Due pub tre poeti e un desiderio: Omosessualità e spionaggio
di Franco Buffoni
L’associazione era stata fondata nel 1820 a Cambridge come Conversation Society presso il Trinity College, ma subito venne ribattezzata The Apostles perché dodici erano i “brothers” che la componevano. E quando qualcuno era assente veniva definito “angel”. Nata come confraternita anticlericale, contro le ingerenze della chiesa anglicana nella vita universitaria, nel corso dei decenni annoverò tra i suoi membri Tennyson e Lytton Strachey, Bertrand Russell, Keynes e Wittgenstein.
Negli anni venti e trenta del Novecento The Apostles divenne un club d’élite per “iniziati” (con tutto ciò che il termine significava sin dal tempo di Byron), caratterizzato da raffinate riunioni conviviali con brindisi a “bellezza e verità” e fortissimi legami omosessuali. Ma anche da grande simpatia per la rivoluzione sovietica, riscontrabile per altro più generalmente in tutto l’ambiente oxbridgeano.
The Apostles divenne così il crogiuolo per antonomasia per la formazione di un gruppo elitario di spie britanniche a favore dell’Urss, capaci di rimanere “coperte” per decenni, come Sir Anthony Blunt e Guy Burgess, fuggito in Urss nel 1951.
Dopo la promessa di impunità, Blunt confessò che il suo era stato in pratica un caso di coscienza: dovendo scegliere tra la lealtà verso l’Inghilterra e quell’intreccio di omosessualità e marxismo che era la lealtà verso i brothers di Cambridge, scelse la seconda. Tuttavia non sarebbe stato difficile scoprire Blunt con qualche decennio di anticipo: bastava scorrere la sua monografia dedicata a Picasso negli anni venti per cogliere un’impostazione critica basata esclusivamente sull’estetica marxista.
Perché è vero che è lunghissimo l’elenco degli artisti che furono anche agenti o spie – da Kipling agente in India a Maugham spia in Svizzera e Urss durante la I Guerra mondiale; da Graham Greene a Durrell, Ian Fleming e John Le Carré; e forse anche a Noël Coward e Evelyn Waugh – ma furono tutti in vari modi collaboratori dell’Intelligence Service del loro paese e a favore dello stesso. Con gli Apostoli invece il quadro cambia radicalmente: il sogno di liberazione omosessuale si intreccia con il sogno dell’ideologia marxista e il nemico primo e unico è sempre l’establishment britannico al quale appartengono le loro famiglie. Come si evince dal romanzo Il fattore umano di Greene, in cui il protagonista accetta di lavorare per i sovietici e, una volta scoperto, si rifugia a Mosca. Greene chiama Castle il suo uomo, ma in realtà la storia somiglia a quella della celeberrima spia Philby, già apostolo a Cambridge. E ancor più verosimilmente è Philby il protagonista de La Talpa di John Le Carré, con il nome di Bill Haydon, spia pro-Urss. Emblematico il titolo originale del romanzo, evocativo di complicità collegiali e appelli nei cortili, sguardi d’intesa e incontri segreti in spogliatoi e aule di scienze vuote: Tinker, Taylor, Soldier, Spy.
Crogiuolo anche di altre memorabili associazioni, il club degli Apostoli. Perché Toby Stephen, apostolo a Cambridge, ereditata dal padre Sir Leslie una vecchia villa nel quartiere londinese di Bloomsbury, vi andò ad abitare con le sorelle Vanessa, pittrice, e Virginia, scrittrice. E fu proprio a Cambridge nel 1928 che Virginia, sotto forma di pubblica conferenza, espose le linee essenziali di ciò che poi sarebbe diventata Una stanza tutta per sé.
In questo quadro si comprende bene il “marxismo” di Auden, da The Witnesses, I testimoni, del 1932 (“Il cielo è come una macchia scura / Qualcosa sta per piovere giù / E non saranno fiori”) a Spain 1937: “Tomorrow for the young the poets / exploding like bombs”.
D’altronde nel 1939 anche Stephen Spender compose gli appassionati Poems from Spain: sapendo poco o nulla di quanto realmente stava accadendo in Unione sovietica, e ritenendo solo frutto di propaganda capitalistica le prime rivelazioni sui crimini staliniani, l’omosessuale molto praticante ma velato Spender volgeva lo sguardo verso un’utopica fonte di liberazione dal brutale capitale e dall’oppressione sessuale. Spender divenne poi anticomunista dal 1950 e fu tra gli autori del Dio che ha fallito. Diresse anche la prestigiosa rivista socio-letteraria “Encounter” fino al 1965, quando scoprì che molti abbonamenti erano sottoscritti dalla Cia per permettere agli intellettuali liberal di esprimersi e poterli così controllare. In un’intervista che mi concesse a Milano nel 1988 dichiarò: “Sono stato comunista perché allora mi sembrava l’unico modo possibile per essere antifascista”.
Estratto da: Franco Buffoni, Due pub tre poeti e un desiderio, Marcos y Marcos. Pubblicato in occasione dei 50 anni di Stonewall e della nascita dei Pride.