E tu splendi

di Gianni Biondillo

Giuseppe Catozzella, E tu splendi, Feltrinelli editore, 2018, 231 pagine

Anche questa estate, come ogni anno, Pietro e Nina vengono spediti dal padre – la mamma è morta da poco – da Milano ad Arigliano, il paese d’origine della famiglia, nel cuore sperduto della Lucania.

La voce narrante di Pietro ci fa conoscere gli abitanti del borgo: vecchi stralunati, contadini rancorosi, ragazzini selvaggi. Sembrerebbe un’estate come tutte le altre, immobile e gioiosa, se non fosse che toccherà proprio a Pietro scoprire che nella vecchia torre normanna abbandonata si nasconde un gruppo di clandestini africani.

L’avvenimento irrompe come un cataclisma nel borgo, scatenando i più bassi istinti di conservazione, i peggiori rigurgiti identitari, il populismo più vieto nei confronti di questi migranti. E Pietro stesso non ne sarà esente, osservando Josh, uno dei clandestini (suo coetaneo), come fosse un essere misterioso, affascinante e pericoloso. In una realtà piegata da vecchi conti mai saldati, paralizzata dalla memoria e dal passato, il gruppo di clandestini diventa il perfetto capro espiatorio di ogni male, quasi fosse una maledizione, un monito inviato dagli dei.

E tu splendi è, soprattutto, un tributo alla letteratura meridionalista del novecento. L’affetto di Giuseppe Catozzella alle terre che descrive è palesato dal calco quasi pedissequo della sua scrittura alla tradizione neorealista dei Silone, dei Levi, degli Jovine. Il Sud di Catozzella sembra fotografato in bianco e nero, con sfumature seppiate; incapace di conoscere la modernità, persino di raggiungerla. Ma non si faccia l’errore di credere E tu splendi un romanzo “realista”. In realtà non di romanzo dovremmo parlare ma di fiaba. O, forse, di fine del periodo fiabesco della vita. L’estate raccontata in queste pagine è, in definitiva, quella del passaggio della linea d’ombra del protagonista, che abbandonerà l’infanzia verso una nuova consapevolezza dell’esistenza. Tutta da raccontare.

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(precedentemente pubblicato su Cooperazione, numero 20 del 15 maggio 2018)

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gianni biondillo
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GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Ha vinto il Premio Scerbanenco (2011), il Premio Bergamo (2018) e il Premio Bagutta (2024). Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
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