Abracadabra
I
Infliggere ai due Gobbi tre frustate
Accoltellare Dotto al basso ventre
Molestare la Fata Turchina per tutta l’estate
Squarciare di netto la gola alla Strega dell’Est
Tormentare la Bella e la Bestia con vero diletto
Colpire ai testicoli il povero Cicco Petrillo
Fuorviare l’intelletto al papà di Vassilissa
Danneggiare la Radura Incantata con nafta e diossine
Amputare le mani e le orecchie al vecchio Rink Rank
Vessare metodicamente i Tre Porcellini
Scannare l’oca Mårten con la ronca
Mitragliare i Sette corvi con la raffica a ventaglio
Punzecchiare nel vivo il Principe Canarino
Sfigurare la vergine Malvina tenendola al guinzaglio
IV
Impalare senza pena il papà di Pelle d’asino
Svaligiare la casetta dei Tre Orsi
Incaprettare il nano ingrato sotto un pino
Costringere il Re di Brobdingnag ad impiccarsi
Angosciare la Strega di Hansel e Gretel
Diffamare a mezzo stampa la ragazza mela
Malmenare per spasso i Musicanti di Brema
Confinare su Fhobos il Borgomastro di Hamelin
Frodare Bill la Lucertola e il Bruco Blu
Asfissiare l’Usignolo con il Sarin
Legnare sui denti anche Madre Sambuco
Comandare a bacchetta la fata Berylune
Sciupare di proposito le Scarpette Rosse
Contagiare con l’ebola la Bella Addormentata
VII
Sbeffeggiare di gusto Jorinda e Joringhello
Separare per sempre Pancopinco e Pincopanco
Accoppare con un martello la Principessa sul pisello
Infierire con ferocia sul Cavaliere Bianco
Braccare per sport i Folletti dei boschi
Menare gli abitanti della Terra Blu dei Munchkins
Inchiappettare Zezolla da mattina a sera
Circuire tra le risa il Re di Macchia
Strangolare nel sonno il Cappellaio Matto
Vituperare con passione il papà di Biancaneve
Estraniare dal mondo anche Mastro Geppetto
Denigrare la Storia della Falsa Tartaruga
Eviscerare Humpty Dumpty col falcetto
Giustiziare Giufà con la Culla di Giuda
XVI
Atterrire per noia la nonna di Gerda
Murare in una torre il Re delle Scimmie Alate
Schiaffeggiare il grande Claus per un nonnulla
Reprimere il guardiano dei porci a randellate
Illudere Sole, Luna e Talia
Lacerare le alucce alla Regina delle api
Liquidare Pollicino con l’aconito napello
Annullare il potere agli Oggetti Fatati
Azzoppare Prezzemolina a bella posta
Bombardare a tappeto il paese di Acchiappacitrulli
Trafugare la Palla d’oro di nascosto
Strozzare le Sorellastre con una calza di seta
Turlupinare Wendy e i suoi fratelli
Gassare il Mago di Oz col Zyklon B
XVII
Bruciare la Selva degli Elfi col fosforo bianco
Intossicare con l’arsenico il Cavaliere Nero
Affamare la nonna di Cappuccetto Rosso
Scuoiare lo Spaventapasseri vestito di blu
Abbindolare il serpente del Piccolo Principe
Incatenare ad una rupe Amore e Psiche
Incendiare l’Uccello d’oro col fuoco greco
Avvilire Rosmarina per ripicca
Dilaniare col C4 i piedini di Mammolo
Plagiare la Regina dei topi campagnoli
Negare il dolore del Brutto Anatroccolo
Razziare l’asteroide B 612
Infilzare Pinocchio con un chiodo arrugginito
Cavare l’occhio destro al Principe Ranocchio
Dalla postfazione di Renata Morresi
Molti scenari vengono manipolati e mescolati in questo piccolo libro esplosivo. Ecco la prima, evidente, miscela deflagrante: la poesia, coi ritmi e le armoniche che celebrano la lingua, si combina all’anti-poesia, o meglio, alla critica del discorso poetico, con la sfida ai suoi facili ornamenti, alle sue ovvie bontà. I protagonisti dell’inaspettata sintesi sono quanto mai dissimili: le creature della letteratura fantastica, delle fiabe di magia e del folclore tradizionali, che affondano in rituali di rigenerazione antichissimi e il mondo ideale dell’infanzia ci fanno vagheggiare, e insieme ad essi, opportunamente predisposte, le pratiche più efferate di crudeltà e sterminio, usate per farli fuori e soggiogarli. Da una parte, infatti, sono evocate le tante storie favolose con cui gli umani nei secoli hanno cercato di venire a patti con il caso, l’ingiusto e il cattivo, sospinti dalla propria caparbia voglia di sopravvivere e godere. Dall’altra parte è offerto un elenco di istruzioni criminose: per ogni personaggio ed oggetto fiabico l’autore suggerisce una precisa tecnica delittuosa – dai supplizi ‘classici’ come stupri, pugnalate, scuoiamenti e mutilazioni, alle specialità chimiche più moderne (fosforo bianco, napalm, Ziklon B, antrace, Tabun, ecc.), agli strumenti di comprovato successo come ghigliottina, garrotta, Desert Eagle o falcetto, ai vibrioni del colera, fino a metodi più subdoli, quali bandire, molestare, inquinare, pervertire, e così via. Cosa anima questa inaudita profanazione dei mondi fiabeschi? Bizzarra quanto spassosa, intendiamoci. E poi di nuovo tremenda. Senza particolare enfasi, senza grandiosa malvagità. Quali discorsi mobilita questa strana fusione di immaginari? E a quale coscienzioso collettore dobbiamo la lista di imperativi di questi versi, legati in apparenza alla forma del sonetto e fedeli, in modo progressivamente inquietante, al canto? (…)
Nicola Ponzio, Abracadabra, 2015, Arcipelago itaca Edizioni, Collana Lacustrine diretta da Renata Morresi, con 7 tavole dell’autore, postfazione di Renata Morresi, pagg 48.
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Non sono un critico ma lettrice di poesia sì. E dico: mediocre, stravista e di cattivo gusto; già la canzone dei Nomadi analoga era bruttina.
Barthelme mai sentito?
Mi dispiace che la lettrice non abbia apprezzato questa anticipazione; naturalmente sono consapevole dei motivi per cui la scrittura di Abracadabra possa dividere, e persino respingere. Vorrei notare solo, allora, che il riferimento a Barthelme è improprio : i testi di Ponzio non sono riscritture postmoderne delle favole, sono i verbali di una ricerca : (quasi) tutte le belle fiabe alle prese con (quasi) tutte le opere malvagie. Perché? Come ci si può divertire davanti a questo massacro? Cosa c’è imparare da questa ripetizione? Chi sono tutti questi semi-sconosciuti? ecc. (e gli altri quesiti del caso che potremmo, peraltro, chiederci ogni giorno).
Il valore del verbale, alla fine, dipende dalle domande che riesce a provocare.
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