da “Poesie criminali”
di Gaia Formenti
LORIS
Il cacciatore ha munizioni da guerra
i suoi baffi graffiano la tua guancia
appena nata
affollano luminescenti telecamere
si riga la sua seccata dal vino
lui di cuccioli non ne ha uccisi mai
persistono i garage condominiali
si impegnano le rotatorie
insiste il supermercato Despar
oltre la ludoteca Divertilandia
via XXIV Maggio
Corso Fleming e la Provinciale 20
tutto finisce a Donnafugata
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Il corpo di Loris, otto anni, viene trovato da un cacciatore in un canneto accanto a un mulino abbandonato.
La madre Veronica dichiara di aver accompagnato il figlio a scuola per poi recarsi in località Donnafugata e assistere alla presentazione di un elettrodomestico. Le videocamere di sorveglianza smentiscono queste dichiarazioni. Nel corso degli anni Veronica cambierà spesso versione del racconto di quel giorno. Accusata di omicidio e occultamento di cadavere è stata condannata a trent’anni di carcere dal Tribunale di Ragusa.
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MEREDITH
Rottura dell’osso ioide
fa freddo in fretta
temperatura rettale 22° temperatura ambiente 18°
temperatura rettale 19° temperatura ambiente 17°
temperatura rettale 13° temperatura ambiente 13°
ho imparato a dire ortolana
collina e copriletto
ma ancora non so dire
questo peso
che mi schiaccia sul letto
mentre il mondo si ripiana
tra i profili assolati dell’Umbria
superficiale soluzione di continuo lineare
lungo l’avambraccio extra-ruotato e sospeso
tessuti sezionati fino al piano osseo-cartilagineo
il quarto e il quinto dito sul piumone
sul pavimento
la seconda calza da tennis
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Meredith viene in Italia con il Programma Erasmus per studiare all’Università per Stranieri di Perugia. Viene uccisa il 2 novembre. Il corpo è rinvenuto seminudo nella sua camera misteriosamente chiusa a chiave.
Vengono indagati la coinquilina Amanda, il suo fidanzato Raffaele e l’ivoriano Rudy, ospite quella sera a casa di Meredith.
Dopo una lunga alternanza di sentenze controverse, Rudy, ritenuto l’unico esecutore del delitto, viene condannato in via definitiva a sedici anni di carcere.
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CHIARA
Probabile natura metallica dello strumento
stretta superficie battente
forbice da sarto /martello /scalpello
Stasi del sangue
migrabilità totale delle macchie ipostatiche
la materia si concentra nel corpo del testo
esplodono i metadati
lungo la pianura di Garlasco
crescono rilievi tanatologici
hai misurato il pavimento con i tuoi capelli
baciato le piastrelle
respirato le trame dei divani
la tua pelle si è aperta
come un tappeto
sopra i gradini della cantina
nel fresco di una mattina di agosto
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Chiara, ventisei anni, viene uccisa nella villetta di famiglia a Garlasco, in provincia di Pavia. A denunciare il ritrovamento del corpo riverso sullo scale della cantina, è Alberto, il suo fidanzato.
È lui l’unico indagato per l’omicidio e dopo una serie di indagini e perizie controverse viene condannato a sedici anni di carcere dalla Corte di Cassazione nel dicembre del 2015.
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Nota
Durante attente letture dei verbali di alcuni dei più noti processi di cronaca nera italiana degli ultimi vent’anni, mi meravigliavo per la naturale liricità che i tecnicismi del linguaggio processuale, scientifico e poliziesco regalavano inconsapevolmente alla lingua italiana.
Un mondo dove la «bontà» di una traccia può essere messa in crisi, un’evidenza può essere «solare» come una giornata di mare e «rilievi tanatologici» fanno crescere colline tra le pianure di Garlasco.
Accanto a questo universo di rilievi anatomici, tracce molecolari e intercettazioni telefoniche, dove appare secondaria se non assente la ricerca di un movente, emerge il controcanto delle voci fantasmatiche che forse hanno abitato i corpi delle vittime quanto quelle dei carnefici.
Il nostro dialogo impossibile con loro.
Cinquanta sfumature di nera