NT (nessun tempo)
di Alessandra Greco
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Da: NT (nessun tempo), di Alessandra Greco, Arcipelago Itaca 2020.
Queste pagine da NT non danno conto del respiro poematico dell’opera e me ne scuso con chi legge. Spero almeno che si possano prendere questi estratti come esemplari di scrittura; sono tasselli volti a comporre un libro-vita, un libro-mappa, un libro-mosaico che ha impiegato anni per prendere la configurazione con cui è andato in stampa. Potrebbe ancora cambiare. La mia incapacità di assumerne una porzione ragionevole, rappresentativa, è forse indicativa. Posso solo citare l’indice visivo del libro, che è ispirato a uno dei primi esempi di mappa emotiva, la Carte du pays de Tendre disegnata nel salotto di Madame de Scudéry nel 1654. Posso invitare a considerare i molti ingressi, a partire dalla vista satellitare di Königsberg, la città di Immanuel Kant, che appare in apertura. Essa offre forse il primo problema di topologia della storia, il grafo dei sette ponti di Königsberg, risolto nel 1735 da Leonhard Euler – la figurazione che fa sbocciare i settori, i nodi, le porte attraverso cui si muove questo libro. Posso farmi trascinare dall’autrice nella sua complessa enciclopedia emozionale. E questo accade, senza che io riesca a dirne compiutamente. Per me NT è una coreografia del cosmo fragile. Capisco che la sua difficoltà possa risultare oscena per alcuni. Ma so che può incarnare una curiosità conoscitiva profonda (come fosse delle prime età dell’umano? transumana?), una apprensione che trapassa i confini sensibili, eppure è tenuta a testimoniarli. Nel 1830 un’autrice poteva guadagnarsi da vivere, fare una vita borghese, scrivendo poesia; dopo duecento anni questo non solo è impensabile: mi chiedo chi potrà saper leggere quest’opera, chi ne avrà la tempra e la possessione. Per quella manciata di persone ho tanto voluto che NT fosse stampato. Invidio la loro prima lettura come un primo amore. (rm)