Purgatorio / Dynamo

[È da poco uscito il nuovo numero della rivista “CONTAINER: osservatorio intermediale”, prodotta da Daniele Poletti e Diaforia edizioni. Un materiale ricchissimo in 84 pagine. Per ordinarla, scrivere a:info@diaforia.org. Di seguito il mio contributo. a. i. ]

.

di Patrick Beurard-Valdoye

 Traduzione, note e presentazione di Andrea Inglese

Presento qui la traduzione di un testo di Patrick Beurard-Valdoye « Purgatorio / Dynamo », apparso sul sito Remue.net. È un estratto da Lamenta des murs (Lamenta dei muri), ossia l’ottavo volume del Ciclo degli esili, la cui pubblicazione è prevista per il 2023 presso Flammarion. Beurard-Valdoye ha realizzato a oggi, nell’ambito delle poesia contemporanea francese, un’opera impressionante per mole, coerenza, e ricerca formale.

Il “ciclo degli esili” tratta dell’Europa come luogo di persecuzioni e traumi collettivi e, nello stesso tempo, d’irriducibile molteplicità di culture e popolazioni. L’opera poetica di Beurard-Valdoye si è cristallizzata intorno a grandi snodi storici, di cui esplora parallelismi, intersezioni, coincidenze, che sempre fanno emergere, nel corso di eventi maggiori, destini particolarissimi, vicende individuali, in grado di pulsare con estrema forza e nettezza anche nel marasma generale. Nel testo che presentiamo, l’elaborazione poetica emerge alla confluenza di quattro linee “testimoniali”. Vi è una linea biografica, familiare, rappresentata dall’esperienza del padre soldato; vi è una linea storico-documentaria, che riguarda le diverse testimonianze sulla battaglia di Dunkerque, particolarmente cruciale nelle prime fasi della Seconda Guerra Mondiale; vi è l’interpretazione cinematografica dell’evento, realizzata nel 2017 da uno dei maggiori registi contemporanei, Christopher Nolan, con Dunkirk; vi è infine la vicenda dell’internato Antonin Artaud che, nella Francia occupata dai nazisti, si rapporta agli eventi e ai personaggi politici secondo il suo punto di vista allucinato e delirante. Per Beurard-Valdoye la scrittura poetica non si pone agli antipodi delle forme narrative o storico-documentarie, ma le ripercorre a contropelo, inserendosi nei molteplici interstizi, riempiendo le lacune o, come è stato scritto, costituendo “la memoria insonne delle pagine bianche della storia”.

Concludo questa brevissima nota con uno stralcio tratto da un’intervista apparsa sul sito Poezibao il 7 ottobre 2010. Qui l’autore ci parla delle diverse dimensioni dell’azione poetica, che egli unifica sotto il concetto di “arti poetiche”, concetto che dovrebbe interessare i lettori di una rivista Container, che si propone un approccio della letteratura e dei suoi margini all’insegna della complessità.

«All’origine dei miei libri, c’è un progetto. Ed è il progetto che determina in seguito la forma letteraria, e non l’inverso. Si costruisce allora qualcosa che definisco dispositivo. Tutte le forme – o tutti i media – possono essere esplorate se contribuiscono a elaborare il progetto: il testo poetico in versi, il testo poetico in prosa ritmica, la poesia visiva, la poesia-lista – che chiamo “teorie” –, la prosa documentaria, così come qualsiasi forma da inventare se nessuna delle precedenti è adeguata. Il “narrato” (le narré) è una di queste, mi sembra. A ciò si aggiunge il dispositivo della performance (io preferisco parlare di “recital”), che agisce o reagisce sulla scrittura. Questo insieme è ciò che chiamo “arti poetiche”. Respingo, ben inteso, come un certo numero di colleghi, l’abituale e retrograda classificazioni in generi letterari, che è l’espressione di una volontà mercantile. Mi sorprende sempre osservare come i nostri predecessori continuino a stabilire un segno d’equivalenza tra poesia e verso. Li considero leggermente in malafede. È vero che quasi tutti non si definiscono poeti ma: scrittori. Parola che non significa in fondo più niente. Chi non è scrittore? Cosa abbiamo da spartire con i nostri ministri, i nostri presidenti o i nostri amministratori di beni, che sono – loro soprattutto – scrittori.”

