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ERBARIO UMANO (un numero di “Zeus!”)

 

 

 

 

 

 

 

 

Differenze tra piante e persone
Ce ne sono tante di differenze tra piante e persone: le
piante non hanno capelli e le persone sì, corti o lunghi.
Le piante hanno fiori molto belli e profumati e le persone
non hanno fiori né foglie. Ci sono piante estive e piante
autunnali, invece le persone cambiano carattere a seconda
del tempo, sono un po’ lunatiche insomma. Per nutrirsi i fiori
hanno le terra per piantare le radici, noi invece abbiamo le
radici ma nei denti. Ci sono momenti che l’uomo fa male alla
pianta, invece la pianta è innocua: di differenza ce n’è
tanta. Se io mi immagino di essere una pianta, ad esempio
una pianta di pesche, avrei bisogno di meno attenzioni che
una persona, la pianta è più autonoma.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Radici

Le radici sono tante e intrecciate tutte insieme possono essere larghe e lunghe,
tante e tante decine e migliaia di radici nel mondo. Sono in terra, se scavi le
trovi. Servono per tenere in piedi e far star bene le piante.
Rovinano i marciapiedi, sono mezzo di sostentamento, sono ornamento, tengono in
equilibrio la pianta. Sono la memoria, sono il passato. Le mie radici sono nel
bosco, sotto i piedi le scarpe da ginnastica. Ho le radici nella testa: radici dei
capelli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Centinaia e centinaia di alberi nei boschi
Alberi ce ne sono da tutte le parti, un mucchio di migliaia e migliaia di boschi
di alberi e ce ne sono sempre e tagliarli sarebbe un peccato. Sono belli e belli
alti come la primavera, l’estate, l’inverno e l’autunno. Le piante e le stagioni
sono collegate e se le stagioni cambiano le piante cambiano e se le stagioni non
cambiano non cambiano le piante e ci si trova pentiti. Le piante quando muiono
diventano secche e diventano brutte, poi marciscono e fanno schifo, poi quello che
resta o vola via o finisce nella terra. Se le piante si muovono perdono la simmetria
del tempo e dopo è come la natura umana, che è tipo il malessere di stare in piedi
e arrangiarsi da soli.

 

GARIA OCULATA

Caratteristiche della pianta
Albero abbastanza imponente e massiccio, rami grossi e piccoli, le foglie variano
un po’: sono un po’ piccole e un po’ grandi ma in genere sono grandi. Albero
movimentato con voglia di emergere, è un albero rigoglioso che va bagnato ogni
tanto per mantenerlo in vita. Lento nello sviluppo e nella riproduzione, il seme
fa più fatica degli altri a raggiungere il terreno.

Fioritura
Il fiore appare di un bellissimo colore blu, sembra un bulbo oculare ed è il fiore
all’occhiello della pianta, viene usato per fare le decorazioni di natale ed ha un
effetto afrodisiaco: se lo annusi ti innamori, anche se l’effetto è momentaneo e
prima o poi svanisce, però il fiore abbaglia l’occhio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ICEBERGA MOIRANTE

Caratteristiche della pianta
L’Iceberga moirante si chiama così perché ha le radici pù lunghe della pianta stessa: radici robuste, anche solide e compatte. Cresce in autunno e muore in inverno, ha un ciclo di vita breve ma lei non si lamenta. Fa fiori ma pochi, fiori piccoli, selvatici, di varie forme (a triangolo, a cerchio, a forma di leopardo). E’ molto sensibile, come le persone: se la offendi si sente male e cerca di scansarsi ma non riesce perché le sue radici sono troppo robuste. Le piacerebbe staccarsi dal
terreno e mettersi da un’altra parte con delle nuove radici ma non può, però almeno non si dispera e se ne fa una ragione.

Semi
Il fiore appare di un bellissimo colore blu, sembra un bulbo oculare ed è il fiore
all’occhiello della pianta, viene usato per fare le decorazioni di natale ed ha un
effetto afrodisiaco: se lo annusi ti innamori, anche se l’effetto è momentaneo e
prima o poi svanisce, però il fiore abbaglia l’occhio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

GUGLIELMO SPINOSO

Caratteristiche della pianta
Il Guglielmo Spinoso è una pianta piena di spine, le ha per bellezza. Cresce in
primavera in modo fantasioso e creativo, un po’ su un po’ giù, un po’ qua un po’ là,
ma soprattutto nei giardini all’inglese, anche se non ha interesse per la regina
Elisabetta.

Fioritura
Quando in estate i raggi del sole sono diretti sulla pianta, il Guglielmo viene
influenzato e improvvisamente e fluentemente fiorisce, emanando un piacevole profumo
e una nuova e più forte energia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NdR: I testi e le illustrazioni sono tratti dal numero di dicembre 2017, curato da Sara Donati e Sara Rendina, del “bimestrale mutante” Zeus! edito dalla cooperativa sociale Il Cardo di Edolo (Bs), e diretto da Marco Milzani. Qui l’illustratrice Sara Donati racconta come è nato questo magnifico numero:

