Discarica

di Monica Pezzella

L’intermittenza azzurro pallido di un’insegna giù in strada; una camera d’albergo alle cinque del mattino. Ci sono un letto, un comodino in legno con le gambe curve, un armadio a un’anta, una scrivania col piano in vetro, una poltrona in pelle verde, la litografia della pianta di una città. Il letto è scomposto e le lenzuola sono aggrovigliate sulla sponda. Sandra ha poco più di vent’anni, è distesa con le braccia sotto il cuscino, a gambe nude. Sul comodino ci sono un paio di occhiali dalla montatura in osso, una lampada senza paralume, un fazzoletto sporco e tre forcine. Murdoch ha trentasette anni, è vicino alla scrivania, davanti al telefono. Alle sue spalle, la finestra inquadra i fumaioli della cartiera. Sotto i fumaioli, tracima la discarica. Murdoch si gira e guarda il fumo nero.

MURDOCH Faccio una doccia. Dormi ancora?
SANDRA Non dormo. L’acqua calda non viene.
MURDOCH La faccio fredda. Mi devo pulire. Pensa a che vuoi mangiare. Dopo ordino la colazione.
SANDRA Non lo so.

Murdoch va in bagno. L’acqua scorre per dieci minuti; la porta si apre. Murdoch entra nella stanza, nudo, e si mette a cercare una camicia nella valigia sotto l’armadio. Mentre si veste:

MURDOCH Hai deciso?
SANDRA Le focaccine al latte.
MURDOCH Guarda che al sabato le focaccine vengono acide.
SANDRA Non fa niente.
MURDOCH Quante ne vuoi?
SANDRA Quattro.
MURDOCH Mangi quattro focaccine? Te ne faccio portare due. E il caffè.
SANDRA Va bene anche così. Ma sono appena le cinque.
MURDOCH Ho lasciato detto che ce ne saremmo andati presto.
SANDRA Uhm.
MURDOCH Però alzati.

Murdoch va al telefono e digita quattro numeri. Ordina due focaccine al latte, un toast, del burro e due caffè amari. Posa la cornetta e guarda Sandra, stesa sulla schiena.

MURDOCH Ha detto tra venti minuti. Hai un po’ di tempo, lavati pure tu.
SANDRA Sei sempre esagerato.
MURDOCH Sbrigati lo stesso.

Sandra va in bagno. Murdoch si piega a cercare qualcosa nella valigia. Prende una busta gialla, sigillata. Si alza e accende una sigaretta. Sandra rientra appena lui smette di fumare.

SANDRA Che puzza.
MURDOCH Ti sei lavata?
SANDRA Certo.

Murdoch le allunga la busta, sventolandola un po’.

SANDRA Grazie.
MURDOCH Guarda che sono un sacco di soldi. Tienila sotto la giacca. Ti ci compri un vestito. Te lo metti la prossima volta che vieni.
SANDRA Va bene. Grazie.
MURDOCH Prendine uno attillato. Non lo scegliere rosso. Né viola. Non essere volgare.
SANDRA Lo so. Lo prendo come piace a te. Lo so.
MURDOCH Attillato. No rosso, no viola. Se vieni con un vestito che non mi piace non ti do più niente. Se ti presenti qua con un vestito che non ti sta bene non ti do niente. E non farlo vedere a casa. Capiscono che prendi soldi.
SANDRA Ovvio.
MURDOCH Te lo metti la prossima volta. Ti chiamo io. Deve passare un po’ di tempo.
SANDRA Facciamo come sempre.

Sandra va alla poltrona e mette la busta nella tasca della giacca; si siede. Murdoch è ancora vicino alla finestra. Il cielo da buio è diventato perlaceo e le ciminiere hanno smesso di fumare. L’insegna non si vede più.

