Post in translation: Rim Battal
Tre poesie
di
Rim Battal
tradotte dal francese da Angelo Vannini
e tratte dalla raccolta L’eau du bain, Éditions Supernova, 2019.
Puzza di bruciato
Sono giorni che puzza di bruciato ma non c’è alcun fuoco. Puzza di bruciato e non nella mia testa e non un’immagine. Fa caldo e un allarme-incendio urla da giorni e non è nella mia testa. Puzza di bruciato, urla «Al fuoco!» ma non c’è né fuoco né fumo e la mia testa è salva. C’è il calore, c’è l’odore, c’è il rumore, c’è l’acqua che fuoriesce dal corpo ma non fuoco identificato.
*
Il terrore di essere incinta una terza volta, a mia insaputa, mio malgrado, mi fa sudare freddo. Se è così, come uscirne?
Delle cose saranno fatte male. Se decido d’essere buona madre, non ne esco. Se decido d’essere una cattiva madre, non ne escono loro.
Si direbbe che so, ma non so.
Una vita non può prevalere su un’altra, sia pure quella di un bambino, sia pure quella di una madre.
Se non veglio non esisto più.
*
A vent’anni decisi di cambiare vita.
Di non essere più se non pochissimo te, il meno possibile.
Ormai terrò la penna tra l’indice e il medio e fumerò tutti i giorni.
Amerò e mi farò chiamare George.
Farò di tutto e di più. Sarò tutto tranne te poi tutto quel che sono.
Se riesco a incontrarmi.
Mamma, m’hai sempre messo abiti troppo grandi per crescerci dentro ma non si cresce senza misura, altrimenti la mia testa sarebbe molto più vecchia dei miei piedi, e sarebbe caduta da molto tempo. La mia testa, è tutto quel che ho.