Note d’altrove #2 – Gianluca Cangemi
Due poesie inedite di Gianluca Cangemi
Ho le mani impolverate
di pollini e galassie.
Saetta la serpe.
La polvere di un sorriso mi resta
su un dito o l’altro
dopo la carezza
dal sottobosco
una pagliuzza d’oro.
Pieghe grandi e rigonfie,
parvenze d’anatomie
della terra elefante;
i laghi come i cieli
nelle cartografie
le copule,
le penetrazioni.
Trasformo gli escrementi selvatici
in fiore o stella,
rugiada i soffi della madre:
il vulcano.
Il bronzo crepita e pulsa
del suono di risa e terrori e
il vento delle mani in danza
è lievito alla terracotta.
Ogni ritratto è di per sé un rischio:
crediamo indizi, tracce,
arzigogoli della veglia…
… Ma io ho le mani impolverate
di pollini e galassie e la serpe
saetta e
un sorriso mi gusto
che sul mio dito resta,
dopo la carezza.
***
Trucioli
La sincresi nasce da
sincronismo e sintesi,
saldatura inevitabile e spontanea che
sfugge la tua maschia
razionalità.
Accade come quando
gli armonici degli archi sovracuti
crollano in scena, capelli e polvere,
e l’accordo emerge allora
più marcato degli altri tutt’attorno.
O ancora accade come quando
la Madonna piange in lutto la sua pena
per la morte del consorte e
Demetra la consola e i trucioli,
lì sul pavimento di santità
sapidi e ignari, si fanno semi
di sesamo e finocchio e
ne mangiamo infine noi mortali
il pane a primavera.
Il tuono nella valle e il colpo d’ala
insieme in un istante
del falchetto che scarta di lato –
e un bimbo appena nato piange la città.
***
_____
Immagini di Pietro Motisi (sinistra) e Marcello Cangemi (destra), poste dagli artisti in relazione tra loro e in dialogo con le due poesie
– http://www.pietromotisi.it
– http://instagram.com/marcello_cangemi
I commenti a questo post sono chiusi
solo chi abbia attraversato per pochi istanti felici le tue visioni potrà sentire l’eco in questi versi del segno che lasciano. effeffe