Mattia Tarantino: dalla crepa tra le leggi
Ospito qui alcune poesie tratte da L’età dell’uva di Mattia Tarantino (Giulio Perrone Editore), insieme a un frammento dall’introduzione che ho curato per il libro.
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La tua lingua è un palindromo interrotto
a metà dell’alfabeto e mai risolto.
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In ogni osso cresce
un tuo osso; in ogni
vena si aggroviglia
il tuo sangue con il mio:
a sangue unito siamo casa e profezia.
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Provengo dalla crepa tra le leggi,
dove i nomi usurano la voce, e la fortuna
è l’unico salario. Provengo
dal latte delle spine rovesciate:
nient’altro so del mondo e delle cose.
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[…] La poesia è questo: cordoglio e dirottamento, senza coincidenza, senza precisa distanza. Cavità, carie, convulsione, e anche rimedio, pianta medicinale, veleno purificato, buona vendemmia; tuorlo nella chiara dell’uovo; fossa delle più istantanee contraddizioni. Quando funziona, funziona come capovolgimento di ordini e gerarchie fra terra e cielo. È l’imperatore Leone che, arrampicatosi sulla colonna, si prostra davanti a Daniele lo Stilita. È la lattaia regina che, in pariglia, porta in dono a chi la canzona una ricotta d’argento, conservata dentro un paniere d’oro.
Giorgiomaria Cornelio