Da “Ghost track”

[Presentiamo alcuni testi da Ghost Track, il decimo libro della collana “Manufatti poetici” diretta da Paolo Giovanetti, Michele Zaffarano e Antonio Syxty (Biblion-Zacinto 2022).]

.

di Marilina Ciaco

Da Timer (da attivare per lo svolgimento del test)

Alla fine del nastro c’è sempre un altro nastro. Il timer sarà attivato appena prima della fine del nastro. Qualche tempo dopo il timer segnerà che il suo tempo è scaduto, ma adesso sa che a ciascun intoppo corrisponde la stessa risposta. Forse. Se davvero così fosse (si ferma, cade, si riavvolge) allora nessuno potrebbe più stupirsi di tutto questo. Quando scrivo «tutto questo» mi riferisco a una stanza scontornata ma compatta, i pezzi di intonaco a vista, una stanza scrostata che nessuno abita e che vorrei tu credessi vera. Vorrei che tu ci credessi. Ricorda che il problema delle vocine è che sono tutte vere. Il dispositivo è stato attivato, avverte un forte senso di sollievo.

*

Quando a qualcuno si dà del neurotipico nessuno dovrebbe offendersi perché «neurotipico» è il presupposto di quasi tutti i complimenti. Sei stato bravo? Probabilmente sei neurotipico. Sei simpatico? È pressoché certo che tu lo sia. Nessuno dovrebbe lasciarsi ingannare dal fatto che il termine sia composto da due parole generalmente poco apprezzate, «neuro» e «tipico», in particolare la seconda, perché magari a qualcuno piace essere neuro-qualcosa (neurochirurgo ad esempio) ma a nessuno piace sentirsi tipico. A tutti piace sentirsi speciali. Se ad esempio mi dicessero «sei neurotipico» io lo prenderei come un complimento, anche se nel frattempo penserei: mi dispiace, ti stai sbagliando, le cose non sono andate proprio così.

*

Da Vite a lunga esposizione

*

è una giornata di sole insolita dato il periodo dell’anno

qualcuno al piano di sopra sta urlando

è possibile udire ai piani sottostanti una bestemmia

sta restituendo a qualcuno un torto antichissimo

una ragazza prenderà la linea rossa della metro

direzione sesto primo maggio

il corso sarà pieno di conversazioni e mosche

un’altra ragazza acquisterà un profumo

prima che le sia stato accreditato lo stipendio

c’è il rischio che tutti i pos possano incepparsi

c’è il rischio che un senzatetto all’angolo di via boscovich raccolga

un importo non prevedibile

che la fila alle casse si blocchi inspiegabilmente

mentre la riproduzione, come tutti gli istinti animali,

continuerà a esistere

*

prevedere un gran finale e neppure fossi

esplosa a Volgograd venticinque morti almeno

ci sono dei momenti nel corso dei protocolli

in cui la memoria si stacca dalla via indicata dal controllo

risponde a una serie di domande del controllo

dicendo che la risposta sarebbe stata «irrilevante»

la vita andrebbe vissuta così, senza cambiarne una lettera

da questa altezza vede solo quello che manca

come essere sfiorati, all’improvviso, dal sospetto

che «il quadro completo» non esista affatto

anche questa volta avrebbe selezionato i dettagli da inquadrare

evitato accuratamente il proprio ingresso all’interno della cornice

sostando oltre i margini del telo, in un altro fuori campo

*

quanto rumore, fuori non c’è nessuno

la leva giusta per disinnescarmi

vorrei cercarla adesso, lei sa dov’è?

io ho undici buchi

il buco giusto per disinnescarmi

è quello che non vedi, lo nasconde sotto il mento

si è rivoltato, adesso non si trova più

non trova più le pupille, la peluria, la saliva

non so cosa mi mancasse di quei tempi

il prato artificiale, no, è la chiave che va tolta

la ruota giusta per disinnescarmi

adesso prendi le tue cose e vai via è meglio che tu lo faccia adesso

vive in centro, colpita in centro, è andata al centro

non so se voglio saperlo forse no

noi abbiamo sprecato molte vite

le vite giuste per disinnescarmi

 

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1 commento

  1. ‘Le vocine sono tutte vere’ è un’ottima intuizione sulla poesia contemporanea. Bei materiali, anche le aleatorie.

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