Last words
di Gabriele Tinti
immagini di Andres Serrano
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Ancora una volta ho mandato a puttane la mia vita
e questa volta non c’è rimedio. Non ho una casa,
non ho un lavoro, non ho un soldo. Ho due figlie meravigliose
che si meritano molto più di quanto io possa
offrir loro, dalla vita si meritano di meglio di quanto
io potrò mai dar loro (…) Sono così depresso e so che
non ne verrò fuori.
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Che cos’è passare qualche annetto all’inferno. È
tutto quello che ho intorno. Non pagherò più le bollette.
Non guiderò più la macchina. Non laverò più, stirerò
& rammenderò i vestiti. Non dovrò più mangiare
gli avanzi cucinati il giorno prima. Non è vivere questo.
Semmai è un modo di morire. Non riesco a mangiare
quella porcheria che lei cucina. La notte non riesco
a dormire. Ho sposato la donna sbagliata e ho
sprecato la mia vita.
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Ehi, ragazzi, se adesso state leggendo queste righe
vuol dire che ho deciso di farla finita, ma volevo soltanto
che sapeste che va tutto bene. Sul serio, non spaventatevi!
Sono contento di quello che sto per fare, davvero,
e dovreste esserlo anche voi. Ok, statemi bene.
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A tutti i miei amici e ai miei cari, vi chiedo solo un
ultimo favore: non lasciate che il mio spirito muoia.
Ricordatemi per tutte le risate e i momenti felici, per le
emozioni vissute insieme. Spero di essermi ritagliato
un posto nei vostri cuori e di aver colpito ognuno di voi
in modo speciale. Ho scelto di morire, ma non ho scelto
di essere dimenticato. Devo trovare un mondo nuovo,
un mondo fatto di pace e felicità. Voglio che tutti
voi sappiate che non ho paura di morire, solo di smettere
di vivere. Mi mancherete.
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Non ho una famiglia e non ho amici, non ho quasi
da mangiare, nessun lavoro in vista e scarsissime
prospettive per il futuro. Quindi ho deciso che continuare
a vivere non ha nessun senso. Ho intenzione di
andare in macchina fino a un posto appartato vicino
a casa mia, collegare il tubo di scappamento all’abitacolo,
prendere dei sonniferi e usare la benzina che rimane
per metter fine alla mia vita.
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Ho il cuore spezzato dalle persone a cui volevo bene,
perdonatemi ma non ce la faccio più. Questa è
l’univa via d’uscita. Addio mondo di merda.
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Cara Mamma, ti voglio bene con tutto il cuore. Solo
che non ero fatto per questo mondo! Spero di poter
trovare un posto di pace e felicità, un posto in cui poter
essere abbastanza bambino per vivere e abbastanza
uomo per sopravvivere. Ti voglio bene! Spero tanto che
tu possa credermi. Forse nel mio viaggio troverò Gesù.
Prega per me mamma. Prega che io trovi la felicità. Sapessi
che dolore ho dentro! Voglio che se ne vada via del
tutto. Voglio un nuovo inizio. Non ho paura di morire
mamma. Ho solo tanta paura del domani!
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Caro Mondo, me ne vado per noia. Mi sembra di
aver vissuto abbastanza. Ti lascio con le tue preoccupazioni
in questa dolce fogna – buona fortuna.
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Seconda ripresa. Spero di farcela questa volta.
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Ci ho provato. Nessuno mi ha ascoltato, mi dispiace
tanto. Non posso continuare a farci del male.
Ora siamo al sicuro. Ora anche noi possiamo essere
felici. Trova nel tuo cuore il modo di perdonarmi. È mio
dovere proteggerlo. So che Dio riceverà nostro figlio a
braccia aperte. Sii felice per lui.
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Stai diventando avido. Comportati da adulto. Rilassati,
non farà male.
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Conto alla rovescia per 45 minuti… Che cosa dovrei
fare in questi 45 minuti?
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Nota dell'autore
Last Words è stato il frutto di un lavoro di ricerca sulla rete. Nell’era dei socials le ultime parole scritte su carta, i biglietti di addio come ancora ce li figuriamo, non esistono più. Facebook, Twitter e i quotidiani che riportavano i tragici accadimenti, sono state le mie fonti obbligate.
In questo libro ho voluto mantenere per me un ruolo che potrei dire “lieve” d'una regia la cui unica invenzione è stata pensare, ideare quest'opera. Alla preliminare ricerca ha fatto poi seguito la composizione delle ultime parole in una collettanea, in un poema della realtà.