Pietre da taglio
di Anna Franceschini
Il quartiere si dipana in cortili interni
portoni d’entrata numeri civici
i fili da stendere senza fiducia
corde antiche che non servono a nulla
Con le amiche ci si nascondeva
si andava un po’ fuori di casa
erano deserti di persone
Avevo un’amica senza colpa e senza casa
avevo una bicicletta la possedevo solo io
L’amica mi accompagnava a trovare
un posto nel labirinto di cortili
Non ci salivo più ogni luogo era inadatto sempre
nella posizione e nello spazio di non permesso
**
Uno strano godere dell’esistere
la casa partorì donne gravide
un pensiero come un tamburo neanche un figlio
Dolore nei passaggi bui che stringe il corpo
ecco la casa disporsi sui contorni il vuoto
c’è una stanza per un uomo disteso
riduce a immagini il sole gli alberi
ha la capacità la capienza gli occhi
Dove risiedono le non parole i non ricordi le non frasi
da qualche parte muovo le braccia a burattino
è un sacrificio e lo concedo ho osato
fare pienezza nella mancanza
quell’uomo che cerca casa dorme con me nella confusione
**
Morte senza racconto
Morire: stasi fino all’impostura
di un ferro di cavallo scovato
sfogliando sacchi rimestando carne
unghie macinate come ritorni alla terra
nutrimenti di vuoto albero collina
verde la storia dei solidi muti
la parte del nostro corpo più in vista
mineralizzata resto inutile lavorato
La tavola il legno che tiene il bicchiere
l’importanza del respiro corto sulle scale
dire sempre meno che non è nulla
morire per un’immagine che si è perduta
**
Hai uno spazio per riposare
lontano da tutto non vedi altri
da te accantona l’idea che esisti
hai abbastanza ferocia da spegnerti
hai abbastanza fame
Ti hanno assecondato
con materia umana riconosciuta
perdente esclusa pronta all’eliminazione
c’è del pane hai l’acqua appena
tutto questo andrà in circolo
il bisogno accrescerà il veleno
sarai compressa dal desiderio
il miasma si abbatterà su altri da te