SANDRA Ti posso chiedere una cosa?
MURDOCH (dandole una sigaretta accesa) Vai.
SANDRA (accetta la sigaretta, ma non fuma) Te lo metteresti, tu?
MURDOCH Che cosa?
SANDRA Un bel vestito.
MURDOCH Ovvio.
SANDRA Un vestito da donna, uno come piace a te.
MURDOCH Cristo santo! Rieccola. Che?
SANDRA Quello che ho detto. Se te lo metteresti, tu, un bel vestito da donna, come quello che mi hai regalato l’altra volta, per esempio.
MURDOCH Non cominciare a fare la matta.
SANDRA Ma se ti piace.
MURDOCH Cosa?
SANDRA Il vestito. Se ti piace, perché non te lo vuoi mettere?
MURDOCH Perché è fatto per stare addosso alle donne.
SANDRA Ti vergogneresti?
MURDOCH Si vergognerebbe chiunque.
SANDRA Ti piace addosso a una donna, ma è vergognoso addosso a te.
MURDOCH Brava. E adesso smettila.
SANDRA (spegnendo la sigaretta su un bracciolo) Ma ti piacciono, le donne?
MURDOCH Come a tutti. Lo sai.
SANDRA Le trovi belle. Cioè, questo?

Murdoch poggia la fronte contro la finestra. Gli scappa un sospiro di esasperazione. Con un dito traccia un cerchio nell’umidità condensata sul vetro. Disegna un albero con due rami a ipsilon. Da quella prospettiva, l’albero spoglio scavato nella condensa nasce dalle scorie della discarica. Bussano alla porta, due colpi di nocche. Nessuno si muove. Altri cinque colpi. Murdoch va ad aprire e rientra con un vassoio. Sistema il caffè, le focaccine e il toast al burro sulla scrivania.

MURDOCH Dài, vieni a mangiare.
SANDRA (alzandosi e avvicinandosi alla colazione) Non mi hai risposto.
MURDOCH (dopo aver bevuto il caffè in un sorso) Neanche mi ricordo la domanda.
SANDRA Pensi che le donne sono belle?
MURDOCH Ho detto che mi piacciono, non che sono belle.
SANDRA È diverso?
MURDOCH Non fare raffreddare il caffè. E prova le focaccine, vedrai che sono acide.

Sandra mangia entrambe le focaccine. Si pulisce le dita con l’unico fazzoletto, quello su cui stavano i dolci; lecca un dito per volta, morbosamente. Beve il caffè e torna a sedersi.

MURDOCH Allora?
SANDRA Non erano acide.
MURDOCH Meglio. Che hai?
SANDRA Proprio niente.
MURDOCH E perché c’hai quella faccia che c’hai?
SANDRA (tirando le gambe sulla poltrona e stringendole al corpo) Non credi che io sia bella.
MURDOCH (ride) Mangi troppo.
SANDRA Solo questo?
MURDOCH “Solo questo” cosa?
SANDRA Solo questo pensi? Vieni a letto con me, mi pare.
MURDOCH E quindi devo pensare che sei bella?
SANDRA Io lo penso. Penso che tu sia bello. Ci penso sempre.
MURDOCH Buon per te. Mi fa piacere.
SANDRA Mi piaci, altrimenti non ci verrei a letto con te.
MURDOCH Dici? Da questa parte funziona in un altro modo. Mi piaci, va bene, ma ti scopo perché mi ecciti, non perché sei bella. Che c’entra il sesso con la bellezza?
SANDRA Tutto.
MURDOCH Risposta da bambina. Credi che l’attrazione abbia qualcosa a che fare con la bellezza? Davvero?
SANDRA Davvero, sì. L’ho sempre creduto.
MURDOCH Te l’hanno insegnato a scuola? Questa cosa, che gli uomini pensano che le donne siano belle, te l’ha insegnata tua madre? Tua sorella?
SANDRA Certo, come no.
MURDOCH E dove l’hai sentita? È una di quelle cose che si sanno? Già. È un’idea comune. Una di quelle cose che sono come dovrebbero essere. Ma guarda, una cattedrale è bella. Un quadro, come quello (indica la litografia). Un albero, una conchiglia. Un insetto. Che ne so, un oggetto. Una donna è un’altra cosa. (Annusa il toast e lo rimette nel piatto) Quanti anni hai? Venti?
SANDRA Ventuno. E lo sai.
MURDOCH Sembri una bambina. Non capisci, di’ la verità. È perché non esci mai.
SANDRA Esco con te.
MURDOCH (ride) Una volta al mese è un po’ poco. Che miseria. Dovresti stare con quelli della tua età.
SANDRA Sto anche con quelli. Ma che c’entra?

