Articolo precedente
Articolo successivo

La Tahrir plurale, collettiva, giovane e bella di Marion Guénard

Giuseppe Acconcia

Au printemps on coupe les ailes des oiseaux (L’aube, 180 pp., 2022) è il primo eccellente romanzo della giornalista francese, Marion Guénard, corrispondente dal Cairo per vari quotidiani, tra cui Le Monde, prima, durante e dopo le rivolte del 2011 in Egitto. L’autrice va ben oltre il racconto dei fatti e degli eventi rivoluzionari ma li trasforma in un romanzo avventuroso e straordinario, fatto di magnifici incontri, vite parallele e destini incrociati. Le due protagoniste, Kaouthar e Mariam, sono due donne destinate a non incontrarsi mai. Entrambe però hanno in comune una lucidità rara e sete di libertà. Kaouthar è egiziana, aveva appena venti anni quando la rivoluzione di piazza Tahrir è scoppiata nelle vie del Cairo. In quell’esatto momento scopriva cosa volesse dire essere giovani. Il racconto si fa intenso e originale, travolge il lettore l’incontro tra vecchie e nuove generazioni, la rottura con il passato (il y avait bien quelques pierres ici et là mais la terre était fertile comme celle de l’Égypte, enrichie pendant des siècles du limon du Nil. Ils pensaient qu’ils changeraient le cours des choses, la nature du pays), insieme alla speranza senza precedenti nel cambiamento (Leur avenir, celui du pays, était un champ de fleurs sauvages, une friche à cultiver avec amour et justice). L’accampamento che ha occupato per diciotto giorni piazza Tahrir riprende vita in questo libro così come le radio che riproducevano i comunicati della giunta militare e 1984 di Orwell che diventava a poco a poco un libro di chevet per i manifestanti. Invece Mariam, figlia di egiziani emigrati in Francia, viveva a Parigi. Pur avendo avuto tutto dalla vita, la rivoluzione egiziana ha risvegliato in lei dei ricordi dimenticati, un sentimento oscuro di non aver vissuto pienamente la sua vita. Mariam a besoin de souffle, d’épopée, elle est à la recherche d’une vie exceptionelle. Elle ne sait pas encore à quoi cela rassemblera. Elle ne s’enquite pas. E così un giorno Mariam scompare all’improvviso. Elle essaie de retrouver le temps où elle ne mettait pas l’avenir en liste de choses à faire mais où il s’exprimait en possibles et en rêves. Viene aperta un’inchiesta e il suo compagno Antoine viene a conoscenza che Mariam è fuggita in Egitto. Anche lui si lancia alla sua ricerca e incontra il sogno rivoluzionario. Per i giovani rivoluzionari, Kaouthar, Ashraf e Halim le rivolte di piazza si trasformano presto in una liberazione sessuale. Le colline degli incontri di Moqattam cementano l’amore tra Ashraf e Kaouthar, a loro volta destinati a condurre vite parallele, lei ragazza dei Fratelli musulmani e lui anarchico rivoluzionario. E invece la loro vita è sconvolta da un vero e proprio matrimonio rivoluzionario, dalla difesa di giustizia sociale ed educazione per tutti, dalle serate passate a discutere di politica e delle vittime della violenza di stato nell’ufficio aperto da Halim nel centro del Cairo. Ils dressaient le portrait de leur Égypte idéale, un pays où l’autoritarisme, la violence, la pauvreté, le patriarcat n’auraient pas droit de cité. Ils rêvaient d’une société où le savoir, la science et les arts seraient élevés au rang de première nécessité. Ils s’imaginaient un futur à eux. Ils étaient d’accord sur l’essentiel, et cela les rendait heureux. Sans le savoir, ils tombaient amoureux. Eppure con l’arrivo del regime militare, dieci anni dopo le proteste di piazza, i sogni di una generazione sono stati spezzati dai carrarmati dell’esercito. Marion ­Guénard racconta una giovinezza sacrificata, quella dei giovani rivoluzionari egiziani, che hanno tentato l’“assalto al cielo” prima del ritorno brutale della repressione più dura che il paese abbia conosciuto nella sua storia recente.

Print Friendly, PDF & Email

articoli correlati

Torri d’avorio e d’acciaio di Maya Wind

di Giuseppe Acconcia
In Occidente le università israeliane vengono dipinte come bastioni liberali del pluralismo e della democrazia, ma in realtà hanno un ruolo chiave nel regime di oppressione del popolo palestinese.

Centomila tulipani di Elisabetta Giromini

Daria è una giovane universitaria incerta sul suo futuro e in perenne conflitto con la madre, anche a causa dell’abbandono del padre quando era solo una bambina. L’archeologia le cambia la vita.

Sanremo, l’Olanda e la questione meridionale

di Elsa Rizzo Quest’anno Sanremo l’ho guardato da un piccolo paesino in Extremadura, una regione della Spagna al confine con...

Un dettaglio minore

Questa storia inizia durante l’estate del 1949, un anno dopo la guerra che i palestinesi chiamano Nakba, la catastrofe...

Sinistra, movimenti e guerra in Ucraina

I curdi siriani del Rojava che pure sono stati essenziali per sconfiggere lo Stato islamico (Isis) in Siria hanno...

La memoria della neve

  a cura di Lorenzo Canova e Piernicola Maria Di Iorio Giancarlo Limoni - La memoria della neve è la mostra...
giuseppe acconcia
giuseppe acconcia
Giuseppe Acconcia è giornalista professionista e docente di Geopolitica del Medio Oriente all'Università di Padova. Dottore di ricerca in Scienze Politiche all'Università di Londra, è stato Visiting Scholar all'Università della California (UCLA – Centro Studi per il Vicino Oriente), docente all'Università Bocconi e all'Università Cattolica di Milano (Aseri). Si occupa di movimenti sociali e giovanili, Studi iraniani e curdi, Stato e trasformazione in Medio Oriente. Si è laureato alla School of Oriental and African Studies di Londra, è stato corrispondente dal Medio Oriente per testate italiane, inglesi ed egiziane (Il Manifesto, The Independent, Al-Ahram), vincitore del premio Giornalisti del Mediterraneo (2013), autore del documentario radiofonico per Radio 3 Rai “Il Cairo dalle strade della rivoluzione”. Intervistato dai principali media mainstream internazionali (New York Times, al-Jazeera, Rai), è autore de Migrazioni nel Mediterraneo (FrancoAngeli, 2019), The Great Iran (Padova University Press, 2018), Liberi tutti (Oedipus, 2015), Egitto. Democrazia militare (Exorma, 2014) e La primavera egiziana (Infinito, 2012). Ha pubblicato tra gli altri per International Sociology, Global Environmental Politics, MERIP, Zapruder, Il Mulino, Chicago University Press, Le Monde diplomatique, Social Movement Studies, Carnegie Endowment for International Peace, Policy Press, Edward Elgar, Limes e Palgrave.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: