Piovono aghi & 2 inediti
di Laura Di Corcia
1.
C’è qualcosa di intollerabile nella natura, nel ventre alchemico.
Per questo ci rifugiamo nelle tane di sasso, nel grigio del mondo.
Un cucciolo ti guarda e vuole dirti: vieni, non ti faccio del male.
Un cucciolo ti guarda e vuole dirti: vieni, non farmi del male.
Affidiamo a periferie e macerie ogni percezione di vita.
Ci chiudiamo in carceri di pietra.
Preferiamo mettere il naso in questo poco che saperci davvero vivi.
2.
Fra la sabbia che si crea e quella che si deposita si apre una
voragine che chiamiamo tempo.
Ci siamo dentro e lo osserviamo, lo dipingiamo su una foglia.
Apriamo gli occhi sul mondo per dire: esiste.
Apriamo gli occhi sul mondo per dire: esistiamo.
Poi nello stesso tempo ci ricordiamo che è un sogno.
Che questa pietra che ora vedi esiste e non esiste.
La chiamiamo zona fra essere e non essere.
Appoggiamo i piedi per terra per ricordarci che c’è qualcosa chiamata gravità.
Ma in altri spazi, in buchi temporali e spaziali…
Ma fuori, fuori da queste cooordinate…
Ci aggiriamo quindi per la città. Le case sono case, i cani cani.
Quando si incontrano, tanto più si somigliano,
tanto più si abbaiano contro.
Il vento raccoglie i loro guaiti e li disperde in una porzione più grande.
Le cose esistono solo se compresse.
Queste immagini in movimento
sono tutte dentro di noi, fuori.
Questo tempo non è ancora il tempo.
*