Da “Dopo il libro”

.

di Emanuele Canzaniello

*

Che non parli, non dica niente

Non si muova,

Che stia ferma.

Non succeda nulla qui

Dentro, dentro fino a sparire

Al dire il limite

Dei limiti

Lunga 32 larga 12

Si è rovesciata l’ultima macchina

Non detta, non superficie

Perché è estensione pura

La nostra terza dimensione

Matrice piana

Non detta, mai dispiegata

Senza volumi

Che è piastra d’ostensione

Ai nostri solidi.

*

Solo il sapere conta

Quanta parte del nostro posizionamento

Politico ci è suggerito

Dalle nostre predilezioni estetiche,

Dal gusto erotico

E da spinte solo occulte

Non politiche, non sociali

Nel loro ultimo confine

Anormali, anomale

Rigonfie, scagliate contro ogni possibile sociale

Contro quel volto ripugnante

Frame sfocato, palese margine che sgrana

Di un insieme più ampio,

Cattivo rapporto tra denti e bocca

E distanza tra i denti anteriori

Il tipo di capelli e il biondo dei capelli,

Il tondo ridicolo della forma degli occhi,

E il banale, il banale.

*

È un cinema di Wimbledon

E il buio della sala

Interrotto dai riflettori

Stretti sul ring

Sui corpi tagliati,

Sono maschi, sono la folla

Durante l’incontro finale.

Nero americano il primo l’altro russo

In sala sono ragazzi vestiti bene,

Significanti come nelle tassonomie,

Inglesi e indiani, bellissimi

E morbidi nelle voci

E tu adesso li senti gridare

Stick your dick in my ass, oh yeah

E hanno voci femminili senza eguali

E il russo è a terra accasciato

He needs some milk, oh yeah

Sono almeno quaranta a strillare

Stick your dick in my ass, oh yeah

Un boato, cinque minuti

E adesso tu li senti ancora.

*

La vita è di chi sta

Con la lingua su nel culo

E non sa nulla della vita

Non sa di rumori

Non sa di queste ragioni.

*

Cosa succede quando a qualcuno

Già predisposto al suicidio

Manca, è caduta, è andata persa,

Non scritta, non trascritta.

Sentirai presto il cibo fare attrito

Nella gola, squittire come gomma

Ferma.

*

Il giorno del giudizio avverrà così,

Si saprà di poter andare a letto sapendo

Di non svegliarsi più

Quanta gente sceglierà di andare a dormire

Quanta gente su sette miliardi di persone

Sceglierà di andare incontro tranquilla

Al sonno

Sapendo che sarà dolce e calmo,

Sapendo che sarà come andare a dormire

E solo allora sarà possibile l’assoluzione

Veramente plenaria di tutto il mondo insieme

In una notte

Andando a letto soltanto.

*

Anche la scelta di dormire di notte

E di stare in piedi di giorno

È vecchia di 230 milioni di anni in noi.

Dai rettili l’abbiamo ereditata.

Animali a sangue freddo,

Hanno trovato l’equilibrio

Restando fermi nel buio

E muovendosi nella luce,

Prima che le prime scimmie si muovessero sotto il sole.

E dentro il nostro dna,

Nella sequenza di noi stessi

Si trovano incistati,

Incassati nella notte

Antiche di milioni di anni

Sequenze di virus che oggi sono là,

Fossili

Nella struttura dell’essere.

Print Friendly, PDF & Email

articoli correlati

Voci della diaspora: Anna Foa e Judith Butler

di Andrea Inglese
Perché continuare a parlare invece di tacere? Perché usare o meno la parola "genocidio"? Perché un racconto vale mille immagini e mille cifre? Continuare a pensare quello che sta accadendo, attraverso due voci della diaspora ebraica: Anna Foa e Judith Butler

Da “Ogni cosa fuori posto”

di Andrea Accardi
C’è adesso come un vuoto nella planimetria, un buco da cui passa l’aria fredda, e su quel niente di un interno al quinto piano converge e poi s’increspa tutta la pianta del condominio. Il corpo della ragazza (il salto, il volo) resta per aria come una parte che manca (nondimeno è lì in salotto, ricomposta, e l’appartamento intero la costeggia).