“Due anni fa ho iniziato a lavorare alla storia di un bambino che prova a parlare con un albero. Per capire in che modo raccontare questo dialogo ho preso l’abitudine di camminare per lungo tempo tra sentieri di campagna e boschi, proponendomi di non considerarli unicamente paesaggi da attraversare. Ho cominciato a domandarmi se la vegetazione si accorgesse del mio passaggio e in che modo avrei potuto relazionarmi con essa.
Come si parla con qualcuno di completamente diverso? Se gli esseri umani e i vegetali sono a prima vista totalmente differenti, cosa invece ci accomuna? In queste escursioni ho notato, nel camminare tra gli alberi invece che in una città, un cambiamento nella qualità dei pensieri.
Mi sono ricordata che nell’infanzia questo rapporto intimo con le piante era del tutto spontaneo e che attingere a quei ricordi mi aiutava a trovare soluzioni divergenti, a fare riemergere una connessione con tutto l’ambiente naturale che avrei voluto indagare più a fondo. Dalle osservazioni di quel periodo è nato un progetto che ho chiamato Erbario Umano: una ricerca personale sull’appartenenza dell’uomo alla natura e ai suoi cicli e una serie di incontri rivolti ad adulti e bambini che ne esplorassero il rapporto.
L’incontro con Marco Milzani, direttore della cooperativa il Cardo, ha messo in moto tutto il resto. Il Cardo si occupa principalmente di disabilità, ma è una fucina di attività collaterali, tra cui la rivista Zeus!: un meraviglioso bimestrale mutante che dà voce agli utenti senza prendersi troppo sul serio, trasformandosi continuamente in forma e contenuti. In questo blog Zeus! è già stato raccontato qui.
Il motivo del nostro incontro era la realizzazione di una copertina della rivista, ma Marco è una di quelle persone rare che sanno fare da volano alle idee altrui. Gli ho raccontato di Erbario Umano, che all’epoca era ancora in costruzione, e si è dimostrato disponibile a sperimentare questa esperienza all’interno della cooperativa, proponendomi di curare un numero della rivista che la raccontasse: Zeus! Erbario Umano.
Non avendo mai approcciato la disabilità, inizialmente mi sono chiesta se cambiare la struttura della proposta o se semplificarla.
Il confronto con gli operatori però mi ha fatto comprendere in tempo che avevo la fortuna di osservare il rapporto con la natura da un punto di vista nuovo, e anziché restringere il territorio di azione ho cercato di lasciare a me stessa e agli utenti uno spazio abbastanza grande per scoprire qualcosa.
Sono rimasta ancorata solo all’intenzione di essere ricettiva nell’ascolto dei partecipanti, non mentire, giocare davvero.
Ho incontrato Giovanni, Daria, Ivan, Debora, Guglielmo, Luca, Beppe, Maria, Alessandra, Moira, Danilo, Agnese, Monica, Giulia, Manuel, Gianfranco e i dubbi si sono sciolti nel fare insieme, come succede sempre in un gruppo di lavoro.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ho sentito una grande affinità con alcuni, ma tutti hanno contribuito con una voce interessante e personale al progetto, a volte attraverso il segno, a volte semplicemente manifestando la propria presenza.
Parallelamente al lavoro espressivo è iniziato il confronto con la redazione sulla realizzazione della rivista. Un lavoro completamente differente, fatto di scelte, sintesi e rielaborazioni. Raccontare i momenti di workshop evitando di essere didascalici è stato un punto di partenza condiviso, la rivista avrebbe dovuto mantenere l’ironia di sempre, associata all’immagine primitiva e poetica che stava emergendo.

 

 

 

 

 

L’intento era quello di produrre un finto erbario, una Botanica Parallela ispirata a quella di Leo Lionni, in cui le caratteristiche delle piante si mischiassero a quelle delle persone rappresentate e fondendosi raccontassero il legame uomo-pianta, lasciando il limite tra invenzione e realtà molto sottile.
Prima e dopo questa carrellata di nuove specie, le voci degli utenti/redattori ci spiegano cosa è un albero, una radice, un fiore.
Ci raccontano di qualcosa che conosciamo come se non ne avessimo mai sentito parlare. Esplorano dettagli solo apparentemente scontati, di cui forse a volte ci dimentichiamo.
… ”

 

 

 

 

 

[L’abbonamento alla rivista ha la durata
di un anno (6 uscite bimestrali) e
costa 20 euro. Invii in Italia e
all’estero, il costo della spedizione è
compreso nel prezzo dell’abbonamento.]

 

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giacomo sartori
giacomo sartori
Sono agronomo, specializzato in scienza del suolo, e vivo a Parigi. Ho lavorato in vari paesi nell’ambito della cooperazione internazionale, e mi occupo da molti anni di suoli e paesaggi alpini, a cavallo tra ricerca e cartografie/inventari. Ho pubblicato alcune raccolte di racconti, tra le quali Autismi (Miraggi, 2018) e Altri animali (Exorma, 2019), la raccolta di poesie Mater amena (Arcipelago Itaca, 2019), e i romanzi Tritolo (il Saggiatore, 1999), Anatomia della battaglia (Sironi, 2005), Sacrificio (Pequod, 2008; Italic, 2013), Cielo nero (Gaffi, 2011), Rogo (CartaCanta, 2015), Sono Dio (NN, 2016), Baco (Exorma, 2019) e Fisica delle separazioni (Exorma, 2022). Alcuni miei romanzi e testi brevi sono tradotti in francese, inglese, tedesco e olandese. Di recente è uscito Coltivare la natura (Kellermann, 2023), una raccolta di scritti sui rapporti tra agricoltura e ambiente, con prefazione di Carlo Petrini.
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