Luomomacchina e altre poesie
di Marcello D’Ursi
Luomomacchina
Luomomacchina non parla
Urla
Luomomacchina divide uomo da uomo
Luomomacchina fa paura
Luomomacchina ha paura
Del luomomacchina più grosso
Luomomacchina non cade mai
Luomomacchina è un oggetto
Nelle braccia meccaniche
Di altri luomomacchina
Luomomacchina calcola
Freddo
Luomomacchina non dimentica
Ma non ricorda
Luomomacchina è prima persona
Singolare assoluto
Luomomacchina è triste
E ride sguaiato
Luomomacchina dissimula
Luomomacchina non deve chiedere
Mai
Luomomacchina pensa da luomomacchina
Che tutti siano luomomacchhina
Luomomacchina cancella l’uomo.
17/5/2016
Non smetterò mai
di portare il tuo sguardo ad una nuvola
al cielo
all’oriente caldo di mattino all’alba.
Dovrai così disimparare la macchina dell’obbligo disattendere il compito
e chi da te attende profitto.
Sarai un uomo tu, figlio,
vivo, e vivrai sentendo nel corpo nel cuore
la vita.
18/2/21_6.42
Un metro non è un metro
dove un uomo non è un uomo.
La lingua non è parola
dove il suono è solo rumore.
La carne non è senso dove il moto è meccanico.
Un sogno non è vero dove incombe l’algoritmo.
Bellezza è finzione
dove ricchezza è produzione.
Il socio è solo affare
dove l’uomo è solo un affare.
La vita non ha valore
dove l’uomo non è umano.
13/5/21_5.14
Carne e sangue contro salario
Nel rumore granitico della “giostra”, sono stato cacciato da un violento gesto salvifico.
Più che d’uomo, mi trovo in compagnia di brutale umanità: occhi rinchiusi in confini di geografie millimetriche, lingue di tre parole senza vocali, omuncoli proni all’ombra del bastone, maschere compiacenti al gioco delle parti con denti sanguigni e pronti all’azzanno.
In punta di piedi per anni, ho placato la sete col sale umido dei miei occhi. E scavato più a fondo nel putrire delle mie radici.
La frusta della parola avversa ha reso cuoio la pelle ingenua. Lo sguardo meccanico ha sottratto pietà al mio occhio. La persona che sono è maschera fredda. Il corpo è macchina. Faccio merce di carne e sangue. Un terzo del mio tempo scorre come un fiume che muove macine e ingranaggi.
Macchina sapiens tra macchine insipiens, sento un altrove che vive silente, un aldilà di vite mai sazie, mai rassegnate, digiune di ignoranza, assetate di speranza.
15/7/21_05.00
Non perderti mai la vita
ricorda che sei un uomo
non perdere mai la vita
ricorda di vivere
non lasciarti vivere
non sopravvivere
vivi
tutto, in tutto quel che sei.
18/7/21_22.07
Non perderti mai la vita . . . . . dei colpi di frusta notevoli, questo Marcello! Grazie, Giorgio.