Murdoch va a prendere la valigia vicino all’armadio e la trascina sulla moquette fino al letto. Toglie le lenzuola e le piega.

MURDOCH (riponendo le lenzuola nella valigia) A un ragazzino l’hai mai chiesto?
SANDRA Che gli devo chiedere?
MURDOCH Cosa pensa di te. Nuda.

Murdoch apre l’armadio e tira fuori un completo di lenzuola pulite. A differenza delle precedenti, queste hanno le iniziali dell’albergo ricamate agli angoli.

SANDRA Che dovrebbe pensare?

Murdoch rifà il letto. Non dice niente per tutto il tempo. Quando ha finito, tira su anche il copriletto, accende una sigaretta, se la infila in bocca e guarda Sandra, rintanata nella poltrona.

MURDOCH Alzati, dài. Mettiti in piedi.
SANDRA Ce ne andiamo?
MURDOCH Non ancora. Abbiamo un po’ di tempo. Il treno parte alle sei e quarantacinque.
SANDRA Non hai mangiato il toast.
MURDOCH È bruciato. E poi avevo chiesto il burro a parte.
SANDRA Schifiltoso.
MURDOCH Allora, ti alzi?

Sandra si alza e Murdoch va a sedersi al posto suo, sulla poltrona.

MURDOCH Fai quella cosa.
SANDRA Che vuoi?
MURDOCH Fai quella cosa, dài. Spogliati.
SANDRA Mi sono appena vestita.
MURDOCH Quante storie.
SANDRA Va bene. Ma dopo mi accompagni alla stazione.
MURDOCH Ovvio che ti accompagno. Dài.

Sandra chiude le tende e comincia a spogliarsi. Murdoch si sfila la cintura e mette una mano nella patta dei pantaloni. Quando finisce:

MURDOCH Rivestiti.
SANDRA (vestendosi) Che volevi dimostrare?
MURDOCH Niente.

Sandra si avvicina e lo bacia sulla fronte.

MURDOCH Levati. Non mi baciare, santo Cristo, non è il caso.
SANDRA (gli fa scivolare una mano dentro la camicia e gli accarezza una spalla) Perché?
MURDOCH Oh, piantala.
SANDRA (gli bacia il collo) Non fare il ritroso. Rispondi.
MURDOCH Perché ho pensato che sei una puttana.
SANDRA (scostandosi) Ti ecciti pensando questo?
MURDOCH Sì. E se potessi umiliarti mi ecciterei anche di più.
SANDRA Come vorresti umiliarmi?
MURDOCH (richiudendo la patta) Lascia stare.
SANDRA Coraggio. Cosa stai pensando?
MURDOCH Finiscila. Non rovinare tutto.

Murdoch si alza e va ad aprire la finestra e la finestra vomita il brusìo della cartiera e le rancide esalazioni della discarica nella stanza.

