fernando Arrabal

K U N D E R A 
de
Fernando Arrabal
 
Negra y profunda  como ciegos cerrojos
nada puede matar la pena mía
de perder a quién  mejor medía
la sombra de la sombra la algarabía
y  el cisco y tumulto de tus episodios  rojos
¿cómo vivir  sin ti?  ¿buscando sin reposo?
cuando atraviesas  el cosmos y vas  llegando  al Sol
rubricando  el cielo  ¿con curvas de caracol?
¡cómo duelen las horas!  con el  inútil sollozo
no expiras ni la espichas  ni pereces
Milan amado al filo de tu encausa
 ni sucumbes ni te ocultas ni falleces
con tus  guirnaldas paradas  por tu causa
ayer   Cervantes y aun    Teresa
¿de qué ardid  se valieron? ¿de qué viveza?
como tú Milan  al irte  a la  francesa
hiciste tu vereda   de espuma y fortaleza
tanto me diste galopando  con altruismo
sin oír los trompetazos del proselitismo
que hube de escribir aquí yo mismo
lo que no quería ni podía leer el sovietismo
en el taller me cogiste mi manita
y allí encerrada  en tus manos de gigante
me preguntaste azogado
a lo que solo podía responder
como colibrí a su ribera reclinado
siempre fuiste y eres poeta
amado mío
consustancial
sublime
y quijotescamente
____________________
 
Traduzione  di Francesco Forlani

A nulla potrà soccombere

nera e profonda come muti scrocchi
la mia pena di perdere colui che ha misurato

meglio di chiunque altro
l’ombra dell’ombra, il frastuono del tumulto
e il bailamme e furia delle faccende rosse

come posso vivere senza di te ? in cerca di te senza tregua
quando attraversi a poco a poco il cosmo e raggiungi il Sole
segnando lungo l’opera tua spirali tutte intorno ?
quanto dolore in queste ore! e inutili singhiozzi

Tu non perisci, non decedi, non soccombi
Mio amato Kundera alla messa in causa
Tu non ti spegni, non crolli, non ti nascondi
tra gli allori negati dalla denuncia

Ieri Cervantes e perfino Teresa
che stratagemma hanno usato? Quanta vivacità?
come te Milan quando passasti francese
facendoti strada nella morsa, con umile possanza

Tanto mi hai dato galoppando con altruismo
tanto sordo alle trombe del proselitismo
che ho dovuto scrivere qui io stesso
cosa non voleva e non poteva leggere un Soviet

Nell’atelier mi hai preso una mano
stringendola tra le tue mani giganti
poi mi hai fatto una domanda
a cui potevo rispondere soltanto
come un colibrì chino su una sponda

sei sempre stato e sempre lo sarai, un poeta
mio amato
consustanziale
sublime
e donchisciottesco

 
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francesco forlani
francesco forlani
Vivo e lavoro a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman . Attualmente direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Spettacoli teatrali: Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet, Miss Take. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Métromorphoses, Autoreverse, Blu di Prussia, Manifesto del Comunista Dandy, Le Chat Noir, Manhattan Experiment, 1997 Fuga da New York, edizioni La Camera Verde, Chiunque cerca chiunque, Il peso del Ciao, Parigi, senza passare dal via, Il manifesto del comunista dandy, Peli, Penultimi, Par-delà la forêt. , L'estate corsa   Traduttore dal francese, L'insegnamento dell'ignoranza di Jean-Claude Michéa, Immediatamente di Dominique De Roux
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