Marco Bisanti: «e si diviene terra promessa»

 

 

 

Ospito qui una selezione di testi da Nella camera. Esercizi per l’attesa di Marco Bisanti, AnimaMundi edizioni, 2023. Dalla nota di Franca Mancinelli: «un piccolo frammentato romanzo di formazione alla paternità e insieme il diario lirico di una gestazione vissuta, per bios, dall’esterno, nella consapevolezza del ruolo di sentinella e di custode di un prodigio che riconnette la quotidianità con il cosmo […]. Questa capacità di accogliere il mistero dentro i piccoli gesti e rituali quotidiani, fanno di questo libro lo spazio di un apprendistato alla vita, una guida nella gestazione dell’altro che vive nel profondo di noi stessi, un accompagnamento nel praticare l’attesa di dare luce al mondo.»

 

da Il sereno

Fuori c’è il sereno e fa freddo
ma tu dormi nella camera,
cresci nella camera del sangue
dov’è buio caldo liquido
e non c’è spazio
per le favole che conosco,
solo una resa al mistero.
Ti aspetto con la fata dei limoni.

*

La tua costruzione
su questa riva
miete già insonnie
fatte di molte perdite
nausee e gonfiori
con ricorsi a più consulti,
un apprendistato
che si esegue sulla pelle.

*

Il primo suono percepito
ricorda un’eco di vita
in fondo al mare,
poi le acque si rompono
come nel racconto
più antico
di una liberazione

e si diviene terra promessa.

*

Come padre ho un destino
di sapiente nei misteri del buio
– leggerò l’impatto
di una meteora, mi guiderà
la forma di un cratere
sulla superficie di Venere.

 

da Del sangue

La notte si accende
come un giglio di sangue
– fammi accogliere
il pianto e la debolezza
concedimi la resa
di essere sconfinato
sottile e forte, stremato e forte
debole e forte… forte.

*

Finché una mattina ti vedrò
tornare a casa,
negli occhi le arnie
delle api alla fine dell’inverno.

 

da Per la voce

Un’orbita sola di sangue abbiamo
contato attorno alla camera,
poi eravamo di nuovo
azzurri e gravi, impreparati.

*

Le fate quando ti parlano
credono sempre
che tu abbia le ali come loro.

 

da Nella camera

L’attesa rivive davanti alla finestra
nei piccoli abiti di fata
che asciugano sullo stendino,
pentagramma di note
disposte alla prima esecuzione.

*

Usciamo presto la mattina
per il lavoro, diciamo
ma è per la fotosintesi,
a pochi passi dal portone
la camera del sole
sulla pelle ancora di notte.

*

Sarà immenso vedersi
con la nuova vita sulla pelle,
faremo costellazione
se un altro disegnerà nell’aria
la nostra vicinanza.

*

Sei un fiume che unisce
continuità e inizio,
ti ho aperto al sole
con tua madre
e ti navigo per sempre.

*

Adesso entriamo nell’ombra
della Terra, noi
vivi al mistero
come esche all’amo del mondo.

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Giorgiomaria Cornelio è nato a Macerata nel 1997. È poeta, scrittore, regista, performer e redattore di «Nazione indiana». Ha co-diretto la “Trilogia dei viandanti” (2016-2020), presentata in numerosi festival cinematografici e spazi espositivi. Suoi interventi sono apparsi su «L’indiscreto», «Doppiozero», «Antinomie», «Il Tascabile Treccani» e altri. Ha pubblicato La consegna delle braci (Luca Sossella editore, Premio Fondazione Primoli), La specie storta (Tlon edizioni, Premio Montano, Premio Gozzano) e il saggio Fossili di rivolta. Immaginazione e rinascita (Tlon Edizioni). Ha preso parte al progetto Civitonia (NERO Editions). Ha curato, per Argolibri, l'inchiesta letteraria La radice dell'inchiostro. La traduzione di Moira Egan di alcune sue poesie scelte ha vinto la RaizissDe Palchi Fellowship della Academy of American Poets. È il vincitore di FONDO 2024 (Santarcangelo Festival), uno dei direttori artistici della festa “I fumi della fornace” e dei curatori del progetto “Edizioni volatili”. È laureato al Trinity College di Dublino.
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