Ferlinghetti back to Verona (via skype): due foto e due testimonianze

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2005-dittico-brescia-fermo-di-poliziaTestimonianza sull’immagine superiore (del fotografo Walter Pescara, autore del dittico)

La fotografia in qualche modo fa riferimento al processo che Ferlinghetti subì in America nel 1957, quando fu processato per aver pubblicato con la sua City Lights, Howl (Urlo), nel quale Allen Ginsberg da voce alle pulsioni di un popolo sotterraneo battuto e beato, contrario alla guerra, che parlava di amore universale, utopie realizzabili, una spiritualità condivisa, senza muri e senza veli, e nel quale si faceva anche menzione a droghe e omosessualità, argomenti tabù nella mentalità maccartista di quegli anni. La corte lo assolse, confermando la centralità del diritto di opinione.

La fotografia del fermo di polizia, che dialoga con l’altra, l’ho scattata a Brescia nel 2005, la città dove nacque suo padre che lui non ha mai conosciuto, ma del quale insegue le tracce da sempre. Andavamo di fretta perché lo aspettavano a Rovereto per un reading organizzato da Francesco Conz nell’auditorium Fausto Melotti del MART.

Devi sapere che qualche tempo prima eravamo riusciti a trovare il certificato di nascita del padre di Lawrence, Carlo Leopoldo Ferlinghetti, che nacque nel 1872 nel quartiere del Carmine bresciano. E dopo averlo prelevato a casa di Conz, lo stavo accompagnando con Agostino a vedere la casa paterna, passando da Brescia.

La curiosità che spinse Lawrence a voler osservare da vicino l’ingresso dell’abitazione insospettì i nuovi proprietari che chiamarono il 113.  In un battibaleno arrivò la volante che ci chiese i documenti e nel vedere che Ferlinghetti era cittadino americano e non aveva un permesso di soggiorno decisero di portarlo in questura per accertamenti. Quella che avrebbe dovuto essere un’importante scoperta si era trasformata in una situazione paradossale. Per fortuna l’equivoco fu risolto e, seppure con mezz’ora di ritardo, Lawrence arrivò a Rovereto. Assolto anche questa volta!

 

Testimonianza sull’immagine inferiore (di Laura Zanetti)

In estate del 2005 ero rientrata dalla California, dove vive mio figlio e dove avevo incontrato Ferlinghetti, proponendogli una reading assieme a Francesco Conz con il quale collaboravo. Proponemmo quindi due letture di LF in Trentino: la prima al Teatro Sociale di Trento, la seconda nel teatro della Biblioteca Civica di Rovereto (dentro al Mart). Tra la prima e la seconda lettura era ospite nella mia casa di Telve Valsugana.
A metà ottobre del 2005 dopo la lettura al Sociale di Trento, zeppo all’inverosimile, e dopo aver pranzato al Boivin di Levico Terme con i tortelli di zucca di Riccardo Bosco, ci dirigemmo verso la Valsugana per risalire in Val Calamento,dove c’è la malghetta del mio nonno materno. Devi sapere che a Lawrence invio da anni, con cadenza quasi bimensile, un paio di chili di formaggio originale delle malghe del Lagorai, di cui va matto. Da tempo quindi  desiderava vedere gli alpeggi della mia montagna, che è appunto il Lagorai. Dietro a noi un codazzo di persone tra giornalisti, fotografi e   filmakers.
Arrivati a Villa San Lorenzo, l’antica casa del nonno, volle camminare da solo con me. Lo portai appena sopra il nostro pascolo, dove un’immensa fragolaia intensiva deturpa il paesaggio e avvelena l’erba. Era molto contrariato nel vederla ed assieme discutemmo sulla faccenda, sulla necessità che il pascolo vada tutelato nella sua salubrità. Al rientro mi dice: non voglio più nessuno attorno, voglio riposare nella tua casa, manda via tutti.
Arrivati in via Facchinelli, mi accorsi di non avere le chiavi, o meglio, non riuscivo più a trovale.
Buttai per aria tutto il mio vecchio maggiolone. Niente! A questo punto rimaneva solo la rottura del vetro e chiamai in aiuto il mio vicino di casa, l’operaio Vittorio Bonella, che armato di scala di legno e  mazza di ferro, mandò  in mille pezzi il vetro antisfondamento, che opponeva una incredibile resistenza ai colpi. Il primo a salire fu Aggrippino Pino Russo, regista e filmaker, da poco scomparso, che piccolo e agile come una lepre sali per la scala , entrò in cucina e apri la porta dall’interno. Lawrence se la rideva come un matto ed improvvisamente disse: voglio anch’io salire sulla scala.  A metà della salita si girò ridacchiando  ” vedete, avevano ragione i poliziotti di Brescia, IO SONO UN LADRO”!! E Pescara documentò la cosa esclamando: ” madonna! sembra  Ungaretti”.

 

The world is a beautiful place
to be born into
if you don’t mind some people dying
all the time
or maybe only starving
some of the time
which isn’t half bad
if it isn’t you

 

nel corso dell’evento verrà presentato in anteprima “Scrivendo sulla strada. Diari di viaggi e letteratura” (il Saggiatore, febbraio 2017), testo autobiografico di Ferlinghetti; questo il programma:

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giacomo sartori
giacomo sartori
Sono agronomo, specializzato in scienza del suolo, e vivo a Parigi. Ho lavorato in vari paesi nell’ambito della cooperazione internazionale, e mi occupo da molti anni di suoli e paesaggi alpini, a cavallo tra ricerca e cartografie/inventari. Ho pubblicato alcune raccolte di racconti, tra le quali Autismi (Miraggi, 2018) e Altri animali (Exorma, 2019), la raccolta di poesie Mater amena (Arcipelago Itaca, 2019), e i romanzi Tritolo (il Saggiatore, 1999), Anatomia della battaglia (Sironi, 2005), Sacrificio (Pequod, 2008; Italic, 2013), Cielo nero (Gaffi, 2011), Rogo (CartaCanta, 2015), Sono Dio (NN, 2016), Baco (Exorma, 2019) e Fisica delle separazioni (Exorma, 2022). Alcuni miei romanzi e testi brevi sono tradotti in francese, inglese, tedesco e olandese. Di recente è uscito Coltivare la natura (Kellermann, 2023), una raccolta di scritti sui rapporti tra agricoltura e ambiente, con prefazione di Carlo Petrini.
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