*

Follia, … distruggimi, affinché possa dimenticare che esisto, affinché cessi di essere

GUSTAV MAHLER [in margine alla partizione della Sinfonia n° 10]

1

flutti rabbiosi cimitero mobile

stiva inondata in balia degli affondamenti

brodogorgo bistro basso ostinato

enorme bara gremita

lo schiacciafondo dietro la faccia del mare

la cattura nel maestrale della storia

respirate infatti primariamente

massa che siete di poveri pazzi squassati

dividete e conservate i soffi

ingabbiati – non è più il momento

di rubare branchie durante la caduta

 

qualcosa come un tic tac d’orologio

il tempo è troppo maschile

 

qualche disperato s’arrampica

sul relitto del Nova Scotia

non trova che immagini indelebili

finiscono ma finiscono su fisarmonica

e sax fanno danzare il drappello

si frastornano vento soffia Manica

smembrata in suoni di conchiglia

un sergente voltafacciando balza

pistola in pugno per freddare

i suonatori di fiati

non colpisce chiunque un’onda

furiosa agguanta l’ossesso

tutti storditi una faccia requiem

per quale demenza seppelliscono il peggio

ne sono davvero scampati?

*

2

al campo dei superstiti di Dunkerque

i Francesi seduti in gruppo nel mezzo

gli Inglesi gli stanno attorno in piedi

tutti avviliti davanti alla radio

ARMISTIZIO CON ONORE

si mettono a scalpitare sul posto

a battere i piedi a singhiozzare

poltiglia folle di tristezze

gli Inglesi si sono ritirati

il terreno non è di sabbia e l’arca

d’alleanza ha fallito

 

per la replica

bisogna rilavorare il discorso

della tigre shakespeariana

rifinire la traduzione migliorare

la sua resa in bocca volgere di nuovo

rimestare tutta la chiacchiera

senza scoppi di pianto

prima dell’uscita dallo studio

FRANCESI SONO IO CHURCHILL

CHE VI PARLO

Michel Saint-Denis alias Duchesne

L’ex-Dynamo è al timone della parola

NOI ATTENDIAMO L’INVASIONE

I PESCI PURE

*

3

i superstiti muti del Dynamo tra i quali

mio padre avrebbero apprezzato che

su grande schermo il nemico fosse

senza volto senza la forza

vuota del proprio campo di morte

o alla maniera di un resoconto di missione

restava il nemico innominato

trattato da bandito nei collegamenti tra Spitfire

la vita si era abbassata d’una tacca

 

non avrebbero sopravvissuto a Dunkirk

alta definizione che risveglia l’olfatto

di un’epopea inodore

e poiché lo spettacolo costruito stava in piedi

i loro nervi avrebbero ceduto

erano necessari questi eroi sepolti

a una profondità di sei piedi

nel terriccio del loro cimitero

nella sabbia fine delle bray-dunes

nel ferro ossidato dei relitti inghiottiti

senza tic tac d’orologio

 

nella necropoli sotto le stele

lasciati in pace con la loro identità

di tipi-rattrappiti cucita addosso

una scritta schiaffata

in faccia al passante

 

fate respirare queste pietre parlanti

questi betili armati in cemento soffiante

e quel che dei resti è restato

nei limiti dell’incerto

presunto ISOLA soldato maggio-giugno 1940

presunto PASCALE Jules soldato 1-6-1940

ignoto Spagnolo 2-6-1940

ignoto maresciallo d’alloggio o sergente maggio-giugno 1940

presunto MAZZA Joseph secondo artigliere 35° R. A. D. 29-5 / 3-6-1940

ignoto fuciliere deceduto il 02-06-1940 a Bray-Dunes

ignoto allievo marinaio maggio-giugno 1940

ignoto soldato tra il 30-5 e il 3-6-1940

ignoto fuciliere algerino maggio-giugno 1940

ignoto L. G. soldato 7° R. I. giugno 1940

presunto ANGUS A marinaio 29-5 / 3-6-1940

ignoto soldato S. D. T. M. 29-5 / 1-6-1940

BOUZEGHTA BONDJENA detto AMMAR soldato presunto 23-6-1940

presunto GAILLARD Marc soldato 137° R. I. 27-5-1940

presunto SAUMAR soldato 121° R. A. maggio-giugno 1940

ignoto presunto capoguardia giugno 1940

 

tutti “poveri cristi”, evidentemente!

