L’angelo d’oro della città
di Marco Mantello
.
Quando la casa era quasi vuota
e la cagna era quasi morta
e era rimasta soltanto la lavatrice
perché gli scatoloni erano tutti via
assieme a una grande consolatrice
che sbuffava dalla radio accesa
ho dimenticato di chiudere l´acqua
poco prima di staccare il tubo
Così, mentre l´acqua fluiva sul pavimento,
nel corridoio, e la vicina del piano di sotto
vedeva strisce sui muri e gocce
che scendevano giù dal soffitto
ho avuto un lungo e glorioso momento
di occhi fissi sul vuoto
e solo poi ho chiuso i rubinetti, solo dopo
Non ci ripenso quasi mai
in genere non mi va per niente
di fare aneddoti sul dolore
della gente minore, o sul passato,
ma quel vuoto era la società liquida
e io la vedevo nitidamente
assieme a un palazzo crollato
*
I colpevoli saranno puniti
disse l´angelo d´oro della città
poi portarono tutti all´aperto
e dopo il settimo giorno
costruirono un quartiere nell´aeroporto
gli asili vicino allo stabile
sospesero a tempo indeterminato il male
gli ebrei diventarono musulmani
e il mein kampf fu riletto a scuola
in una nuova edizione commentata
le coperte e i termosifoni
esentati alla voce doni
seppellirono una risata
nella grande tribù dei teschi buoni
Sui tetti bianchi di Tempelhofer Feld
sventolavano bandiere della nazionale
i semafori gridavano: “Go vegan!”
ogni volta che scattava il verde
le piste ciclabili al posto delle bare
e i campi da basket dove svernare
riscrivevano la storia di chi perde
Per ogni esodo c´era una mostra
per ogni cane sbranato al collo
nuove regole a casa nostra
per ogni lacrima nuove elezioni
di un presidente di polizia e di un coro
dove uomini sparpagliati nelle stazioni
misuravano tutto con il lavoro
A gennaio il centro accoglienza profughi
si fece caldo e amichevole
sui volti degli operatori ecologici
e sulla prima neve
mentre le pagine dei dizionari
l´angelo buono e il coro
fondevano un neonato morto a uno stupratore
la solidarietà ai sinonimi di controllo
la parola lager alla parola amore
nello stesso accecante oro
*
Armonia
Le cornacchie hanno mangiato l´ala
di un fratello ammalato
e una setta capeggiata dalla poiana
sta lottando per mia estinzione
con feroci passeggiate nella radura
L´abete siamese della vezzena
e il melo canada sotto la neve
il querciolino del parnaso
i gelsi alla gelatina e i salici
costretti a piangere per postura
al lancinante miagolio del gatto
Ora volano a raso le gabbianelle
con un piglio da falco fra le pere
e le droghe leggere
mentre qualcosa di originale o sociale
come un peccato o un contratto
segna la fine dello stato di natura
Ammira anche tu il campo di grano
e gridalo forte dalla tua magione
anche questa in fondo è permacultura
Per sempre tuo il piccione
*
La scintilla
Fra le piccole lampadine di vetro
disseminate sui cavi della corrente
ce ne sono due o tre più indietro
che brillano ancora a intermittenza
in una sorta di scintilla provvisoria
che precede l´accensione definitiva
Nessuna di loro è spenta
nessuna di loro è viva
e hanno tutte la stessa memoria
di quando la luce arriva
*
Esiste sempre una forza inerziale
che definisce argomenti e toni
quando provi a parlare per strada
a un insieme di prestazioni
c´è una durata massima da rispettare
in tutti i generi di conversazioni
Per le piazzole e ai giardinetti
è molto complesso liberarsi della vocina
che sente il neonato nella carrozzina
anche l´imprinting si fa passivo
così in Germania come nella Cina
ci sono persone pagate apposta
per conversare nei luoghi adatti
gli spazi appositi per lacrimare
gridatori e bestemmiatoi per matti
Ogni parola costa come un caffè
ogni venti negazioni un te
e ogni trenta congiunzioni un rutto
quando passi ai tavolini di un bar
capita spesso di sentire in sequenza
la stessa identica espressione di assenza
o al massimo le note di un sitar
che ti scortano verso la demenza
I vocabolari sono degli inganni
il tuo fuoco lo impari su un sito
che semplifica il dire al fare
di ogni vita un acrostico
di ogni voce modulata in pubblico
la tua intima voce in privato
Il resto è il male. Il resto non si può dire
è soltanto un linguaggio sbagliato
perché il suo fine è comunicare
qualche cosa fuori formato
*
Quando dici legalità, al singolare
quasi ce ne fosse una sola
che sia sacra di suo e solo perché legale
tu confondi questa lurida morale
dei fatti vostri e del casa tua
con tutti i nomi dei morti in mare
*
Stavolta l´angelo non lo fermerà
Isacco lo ha già capito
quando entra nella mia stanza
con la sua ascia in mano
e continua a chiamarmi Abramo
lo sa davvero come mi chiamo
Oggi mi porterà lui sul monte
e poi scenderà da solo
non posso dirgli nemmeno che mi dispiace
perché ho il dovere di morire in pace
altrimenti sarà lui il fallito
Mi dispiace per la sua guerra
mi dispiace di essere io lo stato
che detta il nomos della terra
agli spiriti pacifici del creato
mi dispiace che io non sia
nella sua discesa
La mia bocca non è sulla scia
di una stella che brilla a ponente
assieme alle due comete
forse oggi non basta nemmeno
offrire in olocausto me
al posto dell´ariete
per far finta che un dio ci sia
Ci vuole la fame oggi
e ci vuole la sete
ci vogliono ombre a seguire te
metro per metro
ci vogliono l´astio e l´odio perenne
del maledetto minorenne
per fare una faccia come la mia
e rimanere indietro
.