aforismi e dintorni/2
Modesti tentativi per tramandare un ricordo di Nuvola scrittore
di Damiano Sinfonico
(inediti)
Attese una lettera tutta la vita; quando arrivò, diceva soltanto: “Qui piove”.
Ossequiava i suoi interlocutori con un silenzio fragoroso.
In giro chiedeva se qualcuno fosse stato in Nepal, per caso o per errore.
La sua ombra era più corta delle altre.
Nell’unica lettera d’amore che scrisse, si limitò a un laconico: “Il tuo cuore è troppo grande per la felicità”; e fu respinto.
La sua vita pareva dimenticata da Dio, come un’arancia al polo Nord.
Divideva l’arte in due categorie: le opere d’arte e i passatempi.
Il fallimento della sua opera non lo turbò: poté spiegarselo sostenendo che era proiettata verso il futuro ma, malauguratamente, solo i critici vissuti in un secolo precedente possedevano la chiave per comprenderla.
Resta celebre una sua battuta. Durante gli studi gli ripetevano che sarebbe finito disoccupato, ma lui rilanciava: “questo no, io voglio diventare un classico”.
Non era certo che Carver avesse letto Boccaccio, ma era convinto che Boccaccio aveva letto Carver.
Diceva che la realtà è una colonia del giornalismo, per questo c’è bisogno di letteratura. Con il corollario che i libri sono un telescopio per scrutare la galassia della finzione.
Non aveva dubbi sul fatto che la patria della letteratura fosse l’Uruguay, per aver dato i natali a Horacio Quiroga, da cui sarebbero discese la letteratura moderna e l’antica.
Da piccolo sognava di aprire un negozio di oggetti desueti e rotti, come il bordo di un bicchiere o l’asticella di un ventaglio. Da grande dedicò a questi dettagli alcune delle sue invenzioni migliori, seppur incomprese.
Il suo quadro preferito stava nel palmo di una mano: La spiaggia a Palavas di Courbet, così piccolo e perfetto.
Quando non aveva i piedi per terra, si appoggiava con la punta dell’ombrello.
Si sentiva a casa ovunque andasse, all’ombra del solito ritornello che la sua cucina era ampia come il mondo.
Concludo questa galleria di ricordi e aneddoti della vita di Nuvola scrittore, immaginando che ora vaghi in cielo sognando di rimettere piede a terra.