12.53
Ci sono quelli che scrivono i romanzi per riraccontare il passato e dicono “La signora entrò alle cinque e in quel momento il fattore le disse… eccetera… eccetera…”. Ecco quelle lì sono le cose più tremende che ci sono al mondo… e proprio ti fanno… non si riesce neanche a immaginar più niente.
13.32
Ci sono delle storie che valgono solo per quello che non è immaginabile e… le storie valgono di più se… se sono… se c’è tutto un in… non immaginabile che sta dietro le parole e le cose. Perchè credo che sia quello il regno dei narratori: quello che non è immaginabile. Quello che uno non ti può far vedere. Nello scrivere delle cose del genere, a partire da questo punto di vista, cominci a sentire un’altra storia al contrario e cioè che l’inimmaginabile è dappertutto intorno a noi.
Non credo per niente a quelle cose che la gente… che si chiamano testimonianze e non credo per niente alle memorie ufficiali e non credo all’identità locale, la lascio… quella la lascio per degli altri. E non credo all’appartenenza a un territorio e non credo alle cosiddette “radici” e mi dispiace dirlo.