Frantellanimello
di Francesca Rossi Brunori
Illustrazione di Marco Filicio Marinangeli
FRANTELLANIMELLO
un racconto di un altro alfabetamondo
C’era un ramoscello che si perdeva nel lungo correre del ruscello
e insieme
nel loro andierivieni, quello del ramo insieme a quello del ruscello
raccoglievano tutto quello che c’era – intorno –
così da trasformare, quel ramoscello, da piccolo e magro che era
a una cosa senza nome
un animale forse, che voleva non solo nuotare ma
volare anche, volare
e allora questa creatura
prese a raccolta tutte le foglie
e loro, tutte insieme a gran voce:
“vogliamo fare anche noi questa cosa dell’andare in alto e sotto ci possiamo aggrappare?”
mentre camminavo ho sentito un eco dal ruscello
e otto otto otto sentivo
mi sono domandato staranno contando?
Fino a quando dal nulla spruzza all’improvviso qualcosa di strano
che canta la canzone che dice sotto sotto!
allora ho capito che non stavano contando
ma cantando, era una cosa così:
“sotto sotto sotto on the surface oh the river, it was a moon river
ci sarà quel momento in cui tuffi o non tuffi dall’alto del nostro guardare
facciamo un giro e una volta ed è girovagare
che spreme e spruzza di olio salato
vieni con noi e sarai gratificato!”
Potevo rispondere no e invece ho detto si.
Frantanto lontano in una fresca fresca e vivace vivace posizione lontano dal mondo
si stava formando un sentiero dal nulla
sassolini su sassolini si mettevano uno sopra l’altro per tracciarsi da soli
e vedere dove sarebbero arrivati e avevano deciso di cominciare dall’alto
anche se al principio sembrava essere un po’ difficile perché ogni volta che si mettevano agglomerati arrivava un fruscio di vento che li faceva ricominciare da capo
ma così non finiremo mai e poi mai, (dicevano si sassolini) significa che non ci vuoi guidare per la giusta strada
(dicevano al vento)
niente di più sbagliato, (il vento rispose) si vede che ve lo voglio fare trovare prima
il vostro sentiero selciato
allora tra un prima e un dopo, i sassolini si stancarono così tanto da addormentarsi e al risveglio si ritrovarono messi in un modo così strano che solo la risata del vento avrebbe potuto averci messo una mano.
Ed io
mi sono addormentato e risvegliato un’altra volta
ed ero in un luogo sospeso
dietro ad una marcia di pecore e mucche
oh oh oh, cadenzavano e poi a me,
fiato c’è bisogno di fiato
per non mettere in fila, tutto quello che vedi.
Mi sono sognato una grande nuvola grigia così grande che mi faceva paura
allora invece che aprire gli occhi
mi sono immaginato che mi venivano ad aiutare, chi?
erano piccioni e colombe
bianche e di tutte le sfumature
si sono messe tutte assieme e hanno coperto la nuvola – calore si calore
e io ho potuto continuare il mio sogno anche con gli occhi aperti
perché mi sono abbagliato e poi voltato da una parte diversa
dall’altra! E ho trovato,
Scintille scintille gioia faville se così fosse un po’ per sempre, io
di fronte al temporale salirei su un lampo e mi schianterei giù
gridando
tutto un io che precipita giù ma non mi sfracello
trasportato dalla voce di mio nonno che diceva
siete tutti così abituati al pensiero tragico
a rovelli e pomelli
a girare e cascare
sbucciare cadere ritornare a parlare
che basterebbe per lo più girare il naso in su e se proprio proprio
vuoi buttarlo a terra
mettiti a raccogliere le uova che poi ci facciamo quello sbattuto
lo zucchero ti solleva – sospesa sei sospesa!
se potessi contare quanti pensieri faccio in ogni istante sarebbero così tanti
che non sarei capace di ricordarmi i numeri
e in tutto questo tempo avrei potuto fare altro magari rincorrere le galline
salutare un cavallo, abbracciare un maialino, accarezzare un pettirosso
lanciare un sasso e contare quanto tempo ci mette a scendere giù.
Con dei numeri nuovi però. Perchè uno è troppo breve per essere un inizio
lo chiamerei franzanzanstillorossopomezio
e poi il due dopo una lunga pausa
maesteriodispersi, tanto va la gatta al largo
che si perde nel suo nuotare e si scorda che era una gatto
per questo continua a nuotare
veglia e aspetta che tra poco si va a mangiare
veglia e aspetta che andiamo a farci un bagno
veglia e aspetta che ci mettiamo a contare le stelle
veglia e aspetta che sento l’onda che arriva
veglia e aspetta che fischio il suono del lupo
un giorno mi metterò a contare il tempo al contrario
dalla fine al principio
per ricordarmi quanti battiti ha un minuto e poi me ne vorrei dimenticare
e poi ancora distrecciarlo in mille pezzetti
lascio che la signora che predice il futuro prende la scopa e se li porta via
così li prende e li lancia in aria, li disperde nel vento
violento credevo – senti come fischia – violento credevo
ma in mezzo al dormire dove tutto sembra fermo e nessuno si muove
nel vento butto i segni delle parole e loro si mischiano insieme ai pezzi del tempo
per fare, un altro modo mondo di dire e tempo tempo è temporale!
Se fosse un leone, una rosa, non la raccoglierei.
Farfalla lontana da qui
far era un la, di una canzone
far e le tue ali, io sono di grazie attraversata
toc toc … chi sei tu?
E chi lo sa e che ne so
infranto spaccato sta a terra e la terra lo ha preso lo travolge lo inghiotte e poi lo riporta su
io apro la bocca e con un respiro lo lascio fare
io non so cosa dico perché fa lui
il nuovo parlare dei parlanti è così fresco che mi fa venire piena di arruffamenti
serpenti io dico
il nuovo parlare dei parlanti si immerge – ad immersione si
rilassa fruscica sbilbilla slilla la la e il
la era una onda che si era alzata così tanto che non è più scesa ma è diventata
il cielo che guardo sopra di me
è forse un altro respiro. Così respiro. Così e ancora così, è.
Era un fantascientifico mangiatore di oggetti che venivano buttati alla discarica
lui ci passava e senza farsi vedere dal controllore dei controllori
sgusciava dentro e di nascosto
tuffava si!, lui si tuffava nei grandi ripieni contenitori di cose
che sembravano rotte e senza vita
così sembrava
fino a quando etabeta se le mangiava e poi le sputava fuori
con grande audacia e vigore
Ci si chiede perché il controllore dei controllori della discarica
debba fare davvero il controllore dei controllori di cose morte
che invece se lasciasse Etabeta entrare diventerebbero ancora
più vive di come erano in principio, e cioè, prima del
contenitore?