È vietato
di Fabio Pusterla
È vietato lordare le acque.
È vietato pescare di frodo.
È vietato portare di là
chi di là non deve andare:
mendicanti, malati, paure,
disperati di sventura.
Paghino alle dogane
pedaggio ai nostri ponti,
facciano i loro conti o
crepino a casa loro.
Son venuti da terre lontane
son venuti senza invito.
È vietato portare al dito
l’anello della pietà.
***
L’anello della pietà
lo abbiamo gettato nell’onda
è andato subito a fondo
un pesce se lo mangiò.
Il pesce che se lo è mangiato
fino al mare lo porta
lo porta fino alla morte
del mondo che abbiamo avuto.
Lo pesca un pescatore
sulla riva dell’altro mondo
fa un respiro profondo
e intanto ci guarda annegare.
Non ci sarà pietà
per chi pietà ha negato
l’acqua si chiuderà
tutto sarà sparito.
da: Ultimi cenni del custode delle acque (Carteggi Letterari, 2016)
Beh! Questo scritto crea parecchi interrogativi sapendo come è andata, in tempi lontani, l’aver accolto chi arrivava da lontano. Chi riuscirà ad avere, non pietà, ma la capacità di capire quale è la strada giusta da seguire non credo sia ancora nato. Buonismo e sentimentalismo fanno danni a tutti. Accoglienza dovuta? E dopo? Al lavoro egregio degli “accoglienti”, che siano volontari e/o forze dell’ordine, cosa segue? Squallore e indifferenza sono padroni della situazione. Sono felice di non dover essere io a stabilire le regole che DEVONO esserci ma, ripeto, quali?