L’arte contemporanea in 15 ritratti

di Leonardo Canella

È uscito Protagonisti (Postmedia 2022) di Renato Barilli, 15 ritratti di artisti-faro nell’arte contemporanea degli ultimi trent’anni. Barilli ti fa entrare nella sua fucina di critico militante, di chi contribuisce dall’interno a fare germogliare una situazione. Alla fine delle 110 pagine hai così la sensazione di essere stato anche tu in prima linea, di avere fatto anche tu quelle scelte. Di averle sentite sulla tua pelle. Barilli si distingue per questo: ti porta dentro alle situazioni, a contatto con esse, ma poi ti insegna anche a riprendere distanza, a padroneggiarne la materia scottante con strumenti adeguati. Con metodo.

Ecco i 15 nomi: Koons, LaChapelle, Ontani, Salvo, Hockney, Hirst, Murakami, Mori, Kentridge, Neshat, Salcedo, Neto, Saraceno, Kcho, Baselitz. Ma ne compaiono anche altri, non meno appetitosi. I 15 sono dei fari nella foresta dell’arte contemporanea, se li segui non ti puoi perdere. Essi condensano le migliori energie sul campo, è come percepire sull’immensa distesa verde dell’arte contemporanea la forza di reattori possenti, quasi paurosi. Certo, sono le scelte di un critico, ma critica è scelta e il metodo che conduce ad esse, il sentiero su cui Barilli ti fa camminare all’interno del libro ti convince che la direzione è quella giusta.

La bussola per non perderti te la forniscono le pp. 5 e 6. Oggi siamo nell’epoca della sintesi rispetto ad una tesi che va dalla Pop Art al momento magico del ’68 – è la festa dell’extrartistico di concettuale e minimalismo – e ad un’antitesi (anni Settanta primi Ottanta) che recupera il museo e la gioia del colore e della decorazione. La sintesi degli ultimi trent’anni è tutto questo, ma alleggerito dal brusio e dallo sfarfallio di un consumismo e di una tecnologia elettronica debordanti di optional con continua strizzatina d’occhio al kitsch. E se tutto questo vale per il mondo occidentale, glocalismo è invece la parola chiave per l’arte dei paesi cosiddetti emergenti, un essere in sintonia col proprio tempo che è anche un recupero della propria identità originaria. Leggendo Protagonisti cammini dunque sul sentiero che Barilli ha tracciato per te nella grande foresta dell’arte contemporanea. E tranquillo, non ti perdi e non ti annoi, la tua lettura è stimolata dalle molte similitudini che Barilli semina di continuo sulla strada. Ne viene la sensazione di procedere in un amalgama sensitivo che fa suo un legame stretto con la vita, una specie di presa tattile sul nostro vivere quotidiano. Il tutto tenuto sul 4/4 stilistico che conviene a chi vuole spiegare senza accelerate e frenate continue. Jeff Koons è così un incontro a New York nella galleria di Ileana Sonnabend. Anno 1986. Un click nella mente e per Barilli diventa il campione della nuova stagione che si profila all’orizzonte internazionale (è fra i pochissimi a capirlo). È proprio Barilli a invitare il giovane Koons alla Biennale di Venezia del 1991. Torna con lui il readymade di Duchamp ma con l’accortezza di trasportarlo nel mondo dell’infanzia e di caricarlo di rifiniture che sanno di optional e kitsch insieme. Il famoso Rabbit dell’americano è tutto questo. Ma nel libro c’è anche altro, fra cui un’amicizia che vale la pena di conoscere. E poi Luigi Ontani, l’artista e l’amico di una vita. Non è sbagliata l’equazione Francesco Arcangeli/Giorgio Morandi=Renato Barilli/Luigi Ontani. Certo, altro modo di relazionarsi e di essere. Altro momento storico, altra società ma quella equazione riassume al meglio quasi un secolo di cultura italiana ed europea. Protagonisti è l’occasione perfetta per i più giovani per indagare su ciò. Chiudo qui con David Hockney, tu continua con la lettura (ti consiglio di fare pendant con Prima e dopo il 2000 dello stesso Barilli, Feltrinelli 2006). Nel 2012 Barilli torna alla pittura, pennelli in mano. È l’occasione per scoprire una forte affinità col grande pop inglese, suo coetaneo. Per il critico una riscoperta che sottolinea anche l’aspetto umano particolarmente accattivante di questo saggio.

 

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