SANDRA Già che hai cominciato tanto vale che continui.
MURDOCH Non sto pensando a come ti umilierei. Va bene?
SANDRA Cosa, allora?
MURDOCH Se tu fossi stata una ragazza qualsiasi non avrei voluto umiliarti. Non ci avrei pensato nemmeno. Ti avrei scopato e l’avremmo piantata lì.
SANDRA Che bravo. E invece?
MURDOCH E invece te l’ho detto. Tu mi ecciti.
SANDRA Sei un pervertito?
MURDOCH Ma che Cristo, e ti ho avvisato! Non fare la matta, se fai la matta smettiamo di vederci. Prendi le tue cose. Ce ne andiamo.

Sandra va al comodino, raccoglie gli occhiali e le forcine. Cerca la borsa sotto il letto, non la trova, si inginocchia per cercare più a fondo.

MURDOCH Sei ancora una bambina. Hai bisogno di qualcuno che ti disilluda.
SANDRA E saresti tu?
MURDOCH Può darsi. Lezione numero uno. L’amore non è ammirazione, non è venerazione, non è come te lo hanno insegnato a scuola. L’amore, quello tra un uomo e una donna, è una soddisfazione fisiologica.
SANDRA (recuperando la borsa e spolverandola) Un bisogno fisico. Soltanto?
MURDOCH Per carità. Un bisogno fisico e mentale. Non andrei mai a letto con una donna che ritenessi migliore di me. Non mi darebbe nulla; mi darei a lei. E chi diamine vuole dare niente? È normale, mettitelo in testa. Per te funziona allo stesso modo.
SANDRA Non mi pare.
MURDOCH Non te ne accorgi, ma neanche ne vale la pena. Ché tanto tu sei strana. Pensa come ti pare. Hai finito? Hai preso tutto? Guarda pure in bagno, non lasciare niente in giro.
SANDRA E la lezione numero due?
MURDOCH Ce ne sono ancora tante di lezioni, continuiamo la prossima volta. Adesso spicciati, guarda se manca niente.

Sandra apre la porta del bagno e si affaccia per assicurarsi di non aver lasciato tracce. Il rubinetto perde qualche goccia; lo chiude e pulisce il lavello con la spugna.

SANDRA Preso tutto. Possiamo andare.
MURDOCH È cambiato qualcosa? Tra me e te, voglio dire.
SANDRA (infilando la giacca) No. Credo di no.
MURDOCH Verrai ancora, come sempre?
SANDRA Sì, certo.
MURDOCH Mi ami?
SANDRA Certo.
MURDOCH Brava. Fai la persona normale.

Escono.

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4 Commenti

  1. 20 anni, che epoche d’oro ci ricordi, quando anche le nuvole in cielo ci sorridevano e perfino la notte ci dava il buongiorno…

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davide orecchio
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Vivo e lavoro a Roma. Libri: Lettere a una fanciulla che non risponde (romanzo, Bompiani, 2024), Qualcosa sulla terra (racconto, Industria&Letteratura, 2022), Storia aperta (romanzo, Bompiani, 2021), L'isola di Kalief (con Mara Cerri, Orecchio Acerbo 2021), Il regno dei fossili (romanzo, il Saggiatore 2019), Mio padre la rivoluzione (racconti, minimum fax 2017. Premio Campiello-Selezione giuria dei Letterati 2018), Stati di grazia (romanzo, il Saggiatore 2014), Città distrutte. Sei biografie infedeli (racconti, Gaffi 2012. Nuova edizione: il Saggiatore 2018. Premio SuperMondello e Mondello Opera Italiana 2012).   Testi inviati per la pubblicazione su Nazione Indiana: scrivetemi a d.orecchio.nazioneindiana@gmail.com. Non sono un editor e svolgo qui un'attività, per così dire, di "volontariato culturale". Provo a leggere tutto il materiale che mi arriva, ma deve essere inedito, salvo eccezioni motivate. I testi che mi piacciono li pubblico, avvisando in anticipo l'autore. Riguardo ai testi che non pubblico: non sono in grado di rispondere per mail, mi dispiace. Mi raccomando, non offendetevi. Il mio giudizio, positivo o negativo che sia, è strettamente personale e non professionale.
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