Varianze
di Maurizio Giudice
Il foglio che non ho saputo scrivere è stato usato
per appuntare verdure e numeri di telefono.
Così che il silenzio non basta,
bisogna raccontarlo, indicarvelo
col dito – un rumore
ininterrotto,
fermarsi: ecco.
CRISI
Un secchio è capovolto.
Le dita non trovano la strada, sono trasparenti
le costole, il ventre. Le dita non trovano più la strada
che le tue gambe, come un orologio,
segnavano così bene.
Camminiamo vicino ai muri.
Calcoliamo il perimetro degli oggetti,
lontano dall’abitarli.
Spenta l’ultima lampadina, restiamo
con le dita attaccate alla notte.
Abbiamo attraversato vent’anni,
ma non sono serviti a renderci familiari.
Che il dolore non fosse una moneta di scambio
non ci è mai venuto in mente.
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I testi di Maurizio Giudice sono tratti da Varianze (Ladolfi 2015).
Le immagini sono di Luca Poncetta (2011, inchiostro su carta).