 

scovate allora anche il patronimico dei piloti

tedeschi dei 180 aerei abbattuti

helios! helios! segno-nel-cielo

le truppe – l’occhio alle virgole

nell’azzurro – si rallegrano

ma solo la prima volta dice Saint-Denis

 

quanto alla R.A.F. e ai suoi planes

costruiti in segreto

i dirigenti inglesi non ne conoscevano

– neppure il Re – i piani

e questo silenzio dava slancio

e una speciale confidenza ai fighters

 

l’internato Antonin Artaud per altro

voleva mettere L’Avallo-dei-Tedeschi

sulla via grazie a uno schema uno dei suoi

scarabocchi d’iniziato soltanto un po’ folle

IL PRINCIPIO È STATO TRASFERITO AD UN PUNTO

MOLTO PIÙ OCCULTO DEL CIELO

 *

4

della traversata Artaud parla a Prevel

il reale in viaggio

da Dunkerque a Vera Cruz

 

ma la memoria fa brutti scherzi

il vero fluttua si

presenta fibra per fibra

cianciando nel vivo

per Artaud non si dà purgatorio

solamente inferni e limbi

 

lui non è a Dunkerque

se da Anvers spedisce carezze alla madre

nell’attesa dell’Albertville

che ha forme imponenti – scrive –

massiccio tozzo e fornito

d’un alto e ampio fumaiolo

in quanto ha molta importanza

per Artaud il fumaiolo dei piroscafi

 

lo spettro del troppo-tardi sempre incombente

l’Albertville  è requisito

per evacuare le truppe da Dunkerque

armato di due mitragliatrici

con munizioni scadute e due

cannoni 75 mm della guerra

precedente che gli artiglieri

trovano assai imprudente utilizzare

questo il materiale d’altronde il fucile Berthier

di mio padre era privo di munizioni

e le cinque cartucce disgraziate

distribuite ai compagni facevano

sempre cilecca – la Battaglia di Dunkerque

era anche questo e i singhiozzi di mio padre

lingua rasoterra trombetta da fantoccio

*

Note al testo

“Dynamo” è l’operazione di ritirata strategica realizzata dalle truppe alleate francesi e inglesi, bloccate al nord dall’avanzata rapida e irresistibile delle truppe naziste. L’operazione si svolse sulla spiaggia di Dunkerque tra il 26 maggio e il 4 giugno del 1940. In una situazione estremamente difficile, le navi alleate riuscirono a portare in salvo in Gran Bretagna circa 338.000 soldati, di cui 115.000 francesi. In cielo si affrontarono senza sosta gli aerei della RAF e quello della Luftwaffe..

La “tigre shakespeariana” è Churchill che prepara, assieme a Michel Saint-Denis, una versione in francese del suo discorso diffuso dopo l’armistizio tra Francia e Germania (22 giugno 1940). Michel Saint-Denis, attore e drammaturgo francese, attivo a Londra dal 1935, durante la Seconda Guerra Mondiale dirige Radio Londra sotto lo pseudonimo di Jacques Duchesne.

Dunkirk è il film di Christopher Nolan uscito nelle sale nel 2017.

“L’Avallo-dei-Tedeschi” si riferisce a Pierre Laval, ministro del regime di Vichy, a cui si rivolge Artaud in una delle sue lettere. Quest’ultimo è internato tra il 1938 e il 1942 nell’ospedale di Ville-Evrard, vicino a Neuilly-sur-Marne.

*

Folie … détruis-moi avant que j’oublie que j’existe, que je cesse d’être
GUSTAV MAHLER [en marge de la partition de la Symphonie n° 10]

1

flots en rage cimetière mouvant au

hasard des naufrages cale inondée

tourbouillon bistre basse obstinée

énorme bière bondée

l’étueffond derrière la face de mer

l’emprison du noroît de l’histoire

respirez en effet primordialement

tas de pauvres fous cahotés que vous êtes

répartissez et conservez les souffles

encastrés l’heure n’est plus à

voler dans votre chute les branchies

quelque chose comme un tic tac horloger

le temps est trop masculin

quelques éperdus se hissant

sur l’épave du Scotia

ne trouvent qu’images indélébiles

tombent mais tombent sur accordéon et

saxo font danser l’escouade s’étour

dissent le vent siffle la Manche se

démonte en sons de conque

un sergent voltefaçant bondit révolver

au poing va brûler la cervelle

d’instrumentistes à vent

n’atteint quiconque une vague

furieuse empoigne le forcené

tous abrutis au visage requiem

par quelle démence enterrent-ils le pire

en sont-ils vraiment revenus

 