Wirz

di Maria La Tela
Quando fu il nostro turno ci alzammo da terra. Eravamo rimasti seduti a guardare le ragazze che ballavano con le magliette arrotolate sotto l’elastico del reggiseno per scoprire l’ombelico.

Le precarie e i precari dell’università in piazza il 29 novembre

Comunicato stampa 29 Novembre Contro tagli e precarietà, blocchiamo l'Università! – L'Assemblea Precaria Universitaria di Pisa scende in piazza contro...

“Tales from the Loop”: una tragedia non riconosciuta

di Lorenzo Graziani
Qualsiasi sia la piattaforma, la regola aurea che orienta la scelta è sempre la stessa: se sei in dubbio, scegli fantascienza. Non è infallibile, ma sicuramente rodata: mi conosco abbastanza bene da sapere che preferisco un mediocre show di fantascienza a un mediocre show di qualsiasi altro tipo.

“Sì”#3 Lettura a più voci

di Laura Di Corcia
È un libro, in fondo, sul desiderio; un libro che pare costituito da risposte, più che da domande. Un libro di esercizi di centratura. Ma anche un libro che mira a un’ecologia della mente e della scrittura "Sì" di Alessandro Broggi...
andrea inglese
andrea inglese
Andrea Inglese (1967) originario di Milano, vive nei pressi di Parigi. È uno scrittore e traduttore. È stato docente di filosofia e storia al liceo e ha insegnato per alcuni anni letteratura e lingua italiana all’Università di Paris III. Ora insegna in scuole d’architettura a Parigi e Versailles. Poesia Prove d’inconsistenza, in VI Quaderno italiano, Marcos y Marcos, 1998. Inventari, Zona 2001; finalista Premio Delfini 2001. La distrazione, Luca Sossella, 2008; premio Montano 2009. Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato, Italic Pequod, 2013. La grande anitra, Oèdipus, 2013. Un’autoantologia Poesie e prose 1998-2016, collana Autoriale, Dot.Com Press, 2017. Il rumore è il messaggio, Diaforia, 2023. Prose Prati, in Prosa in prosa, volume collettivo, Le Lettere, 2009; Tic edizioni, 2020. Quando Kubrick inventò la fantascienza. 4 capricci su 2001, Camera Verde, 2011. Commiato da Andromeda, Valigie Rosse, 2011 (Premio Ciampi, 2011). I miei pezzi, in Ex.it Materiali fuori contesto, volume collettivo, La Colornese – Tielleci, 2013. Ollivud, Prufrock spa, 2018. Stralunati, Italo Svevo, 2022. Romanzi Parigi è un desiderio, Ponte Alle Grazie, 2016; finalista Premio Napoli 2017, Premio Bridge 2017. La vita adulta, Ponte Alle Grazie, 2021. Saggistica L’eroe segreto. Il personaggio nella modernità dalla confessione al solipsismo, Dipartimento di Linguistica e Letterature comparate, Università di Cassino, 2003. La confusione è ancella della menzogna, edizione digitale, Quintadicopertina, 2012. La civiltà idiota. Saggi militanti, Valigie Rosse, 2018. Con Paolo Giovannetti ha curato il volume collettivo Teoria & poesia, Biblion, 2018. Traduzioni Jean-Jacques Viton, Il commento definitivo. Poesie 1984-2008, Metauro, 2009. È stato redattore delle riviste “Manocometa”, “Allegoria”, del sito GAMMM, della rivista e del sito “Alfabeta2”. È uno dei membri fondatori del blog Nazione Indiana e il curatore del progetto Descrizione del mondo (www.descrizionedelmondo.it), per un’installazione collettiva di testi, suoni & immagini.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: