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Satura – Parodia

di Daniele Ventre

e lo vedi che piove
–piove polvere grigia
piove sulla città
stigia nel golfo stinto
sul debito inestinto
del comune in dissesto
come tutti i comuni
piove sul palinsesto
televisivo piove
su questa parodia
(l’ennesima di molte)
piove sul privilegio
distinto degli immuni
piove sul sortilegio
delle molte menzogne
piove alle citazioni
dal palato banale
piove sul percolato
piove sul basolato
sdrucciolevole –piove
sul bagnato e non meno
sull’asciutto –ci piove
polvere di deserto
piove sui fondi a pioggia
piove sui fondi neri
e sulle notti bianche
piove lungo la fuga
dell’universo aperto
spostato verso il rosso
sul semaforo verde
piove che il rubinetto
perde e stinge le tinte
di tutte le metafore
piove dall’immondizia
nebulizzata –piove
la polvere sottile
per i dottori grossi
piove che dio non vuole
e non ci ho manco gli ossi
di seppia della seppia
solo il nero alle nuvole
e il fall out senza fine
piove la deiezione
dell’uccello caradrio
e piove sul catasto
delle nostre venture
piove sulla catastrofe
delle nostre sciagure
piove sul nostro amore
piove sugli odi altrui
piove sui tempi bui
piove sulle scritture
non assertive prive
di audience e le asserzioni
false non conclusive
piove sulle canzoni
neomelodiche piove
sui poeti neometrici
chiusi nel florilegio
piove su editoria
piccola media e grande
piove sulle serrande
della salumeria
chiusa per pizzo e crisi
piove sui fiordalisi
piove dai cieli bigi
sui camini dei lager
piove e non è parigi
piove sull’inconcluso
piano regolatore
sui geometri e i saggi
piove sul compratore
d’azioni e il venditore
d’atti sul porto franco
sul libero mercato
sulla deregulation
sul crack legalizzato
a onta della Food
and Drug Administration
piove su Bretton Woods
Dagli accordi stonati
piove su duchi e paggi
piove su rango e casta
sul cast dirigenziale
piove sulla perpetua
campagna elettorale
sul ceto digerente
dalla faccia incolore
su noemi e letizia
piove su papa e papi
piove su mani e pasta
e su popolo e capi
piove su incroci e croci
e cimiteri piove
sulle buone intenzioni
del traffico infernale
e di rue paradis
piove sul vis à vis
di chi mette la faccia
piove sulla poesia
che non legge nessuno
piove sui miei refusi
piove sui vini sfusi
sui mucchi di rifiuti
piove al vulcano buono
e al vulcano cattivo
con il suo multisala
piove appunto sul vivo
delle sere di gala
piove sulla cultura
sempre più vieta e serva
piove sulla natura
come natura crea
e nessuno conserva
piove che non la manda
più nessun dio credibile
piove che non rimane
più credito esigibile
piove sulla rinascita
senza democrazia
piove sulla decrescita
sempre meno felice
piove sul cinguettio
dall’uscita infelice
e piove sulla rete
del network asociale
e piove sul contratto
precario interinale
piove sul fiscal drag
piove su mari e monti
piove sugli eurobond
piove su mario draghi
piove su braghi e porci
piove su laghi e scorci
suggestivi sui sorci
verdi sul cane killer
che morde l’uomo lacero
piove sul terrorista
all’hub aeroportuale
piove anche sul turista
alla grande piramide
piove sull’arrivista
genus occidentale
e sul secolo thriller
piove su Semiramide
sul libito sul licito
piove sulla libido
sui bambini in castigo
su delitto e diritto
piove sull’ordinaria
disamministrazione
piove sul condominio
in crollo strutturale
piove sul postliminio
sulla città del sole
fuori d’ogni sequenza
principale ci piove
sempre sull’utopia
piove sul metafisico
piove la disforia
dei campi di sterminio
piove su chi è sovrano
in stato d’eccezione
sulla costituzione
sulla carta da macero
piove senza misura
che non c’è più ragione
e non ce n’è mai stata
piove sulla voltura
sulla rata inevasa
sulla seconda casa
dal soffitto tarato
piove sul parastato
e sulla corta buffa
piove all’eterna zuffa
che non c’è religione
anzi ce n’è fin troppa
piove su stanze e strofe
e su trogoli e scrofe
piove su letti e alcove
su sogni e rimozioni
sui carri attrezzi e i mezzi
pubblici su privadi
e lavandini piove
dalla fecale rotta
ne piove semiseria
miseria flatulenta
piove per bancarotta
più o meno frodolenta
piove senza cappello
piove che ci copriamo
col gesto dell’ombrello
piove per conto terzi
per pianti e altri guai
piove sulle diverse
lingue sulle favelle
orribili ci piove
sulle genti diverse
dall’aria senza stelle
sui corpi senza pelle
piove sull’invarianza
piove sul varietà
piove sull’arte varia
piove sull’avaria
sulla sperequazione
piove sull’ossessione
delle sillabe inferne
nate morte ci piove
che non tornano i conti
per le vicende eterne
dell’eterno ritorno
della disuguaglianza
–ma poi che in fine i conti
non ci tornino mai
su questo non ci piove

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Daniele Ventre (Napoli, 19 maggio 1974) insegna lingue classiche nei licei ed è autore di una traduzione isometra dell'Iliade, pubblicata nel 2010 per i tipi della casa editrice Mesogea (Messina).
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