( amare le creature abolire le frontiere)
di Gian Piero Fiorillo
Se sono giovani e stanno bene ti danno fastidio perché li vedi palestrati
Se chiedono l’elemosina li disprezzi perché sono mendicanti
Se protestano per vedere riconosciuti i diritti sul lavoro ti indignano perché loro almeno un lavoro ce l’hanno e tanti italiani no, e poi tre euro all’ora per noi sono pochi ma in Africa sono molti e le famiglie africane diventano ricche a nostre spese
Se vivono nelle baracche puzzano che non hai idea
Se dormono sulle panchine sono senza decoro
Se sono magri e allampanati facevano meglio a starsene a casa
Se rubano sono criminali
Se vestono all’occidentale sembrano scimmie del circo
Se portano i loro vestiti sono sospetti
Se occupano uno stabile sono fuorilegge
Se abitano in dieci un appartamento dividendo le spese devono essere sfrattati perché rovinano l’immobile e lo deprezzano e poi in questo modo salgono gli affitti anche per mio figlio che va in città a studiare
Se mettono su un negozio sono foraggiati dalle mafie
Se rischiano di annegare per salvare un bagnante o si arrampicano per le balconate di un palazzo per afferrare un bambino appeso alla ringhiera, che ti dicevo sono palestrati
Se muoiono dopo aver salvato un bagnante italiano, due piccioni con una fava
Se sono laureati, perché c’hanno pure l’Università in Africa?
Se sono poveri io che ci posso fare
Se vengono coi gommoni portano terroristi
Se dormono alla stazione portano la scabbia
Se sono negri come fanno a essere italiani, dico io – Io
Io non sono razzista ma prima gli italiani
Io non sono razzista ma ognuno deve stare a casa sua
Io non sono razzista ma le armi i soldi per comprarsele ce l’hanno
Io non sono razzista ma diciamocelo i neri hanno un odore tutto particolare
Io non sono razzista ma si scopano le nostre donne a tutto c’è un limite
Io non sono razzista ma ridono!
e con quei denti bianchi che se penso quanto ho speso di dentista mi viene il nervoso
Io non sono razzista ma questi ci hanno il cazzo quanto un manganello
Io non sono razzista ma aiutiamoli a morire a casa loro
Io conosco tante brave persone negre ma mica mi fido ciecamente, eh no
Io quando salgono i rom mi sposto dall’altra parte dell’autobus e ci sto molto attenta
Io i rumeni e polacchi sai che ci farei, ci hanno tutti l’aiddiesse se va bene
Io quelli che si trascinano i bambini sulla metropolitana per farti venire il senso di colpa e spillarti un euro li metterei in galera e butterei la chiave
Io buoni i mendicanti, stanno meglio di te e di me, te lo dico Io –
Io che non sono razzista ma la mia è la razza italiana – e chi favorisce lo straniero è razzista al contrario
Io questi buonisti di merda perché non se li prendono in casa vitto e alloggio tutto a spese loro
Io trentacinque euro al giorno per trecentosessantacinque giorni consecutivi chi li ha mai visti
Io un albergo di lusso a spese dei contribuenti me lo sogno
Io ai terremotati italiani chi ci pensa nessuno
Io non ce l’ho con loro ma bisogna difendere la nazione
Io ero di sinistra ma la sinistra a me mi ha deluso
Io in questo mondo di merda siamo diventati che chi viene da fuori detta legge
Io questo ius soli ma che cazzo voldì
Io altro che previdenza, nero è il colore del loro lavoro se no che sarebbero negri a fare
Io gli farebbe la castrazione chimica preventiva
Io al caporalato ci darei una medaglia, li facessero schiattare uno per uno sarei contento – Io
Io che non sono razzista ma l’infermiere nero non voglio che mi tocca
Io che non sono razzista ma se fossero pochi pure pure
Io che non sono razzista ma questi qui ci invadono il suolo
Io che non sono razzista ma si moltiplicano come le mosche
Io che non sono razzista ma portano un sacco di malattie
Io che non sono razzista ma me lo dici perché le carceri sono piene di stranieri
Io che non sono razzista ma mi ribolle il sangue quando vedo che i neri godono e gli italiani esplodono
Io quelli di seconda generazione sono i più pericolosi
Io lo dico per loro, è una deportazione programmata per abbassare il costo del lavoro
Io se muoiono in massa mi dispiace ma sono proprio tanti, nemmeno se ne accorgono
Io anche quelli che muoiono purtroppo si rimpiazzano
Io flussi programmati, vengono lavorano e quando finisce il lavoro tutti a casa, marsch, che ci restano a fare qui, a rubare spacciare e molestare le donne?