2

au camp de rescapés de Dunkerque

les Français sont assis en groupe au milieu

les Anglais debout à l’entour

tous cois devant la radio

ARMISTICE DANS L’HONNEUR

se mettent à piétiner sur place

trépigner sangloter

compote de chagrins folle

les Anglais se sont retirés

le terrain n’est pas de sable et l’arche

d’alliance s’est échouée

pour la réplique

il faut retravailler le discours

du tigre shakespearien

peaufiner sa traduction améliorer

sa mise en bouche translater

baratter tout baratin

sans éclats de sanglots

avant la sortie du studio

FRANÇAIS C’EST MOI CHURCHILL

QUI VOUS PARLE

Michel Saint-Denis alias Duchesne

l’ex-Dynamo est au gouvernail de la parole

NOUS ATTENDONS L’INVASION

LES POISSONS AUSSI

 

3

les rescapés muets de Dynamo dont mon

père auraient apprécié que

l’ennemi sur grand-écran fût

sans visage sans la force

vide de son propre champ de mort

or à l’instar d’un rapport d’opération

il restait l’ennemi l’innommé

traité de bandit dans les liaisons entre Spitfire

la vie avait baissé d’un cran

ils n’auraient pas survécu à Dunkirk

imax réveillant les odeurs

d’une épopée qui ne pue pas

et puisque le spectacle charpenté tenait bon

leurs nerfs auraient craqué

il fallait ces anonymes héros enfouis

six pieds en dessous

dans le terreau de leur cimetière dans

le sable fin des bray-dunes

dans le fer oxydé d’épaves dégluties

sans tic tac horloger

dans la nécropole sous les stèles

fichées en paix avec leur

identité de rabougre cousue

d’une écriture plaquée sur

la face du passant

faites respirer ces pierres parlantes

ces bétyles armés en ciment sifflant

et ce qui des restes resta

aux termes de l’incertain

présumé ISOLA soldat mai-juin 1940

présumé PASCAL Jules soldat 1-6-1940

présumé GARCIA Espagnol 2-6-1940

inconnu Espagnol 2-6-1940

inconnu maréchal des logis ou sergent mai-juin 1940

présumé MAZZA Joseph canonnier servant 35° R. A. D. 29-5 / 3-6-1940

inconnu tirailleur décédé le 02-06-1940 à Bray-Dunes

inconnu matelot mai-juin 1940

inconnu soldat entre le 30-5 et 3-6-1940

inconnu tir. alg. mai-juin 1940

inconnu L.G. soldat 7° R. I. juin 1940

présumé ANGUS A marin 29-5 / 3-6-1940

inconnu soldat S. D. T. M. 29-5 / 1-6-1940

BOUZEGHTA BONDJENA dit AMMAR soldat présumé 23-6-1940

présumé GAILLARD Marc soldat 137° R. I. 27-5-1940

présumé SAUMAR soldat 121° R. A. mai-juin 1940

inconnu présumé quartier maître juin 1940

tous des gentils cuideriez-vous

dégotez donc aussi le patronyme des pilotes

allemands aux 180 avions descendus

helio helio signe-en-ciel

les troupes vers la voûte aux virgules s’égaillaient

la toute première fois dit Saint-Denis

quant à la R. A. F et ses planes

construits dans le secret

les dirigeants anglais pas même

le Roi n’en connaissaient les plans et

ce silence donnait des ailes

aux fighters une assurance spéciale

l’asilaire Antonin Artaud d’ailleurs

voulait mettre L’Aval-des-Allemands

sur la voie par un schéma l’un de ses

gribouillis d’initié juste un peu fou

LE PRINCIPE A ÉTÉ TRANSFÉRÉ À UN POINT

BEAUCOUP PLUS OCCULTE DU CIEL

4

de la traversée Artaud parle à Prével

le réel en voyage

de Dunkerque à Vera Cruz

mais la mémoire joue des tours

le vrai fluctue il

se présente fibre par fibre

discutaillant dans le vif

pour Artaud il n’est de purgatoire

seulement les enfers et les limbes

lui n’est pas à Dunkerque

s’il envoie d’Anvers des caresses à sa mère

dans l’attente de l’Albertville

formes imposantes écrit-il

massif trapu et muni

d’une haute et large cheminée

car pour Artaud la cheminée a

beaucoup d’importance sur les bateaux

le spectre du trop-tard rôdant toujours

l’Albertville est affrété

pour évacuer les troupes de Dunkerque

armé de deux mitrailleuses

avec munitions périmées muni

de deux canons de 75 de la guerre

d’avant les artilleurs trouvent

bien imprudent d’essayer

ce matériel d’ailleurs le fusil Berthier

de mon père était sans munitions

et les cinq malheureuses cartouches distribuées

aux copains ne convenaient jamais

la Bataille de Dunkerque c’était ça aussi

et les sanglots de mon père

langue en rase-mottes trompette en fantoche

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