Canto del rivolgimento
di Federico Scaramuccia
colui che nel sonno consuma
colpito diretto alla nuca
si sveglia che è un’altra persona
ribatte ogni volta lo slogan
nel fosso che pare di merda
si attuffano come in un’orgia
puttane e papponi a merenda
si leccano il culo a vicenda
mettendosi a turno in offerta
che l’uno nell’altro si scorcia
con lingua che ruvida forgia
ne marca la parte che ostenta
curandosi che non si perda
chissà che succede allo stadio
in cui in numerosi già assistono
immobili urlando per l’etere
ognuno che vuole la rete
vincendo al più presto l’armadio
che sbarra la porta all’acquisto
occorre un attacco mai visto
che abbatta qualunque parete
sommessa ripete la radio
correndo ai ripari le parti
lavorano a tempra gli insorti
in fabbrica dove si lima
perché la realtà si comprima
fin quando compatta in comparti
lasciando posare nel vortice
indotto facendo dei torti
la quota che adesso concima
del blocco minuto di scarti
invocano un cristo a querela
i popoli aperti al serraglio
marciandovi al grido di osanna
la pace che vogliono affanna
respira a fatica congela
è il mondo che geme in travaglio
fremendo sotterra per sbaglio
che in fiore alla fine si danna
crescendo quel tanto che inciela
il boia un po’ troppo agitato
lamenta che è già da parecchio
che aspetta dall’alto il comando
un altro qualunque allo sbando
che spreca anche l’ultimo fiato
gridandogli dentro l’orecchio
di colpo poi piega sul secchio
perdendo la testa allorquando
capisce che è lui il condannato
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Testi tratti dalla sezione “Treppiedi” di Canto del rivolgimento, da poco uscito per i tipi di Oèdipus.
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Nell’immagine: “Mano in piedi”, di Alessandro Boezio
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“Lo stretto di Boering è ghiacciato”,
la radio di Londra ci avvisa.
Dal sogno di Verne incarnato
Nessuno è ancora tornato.
Io tento un omaggio all`autore
e saltando dal canto improvviso
(nel mentre che sganghero il cielo
e inizio a contare i gironi
ma non prego )