Invece io radical chic
Invece io buonista dei tuoi coglioni
Invece io veterocomunista
Invece io mezzo liberale e mezzo socialista
e mezzo anarchico
Invece io ateo
Invece io cristiano
Invece io buono samaritano
Invece io crociano hegeliano marxista sensista
Invece io che mi si accappona la pelle quando vedo
Invece io che ho buttato la televisione perché non voglio nemmeno più saperle certe cose
Invece io che vivo nella disperazione di un paese suicida per rancore, dove un Marcel diventa ogni villan che parteggiando viene
Invece io, i miei giorni felici da bambino Marco Polo e Giulio Verne
Ulisse Enea viaggi sentimentali e donchisciotti dietro a Dulcinea
Furore e Joshua Slocum
Invece io,
lo sai che cosa penso mentre mangio alla mensa della Caritas?
io penso che gli umani hanno un solo dovere
adesso, non domani, abolire le frontiere
***
Anche se condivido la scelta ideologica, non credo che sia utile banalizzare un problema così complesso.
Chiedo scusa, ma non capisco che cosa avrei banalizzato. Se può essere più preciso potrò risponderle. Comunque grazie per il commento.
No border, no nation.
A parte gli esiti estetici, la retorica di questo testo è davvero deprimente. E deprimente è pretendere di poetare con una musa così sciatta, così ruffiana. Sì, questo testo è grandemente ruffiano e portatore di messaggi sommamente incivili. Perché non si dà polis senza confini, non si dà città senza legge. Lo Stato è l’unico argine all’anarchia dell’economico, al mercato esteso liberamente su scala planetaria. Parla di questo, poesia, non ruffianarti il prossimo, non cercare il plauso dei mediocri, dei tanti, troppi, che spacciano per virtù morali i loro riflessi fisiologici: vedere un altro soffrire e patire per quello non è virtù ma fisiologia. Virtù è esercitare il pensiero per vedere meglio l’origine di quella iniquità che produce ingiustizia nel mondo, non è il farisaico ergersi a fustigatore universale delle così giudicate immoralità personali.
deprimente, sciatto, ruffiano, sommamente incivile, cercare il plauso dei mediocri, soffrire per gli altri non è virtù ma fisiologia… è questa sequela di galanterie il modo di Domenico Lombardini di esercitare il pensiero senza ergersi a farisaico fustigatore…?
E lei, signor Lombardini, dopo aver virtuosamente esercitato il pensiero per vedere meglio l’origine dell’iniquità, che fa?
A me diverte molto la parte del “Se”, perché è un repertorio classico, che potrebbe continuare ancora molto a lungo, del meccanismo retorico del razzismo, l’ideologia che accoglie tutto e il suo contrario purché il risultato sia la diseguaglianza – di questa fondamentale ridicolaggine del razzismo si parla sempre troppo poco
Mi è piaciuto molto come ha saputo ritrarre la società “moderna”. Rispecchia in pieno la visione che ho . E come del resto, mi sembra, che dall’homo Sapiens in poi noi non ci siamo molto “evoluti”. Nel senso che ho l'”impressione” – certezza mi sentirei troppo supponente – abbiamo dimenticato, come ospiti di questo pianeta, quali siano i veri valori e le cose essenziali. Ci siamo persi nel nulla… ecco è questo che mi sembra.
Complimenti ancora. e grazie
grazie a te